Beech leaf disease. Malattia delle foglie del faggio
Sintomo della Beech Leaf Disease: foglie di dimensioni normali con bande verde scuro tra le venature secondarie della lamina.
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di Luisa Ghelardini, Francesca Sofia Manca di Villahermosa, Matteo Verdone
La Beech Leaf Disease (o “malattia delle foglie del faggio”) è una malattia di recente osservazione, molto dannosa su diverse specie del genere Fagus. Segnalata per la prima volta nel 2012 nello Stato dell’Ohio, si è rapidamente diffusa negli ultimi 10 anni. In Giappone segnalata una variante poco studiata.
Attualmente la malattia non risulta presente in Europa, tuttavia è stata inserita nella Lista di Allerta dell’Organizzazione Europea e Mediterranea di Protezione delle Piante (EPPO) per gli ingenti danni economici ed ecologici che una sua eventuale introduzione nell'area euro-mediterranea potrebbe comportare.
Come si riconosce
La Beech Leaf Disease è generalmente accompagnata dalla comparsa di due sintomi distintivi: sulla pianta colpita compaiono, allo stesso tempo: foglie di dimensioni normali con bande verde scuro tra le venature secondarie della lamina, e foglie meno sviluppate, talvolta più spesse del normale e deformate (raggrinzite e ripiegate ai margini verso il basso o accartocciate), di colore verde scuro e consistenza coriacea.
Sintomi distintivi della Beech Leaf Disease su Fagus grandifolia: bande di tessuto più scuro tra le venature secondarie (1); accartocciamento e rachitismo (2); rispetto a foglie asintomatiche (3).
La deformazione delle foglie costituisce la manifestazione più grave della malattia.
I sintomi, che compaiono sulle foglioline già alla schiusura delle gemme, solitamente non si aggravano: le bande non aumentano di numero, ma possono scurirsi e manifestare clorosi e/o necrosi. Le foglie che si sono schiuse sane non sviluppano sintomi e non cadono prima del normale; lo stesso avviene, con sporadiche eccezioni, per le foglie con bande, mentre le foglie con accartocciamento sono spesso caratterizzate da processi di senescenza precoce e abscissione anticipata.
Una singola gemma, all’inizio della stagione vegetativa, produce foglie caratterizzate dalla presenza dello stesso tipo di sintomi, ma le foglie prodotte in stagioni successive sullo stesso getto non manifestano necessariamente lo stesso sintomo della stagione precedente, né sembrano seguire una progressione dei sintomi definita.
Col progredire della malattia un numero sempre maggiore di gemme abortisce, portando alla morte di rami e, nel tempo, di intere branche, con conseguente rarefazione e svuotamento della chioma e deperimento generale della pianta.
I sintomi della Beech Leaf Disease vanno inizialmente ricercati sulle piante giovani di un soprassuolo e nelle parti più basse della chioma di piante adulte, osservando controluce dal basso le foglie attraversate dai raggi del sole. Maggiori indicazioni per la diagnosi in bosco e immagini chiare dei sintomi si possono trovare nella guida all'identificazione di Observatree, un progetto di citizen science coordinato da Forest Research UK, e nel seguente video.
La variante giapponese della malattia è caratterizzata dalla comparsa di galle sulle foglie adulte.
Il patogeno
L’agente causale della malattia non è ancora stato scoperto; recenti studi hanno determinato che la presenza del nematode Litylenchus crenatae, in particolare la sottospecie americana L. crenatae ssp. mccannii, è considerata condizione necessaria per lo sviluppo della Beech Leaf Disease, sebbene non sia stato dimostrato ancora che la presenza del nematode è sufficiente allo sviluppo della malattia. Il nematode è stato infatti sempre riscontrato nei tessuti di piante infette e sintomatiche ma anche, sebbene a livelli significativamente inferiori, in tessuti di piante infette e asintomatiche e di piante apparentemente sane e lontane dalle zone di infezione. Nei soli tessuti infetti e sintomatici sono stati inoltre riscontrati, in associazione con Litylenchus crenatae ssp. mccannii, quattro generi batterici (Wolbachia, Erwinia, Paenibacillus e Pseudomonas) e uno fungino (Paraphaeospheria) tra i quali potrebbero trovarsi gli effettivi agenti causali della malattia.
Per la sottospecie giapponese del nematode, Litylenchus crenatae ssp. crenatae non esistono ancora studi pubblicati accessibili sull’argomento.
Danni
Deperimento ed elevati tassi di mortalità entro 2-5 anni dalla prima comparsa dei sintomi sono stati osservati negli individui di giovane età a causa dell’alleggerimento della chioma conseguente all’avanzare della malattia.
La morte di piante adulte, dalla chioma più densa e sviluppata, è una evenienza più lenta e rara, tipica di soprassuoli dove la malattia risulta presente da almeno 6-8 anni.
Specie colpite
La Beech Leaf Disease, in ambiente naturale in Nord America, è stata osservata prevalentemente sul faggio americano Fagus grandifolia. La stessa malattia è stata tuttavia riscontrata nell’arboreto delle Holden Forests and Gardens, in Ohio, anche su individui di Fagus sylvatica (faggio europeo) e Fagus orientalis (faggio orientale). Fagus engleriana (faggio cinese) è considerato un potenziale ospite, mentre Fagus crenata (faggio giapponese), specie ospite principale della sottospecie giapponese di L. crenatae, non risulta attualmente affetto dalla malattia nell’area di diffusione americana.
Come si contrasta
Poiché non sono ancora note le cause effettive della malattia, non è ancora stato possibile implementare specifiche misure per il controllo e il contrasto della diffusione.
Sono attualmente in corso diversi progetti per testare l’efficacia di trattamenti sperimentali a base di fosfito di potassio e emamectina benzoato, che hanno mostrato un’azione positiva di stimolo della risposta di difesa nelle piante malate, con conseguente riduzione della perdita di chioma, ma scarsa o nulla azione sui sintomi specifici o sulle popolazioni del nematode Litylenchus crenatae. Ai fini preventivi sono allo studio protocolli innovativi per la diagnosi precoce della malattia in campo.
Ulteriori informazioni: video del webinar (Conferenza 2021 dell'Ohio & Kentucky Chapter ISA).
Carta LK, Handoo ZA, Li S, Kantor MR, Bauchan G, McCann D et al. 2020. Beech leaf disease symptoms caused by newly recognized nematode subspecies Litylenchus crenatae mccannii (Anguinata) described from Fagus grandifolia in North America. Forest Pathology 50:e12580.
https://doi.org/10.1111/efp.12580
Ewing CJ, Slot J, Benítez Ponce M-S, Rosa C, Malacrinò A, Bennett A et al. 2021. The foliar microbiome suggests fungal and bacterial agents may be involved in the beech leaf disease pathosystem. Phytobiomes Journal 5:335-349.
https://doi.org/10.1094/PBIOMES-12-20-0088-R
Fearer CJ. Volk D, Hausman CE & Bonello P. 2022a. Monitoring foliar symptom expression in beech leaf disease through time. Forest Pathology 52:e12725.
https://doi.org/10.1111/efp.12725
Fearer CJ, Conrad AO, Marra RE, Georskey C, Villari C, Slot J & Bonello P. 2022b. A combined approach for early in-field detection of beech leaf disease using near-infrared spectroscopy and machine learning. Frontiers in Forests and Global Change 5:934545.
https://doi.org/10.3389/ffgc.2022.934545
Kanzaki N, Ichihara Y, Aikawa T, Ekino T & Masuya, H. 2019. Litylenchus crenatae n. sp. (Tylenchomorpha: Anguinidae) a leaf gall nematode parasitizing Fagus crenata Blume. Nematology 21:5-22.
https://doi.org/10.1163/15685411-00003190
Reed S, Greifenhagen S, Yu Q, Hoke AJ, Burke DJ, Carta LK et al. 2020. Foliar nematode, Litylenchus crenatae spp. mccannii, population dynamics in leaves and buds of beech leaf disase-affected trees in Canada and the US. Forest Pathology 50:e12599.
https://doi.org/10.1111/efp.12599
Fitofagi&Fitopatogeni è una rubrica pubblicata sulla rivista Sherwood - Foreste ed Alberi oggi da settembre 2020 a dicembre 2021 con l’obiettivo di fornire a tecnici e operatori informazioni su agenti patogeni e insetti dannosi di piante forestali, per permetterne il riconoscimento e la pronta segnalazione più diffusamente possibile. La rubrica descrive in particolare le malattie meno conosciute emergenti a causa dei cambiamenti del clima o causate da parassiti di recente introduzione e a rischio diffusione nel nostro Paese.
Leggi l’articolo Una rubrica a supporto della sorveglianza attiva >>>
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