Gestione multifunzionale della vegetazione riparia
Questa è l'introduzione del DOSSIER pubblicato sul numero 269 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.
di Silvia Bruschini - Redazione di Sherwood
In seguito alle inondazioni che lo scorso anno hanno colpito l’Emilia-Romagna e la Toscana, è tornato all’attenzione il dibattito sulla manutenzione del territorio e delle opere finalizzata a ridurre il rischio alluvione e, in questo contesto, anche sul ruolo e sulla gestione della vegetazione riparia. Come spesso accade nelle questioni molto articolate e complesse, la percezione delle cause, e delle conseguenti soluzioni invocate all’indomani dei disastri, è spesso parziale e fuorviante. Generalmente il primo pensiero è che ci sia stata carenza nella realizzazione di opere o negligenza nella loro manutenzione e una delle richieste più ricorrenti è la “pulizia dei fiumi” (di storica memoria) dalla vegetazione.
Il problema però, quasi sempre, non è la mancanza di opere o di manutenzione... anzi! Tagliare a raso la vegetazione riparia in molti casi non solo non è la soluzione, ma può essere anche controproducente. Il problema, invece, è che i nostri territori oggi non sono pronti al cambiamento climatico in atto. L’elevato consumo di suolo e la relativa impermeabilizzazione nelle aree alluvionali, hanno infatti fortemente artificializzato i reticoli idraulici rendendoli fragili e non adeguati all’intensità delle precipitazioni e alle caratteristiche dei deflussi improvvisi dovuti ai cambiamenti climatici, come dimostrato dall’alluvione dello scorso Novembre in Toscana.
Occorre quindi restituire ai fiumi il loro spazio, rivedendo il territorio in ottica multiobiettivo e con approccio multidisciplinare. La vegetazione dei corsi d’acqua deve essere gestita in funzione del contesto affinché possa svolgere tutte le funzioni ed i relativi servizi ecosistemici richiesti dalla società (dalla sicurezza idraulica alla conservazione di biodiversità, dalla produzione di biomassa alla fruibilità ricreativa).
Tale gestione dovrà essere pianificata a scala di reticolo idrografico, con piani di gestione pluriennali e con un monitoraggio costante, disegnando uno scenario in cui l’esperienza e la competenza dei Forestali è sicuramente preziosa e adeguata alla complessità richiesta.
Per questo motivo quando Paolo Varese ci ha proposto un articolo sulla gestione della vegetazione nell’ottica della riqualificazione fluviale, noi della Redazione abbiamo rilanciato chiedendo un supporto per creare un intero Dossier su questo tema. Con la speciale collaborazione di Paolo Varese e Alessandro Errico a supporto del coordinamento, e grazie alla pronta disponibilità di tutti i 22 Autori coinvolti (di cui diversi associati Cirf - Centro italiano per la riqualificazione fluviale), è stato possibile realizzare questo progetto editoriale che conta 8 contributi incentrati soprattutto sul tipo d’intervento da applicare e sull’approccio gestionale da tenere in funzione delle caratteristiche del tratto di fiume o del corso d’acqua in cui si interviene, dei processi idromorfologici in atto, del grado di antropizzazione dell’area e del tipo di vegetazione presente. Pur trattando ciascuno argomenti specifici, il gruppo multidisciplinare di Autori (tra cui forestali, agronomi, naturalisti, ingegneri idraulici per formazione e docenti, ricercatori e tecnici sul campo per professione) concorda su questi aspetti:
- la vegetazione riparia svolge un ruolo fondamentale negli ecosistemi fluviali e fornisce molteplici ed essenziali servizi ecosistemici;
- nonostante ciò, è tutt’oggi un tema divisivo anche tra gli addetti ai lavori: chi la vede come un impedimento al deflusso delle piene e chi come elemento essenziale dell’ambiente e del paesaggio;
- la vegetazione lungo i corsi d’acqua è influenzata dai processi idromorfologici ed è in grado di influenzarli a sua volta, per cui va analizzata, monitorata e gestita con grande competenza, prevedendo interventi differenziati e finalizzati ad hoc;
- come spesso accade nelle questioni complesse e attenzionate da varie categorie di stakeholder, la conoscenza, la partecipazione e la condivisione dei processi decisionali costituiscono un importante strumento di supporto alla corretta gestione del territorio.
Se leggendo il titolo questo Dossier vi può essere sembrato “poco forestale”, è probabile che la lettura dei contributi al suo interno vi farà cambiare idea. Non solo perché molte delle competenze richieste e delle considerazioni espresse si rifanno al mondo delle Scienze Forestali e al pensiero complesso tipico del nostro settore, ma soprattutto perché la gestione del reticolo idrografico e delle sue rive è un altro importante tassello del territorio di cui i boschi sono parte integrante.
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