Arz el rabb, il bosco di cedri del Libano millenari raccontato da Leila Rossa Mouawad

Sul numero #274 di Sherwood abbiamo pubblicato la traduzione in italiano del contributo di Leila Rossa Mouawad per la rubrica “Il bosco di…” che da qualche anno raccoglie racconti e testimonianze da persone più o meno addentro al settore forestale, che ci raccontano il loro bosco preferito e il perché della scelta, dando al testo un taglio più tecnico o più emozionale a seconda del loro gusto.
A seguito della partecipazione alla 8th Mediterranean Forest Week, Andrea Barzagli, che cura la rubrica per Sherwood, ha colto l’occasione per chiedere a Leila Rossa Mouawad, ricercatrice e comunicatrice forestale libanese conosciuta tramite la Mediterranean Touth Task Force promossa da Silva Mediterranea e FAO, quale fosse il suo bosco preferito. Ne è uscito un breve ma intenso articolo sui cedri del Libano e sulla loro importanza per la popolazione libanese.
Per dare ancora più valore a questa collaborazione internazionale, come Redazione abbiamo pensato di pubblicare la versione integrale del testo in lingua originale, favorendo così una sua maggiore diffusione.
La versione italiana, nella traduzione di Andrea Barzagli, è disponibile sul numero #274 della Rivista e, per gli abbonati, anche a questo link. Buona lettura!
The Forest of… Leila Rossa Mouawad
As a Lebanese, no matter how many beautiful places I visit, cedar forests will always have a special place in my heart.
Cedar trees are emblematic to Lebanon. You have probably seen them at the center of our flag or on other Lebanese logos. This ancient national pride is not only deeply rooted in our natural heritage, but is also embedded in our songs, religious texts, historic inscriptions, and art masterpieces.
I still remember the first time I visited the majestic Cedars of God, a UNESCO World Heritage Site. The millenia-old cedar trees, draped with snow, left me in awe. Despite the numerous hardships that my country has endured, these evergreen giants were witnessing silently and deepening their roots even further into our land.
Historically, cedar trees influenced multiple civilizations. The Phoenicians built merchant ships from cedar wood to navigate the Mediterranean. The Ancient Egyptians used cedar resin for mummification. Over centuries, Greeks, Romans, Byzantines, Crusaders, and other colonizers heavily exploited Lebanon’s cedars. This overexploitation reduced once-extensive forests to scattered remnants. Today, the Lebanese cedar is classified as Vulnerable on the IUCN Red List, surviving only in fragmented mountainous forests.
In its natural habitat, Cedrus libani can grow so large that it takes an entire group of people holding hands to hug the base. But unfortunately, despite its grandeur, the cedar tree today faces mounting threats such as pest outbreaks and climate change. However, collaborative efforts among researchers, policymakers, civil society, and local communities are helping preserve this natural heritage for generations to come.
The more I learn about Cedrus libani, the deeper my admiration for this species grows. Beyond their beauty, ecological importance, and historical value, cedar trees are a symbol of endurance. To me, cedar forests represent far more than just a connection to the past. They are a living symbol of the resilience of a nation. Above all they stand as a beacon of hope, offering a promise for the future.
Dedicated to every Lebanese citizen rooted in the land, just like our cedars.
Leila Rossa Mouawad
"Il Bosco di..." è una rubrica di Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi. L'idea è quella di creare una mappa dei boschi di Italia (e del mondo!) raccontati da chi quei boschi li conosce, che sia per motivi di studio, lavoro o di interesse personale. La partecipazione è aperta a tutte e tutti, è sufficiente inviare il proprio contributo ad
Alcuni dei testi verranno selezionati per essere inseriti nella rivista cartacea, mentre per gli altri appronteremo al più presto uno spazio online, con una mappa che li raccolga tutti.
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