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Questa è l'introduzione al FOCUS pubblicato sul numero 271 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.
di Luigi Torreggiani - Redazione di Sherwood
Una premessa necessaria: il Focus di questo numero di Sherwood affronta un argomento - le opportunità delle tecnologie blockchain per la tracciabilità della filiera foresta-legno - che è assai complesso e arduo da esporre. Le difficoltà non sono solo quelle di inquadrare, a livello teorico, quello che è da considerarsi a tutti gli effetti un nuovo paradigma. È anche complicato confrontarsi con un mondo, quello informatico e quindi virtuale, che è pieno di concetti a cui noi operatori della gestione forestale e della filiera del legno non siamo avvezzi. Non aiutano poi i termini inglesi, i neologismi e i parallelismi con mercati, come quello delle criptovalute, ancora avvolti per la maggior parte di noi dal mistero. Così, per provare ad introdurre in modo comprensibile questo Focus e invitarvi alla sua lettura nonostante l’apparente complessità, abbiamo pensato di utilizzare una metafora e un esempio.
La metafora è presto detta. Ricordate la favola di Pollicino, che per ritrovare il sentiero percorso lasciava dietro di sé delle briciole di pane? Ecco, immaginate le blockchain nel campo della tracciabilità come tecnologie che permettono di collegare ad ogni briciola (ogni “blocco”) delle informazioni digitali (nel nostro caso le coordinate GPS di ciascuna briciola e l’ora esatta in cui Pollicino le ha depositate). Non solo, le tecnologie blockchain trasferiscono queste informazioni in una rete distribuita e decentralizzata di nodi (server) che, attraverso particolari modelli matematici (la crittografia), replicano e fissano in modo permanente quei dati rendendoli così immutabili nel tempo, non più modificabili da nessuno e collegati tra sé come in una catena (blockchain significa proprio “catena di blocchi”). In questo modo, anche se le briciole di Pollicino, come accade nella favola, sono mangiate dagli uccelli, il protagonista (munito però di uno smartphone o di un PC connessi ad internet!) potrebbe ritrovare esattamente la sua strada, accedendo alle preziose informazioni originali custodite da uno o più nodi della rete.
L’esempio è altrettanto semplice. Immaginate di essere una segheria che produce travature in legno certificato di provenienza locale. Vi trovate così nel mezzo di una filiera corta e virtuosa: proprietà boschive gestite in modo sostenibile, imprese forestali, voi appunto, che trasformate il tondame in travature, imprese edili che da voi si servono e infine i clienti finali. Siete certificati, quindi avete già una catena di custodia ben definita, ma volete fare un passo in più nel campo della tracciabilità, con due obiettivi principali. Innanzitutto, volete mantenere costantemente in ordine tutta la vostra documentazione legata ad acquisti e vendite, per poter ottemperare a tutti gli obblighi dati dalla certificazione stessa ma anche a quelli di legge, in particolare l’EUTR e la nuova EUDR. Al tempo stesso, dal punto di vista commerciale, vorreste dare valore aggiunto al vostro prodotto, non solo attraverso la certificazione di gestione sostenibile, ma anche tramite una garanzia di provenienza da filiera corta e locale dei vostri prodotti. Sognate addirittura di far sì che, con un semplice QrCode, i clienti finali possano conoscere con esattezza l’origine del loro tetto in legno, la data dell’utilizzazione degli alberi di origine, il piano di gestione e la regolare autorizzazione al taglio. Attraverso un sistema di blockchain organizzato tra tutti i componenti della filiera, questa trasparenza che andate cercando potrebbe essere costruita, divulgata in modo molto efficace e magari, perché no, diventare l’ossatura per un marchio locale del legno da voi promosso.
Le blockchain, insomma, sono tecnologie informatiche complesse, apparentemente molto lontane dal settore forestale, che tuttavia, trasferendo nel mondo virtuale dati e informazioni reali, possono permettere di garantire la trasparenza e la tracciabilità della filiera bosco-legno. Ma le possibilità date dalle blockchain in campo forestale vanno ben oltre al singolo tema delle catene di approvvigionamento! Perciò, nonostante l’argomento possa apparire inizialmente ostico, è molto interessante e importante iniziare a conoscerlo: questo Focus è un’infarinatura generale su una singola applicazione, un primo passo per “mettere a fuoco”, appunto, una nuova tecnologia che potrebbe accompagnarci spesso nel prossimo futuro.
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