Il progetto “CO2 S.Fo.Ma. MARCHE”
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di Eleonora Mariano, Marco Perrino, Tommaso Chiti, Gregorio Fantoni, Antonio Brunori
Con l'acronimo “CO2 S.Fo.Ma. MARCHE” s'identifica un progetto, finanziato dalla Misura 16.1 del PSR della Regione Marche, che persegue la Gestione Forestale Sostenibile attraverso: la certificazione, la cooperazione e la valorizzazione dei servizi ecosistemici con particolare riferimento al bilancio del carbonio. In questo contributo si descrivono le principali attività svolte e i primi risultati raggiunti dal progetto.
Il Progetto “CO2 S.Fo.Ma. MARCHE”, (il cui acronimo S.Fo.Ma. sta per Sustainable Forest Management), ha come obiettivo la Gestione Forestale Sostenibile (GFS) nelle foreste marchigiane che promuove tramite la “Certificazione di gruppo” e la valorizzazione dei servizi ecosistemici soprattutto attraverso la generazione e di Crediti di Sostenibilità. Nell’ambito del progetto è stata inoltre realizzata una piattaforma di scambio di informazioni tra i partner e potenziali stakeholder interessati a conoscere il progetto e compensare le proprie emissioni climalteranti con l’acquisto dei Crediti di Sostenibilità.
Gli attori coinvolti in CO2 S.Fo.Ma. MARCHE operano da decenni e gestiscono i territori forestali dell’intero arco appenninico marchigiano, a partire dalle fasce altitudinali più basse fino ad arrivare ai pascoli appenninici di alta quota. Il Progetto prende dunque in considerazione un territorio forestale fortemente variegato e comprendente la grande maggioranza delle tipologie forestali censite nella regione Marche (IPLA 2000).
Tra i partner di progetto si annoverano tre Società Agricolo-Forestali di Gestione dei Beni Agro-Silvo-Pastorali (SAF): la SAF Marche (capofila di progetto), la SAF Monti Azzurri e la SAF Tronto. Queste, assieme all’ Azienda Speciale Consorziale del Catria, che si è unita al gruppo di certificazione a progetto iniziato, e al Consorzio Marche Verdi, che raccoglie le maestranze forestali che eseguono gli interventi, costituiscono la componente del partenariato proprietaria/gestore dei boschi. Nel partenariato sono inoltre presenti D.R.E.Am. Italia e Pro.Mo.Ter., che hanno portato avanti le attività tecniche, assieme al partner tecnico-istituzionale PEFC Italia. La componente scientifica è stata fornita dal Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l'Ambiente (CURSA) mentre la componente di trasferimento delle conoscenze verso altri operatori economici marchigiani è stata assolta da CIA provinciale di Ancona.
I partner di Progetto gestiscono complessivamente circa 9.200 ha di bosco per i quali sono vigenti dei Piani Particolareggiati di Assestamento Forestale, finanziati nel triennio 2016-2018 tramite la Sottomisura 16.8 del P.S.R. Regione Marche 2014-2020. Le attività progettuali principali, relative alla certificazione forestale e alla quantificazione dei Crediti, sono state precedute da una fase di adeguamento di tali Piani agli indicatori dello schema di certificazione di GFS PEFC (ITA 1000 e PEFC ITA 1001-1), a cura di D.R.E.Am. Italia: ogni Piano di gestione è stato rivisto, armonizzato e, laddove necessario, integrato con gli elementi necessari ad ottemperare a quanto previsto nello schema di certificazione.
La certificazione di gruppo per le foreste marchigiane
Al fine di snellire e razionalizzare gli aspetti organizzativi della certificazione della Gestione Forestale Sostenibile e di ridurre i costi della stessa, è stato creato lo strumento della certificazione di gruppo, specificatamente ideato per le proprietà forestali di piccole dimensioni o collettive.
Si tratta di un approccio alternativo alla certificazione individuale, che consente la certificazione di più proprietari forestali sotto forma di gruppo. Necessita di un Capofila che rappresenta il gruppo, con la responsabilità di garantire che le pratiche di gestione forestale dei singoli proprietari, all'interno dell’area certificata, siano conformi ai requisiti PEFC.
La certificazione di GFS garantisce tramite la verifica in campo da parte di organismi di parte terza, che la gestione forestale sia sostenibile in maniera equilibrata per la componente ambientale, quella economica e quella sociale.
I costi della certificazione e di consulenza sono ridotti perché suddivisi tra i vari aderenti. Inoltre, anche il costo operativo può essere ridotto in quanto alcune attività possono essere eseguite a livello di gruppo (esempio: pianificazione della gestione, monitoraggio).
Seguendo questo approccio, nell’ambito del progetto CO2 S.Fo.Ma. MARCHE, è stato formalmente istituito il gruppo di GFS “Bosco di Marca”, costituito dai partner di Progetto SAF Marche, SAF Tronto, SAF Monti Azzurri, ai quali si è successivamente aggiunta l’Azienda Speciale Consorziale Del Catria. Il gruppo, attraverso la sottoscrizione di un accordo privato, ha costituito la sua struttura, caratterizzata da un capofila – SAF Marche – e da tre membri, definendo impegni e attività da parte di ognuno.
Oltre ad un responsabile per la gestione dell’intero sistema e dei singoli membri del gruppo, sono state individuate anche le figure di responsabile per: lo svolgimento degli audit interni, la comunicazione e la formazione. Tale impostazione ha quindi permesso di individuare responsabili di singole attività – afferenti a diversi membri – permettendo da una parte di ottimizzare i tempi, e quindi i costi, per l’esecuzione delle varie attività e dall'altra di “specializzare” i singoli membri su una funzione migliorando la qualità della stessa.
La superficie certificata per ogni membro del gruppo è riportata nella tabella seguente.
La valorizzazione dei servizi ecosistemici
Un altro obiettivo chiave del Gruppo Operativo è legato al miglioramento del ciclo di carbonio in foresta in termini di assorbimento (sink) e di stoccaggio (stock).
Al fine di raggiungere questo obiettivo è stata definita una specifica azione, coordinata dal CURSA, per definire i criteri metodologici generali da seguire al fine di determinare correttamente la quantità di carbonio addizionale generabile dalle attività individuate.
La parte centrale di questa azione è stata rappresentata, infatti, dalla definizione di una metodologia idonea alle caratteristiche specifiche del territorio interessato dal GO e dalla valutazione delle potenzialità di assorbimento di CO2 da parte del patrimonio agroforestale.
Definizione di una metodologia idonea alle caratteristiche specifiche del territorio e valutazione delle potenzialità di assorbimento di CO2 da parte del patrimonio agroforestale
Questo è stato possibile grazie all’analisi dei risultati degli interventi selvicolturali passati, accompagnata dall'installazione di cantieri sperimentali presso le aree selezionate per lo studio delle performance delle principali tipologie forestali.
Il protocollo sperimentale ha messo a confronto delle particelle di bosco ceduo non soggette a gestione selvicolturale (controllo) con particelle di bosco ceduo gestite con interventi selvicolturali. Le particelle confrontate sono state selezionate così da avere caratteristiche simili in termini di età, caratteri oro-stazionali, ed analoga storia colturale.
Grazie alla disponibilità di dati pregressi, è stato possibile individuare due aree forestali in cui simili trattamenti erano stati effettuati alcuni anni prima, e che assieme ai dati ottenuti dai cantieri sperimentali stabiliti in aree puntuali hanno permesso di ricostruire gli assorbimenti di carbonio relativi alla gestione forestale dei boschi cedui implementata all’interno del progetto. Le aree individuate per i cantieri sono i boschi cedui di latifoglie miste delle zone Pian di Fraina e L'Abbadia (per una superficie di circa 92 ha) e i boschi cedui di faggio della zona Monte Maggio (per una superficie di più di 44 ha). In questo contributo analizzeremo nello specifico questo secondo caso disponendo di dati ed informazioni di un avviamento ad alto fusto effettuato 18 anni prima.
Cedui di faggio di Monte Maggio
Si tratta di boschi cedui rappresentativi delle quote maggiori (es. circa 1.000 m s.l.m.) della zona di Fabriano e sono composti prevalentemente da faggio misto ad altre latifoglie come ad esempio i carpini. In questa area è stato installato un cantiere sperimentale su di una superficie di 44,65 ha caratterizzato da un avviamento all’alto fusto effettuato 18 anni prima. È stato possibile confrontare questi boschi con cedui limitrofi non gestiti, lasciati quindi ad evoluzione naturale. Dopo 18 anni dal taglio, si è misurata una quantità di carbonio e nei cedui avviati è risultata pari a 116,99 t ha-1; molto maggiore di quella del controllo in cui la quantità di carbonio stoccata è risultata di 80,71 t ha-1. Dall’avviamento ad oggi sono state quindi stoccate mediamente 2,02 t ha-1 di carbonio aggiuntivo ogni anno che possono essere imputate all’attuazione della GFS. Relativamente alla generazione dei crediti, considerando un periodo di cinque anni, che viene solitamente utilizzato come intervallo minimo, la quantità di carbonio stoccata a seguito del taglio di avviamento è stata di 10,08 t ha-1, che se riportata all’intera area del cantiere (44,65 ha), corrisponde ad un valore di 449,44 t ha-1 di carbonio, ovvero 1.644,95 t di CO2.In maniera conservativa non vengono considerati gli incrementi di carbonio nei pool di legno morto (es. maggiore quantità lasciata al suolo in accordo con GFS) e apparati radicali, che dovrebbero compensare le emissioni dovute alle operazioni di taglio.
La piattaforma di scambio informativo
Un importante output di progetto è costituito dalla predisposizione di una piattaforma informatica di scambio informativo, tra gli offerenti i Crediti e potenziali operatori economici interessati ad attività di carbon offsetting o a finanziare progetti per la valorizzazione dei servizi ecosistemici.
La piattaforma, già funzionante, ha l’obiettivo di mettere in contatto domanda e offerta. Nel momento in cui un acquirente è interessato a supportare un determinato progetto addizionale, viene puntualmente identificata l’area e il tipo di attività che sarà posta in essere, quantificando di conseguenza i relativi impatti positivi generati. La verifica delle azioni addizionali verrà quindi effettuata dall’Organismo di Controllo che annualmente verificherà il rispetto ai requisiti degli standard PEFC.
Tale piattaforma è raggiungibile tramite il sito di progetto (www.co2marche.it) e permette l’accesso come parte offerente non solo ai partner di progetto ma a qualunque gestore voglia intraprendere il percorso precedentemente delineato.
Conclusioni
Le attività portate avanti nell’ambito del progetto CO2 SFoMa Marche hanno mostrato prospettive di sviluppo interessanti non solo per quanto riguarda la certificazione forestale, ma anche per quanto riguarda la generazione di servizi ecosistemici nelle foreste gestite.
Il modello di certificazione di gruppo proposto nell’ambito del progetto, ha permesso il raggiungimento della più grande certificazione di gruppo del centro Italia con 9.208,25 ha (a livello di area geografica seconda in termini assoluti dopo la certificazione individuale dell’Unione dei Comuni Montani Colline Metallifere nelle province di Grosseto e di Livorno).
I tre soggetti gestori partner del progetto (SAF Marche, SAF Tronto e SAF Monti Azzurri) hanno potuto, grazie al modello implementato, coinvolgere nel gruppo anche l’Azienda Speciale Consorziale del Catria proponendosi potenzialmente come promotore della certificazione di GFS anche in altre aree della regione. Questa certificazione è testimonianza della possibilità di unire le forze pubbliche e private, superando frammentazioni territoriali per un obiettivo comune. In queste aree, grazie all’ottenimento e al mantenimento della certificazione di GFS, sarà garantita non solo l’applicazione di un sistema di monitoraggio continuo ma anche l’implementazione di un programma di miglioramento continuo.
Dal punto di vista dei servizi ecosistemici generati, si evidenzia che, se questi valori fossero confermati per tutte le aree certificate del Gruppo Bosco di Marca, gli interventi di gestione attiva porterebbero dunque portare all'assorbimento di diverse migliaia di tonnellate di CO2, contribuendo parallelamente alla creazione di nuove opportunità di business per i gestori forestali. Infatti, prendendo in considerazione le azioni addizionali, in termini di gestione (es. conversione cedui all’alto fusto), che si potrebbero fare nelle faggete e nelle aree con latifoglie miste (che rappresentano circa ⅔ della superficie certificata) si potrebbe arrivare a stoccare fino a un massimo di circa 24.000 t di CO2 in più ogni anno (cioè, 24.000 crediti di sostenibilità).
Questo senza poi considerare la presenza e l’incremento di altri co-benefici non direttamente misurati, come l’aumento della biodiversità, il miglioramento della gestione della risorsa idrica, la diminuzione dei fenomeni di erosione, l’immagine positiva collegata al turismo legato alla fruizione della natura. Ma non solo: gestione forestale attiva e sostenibile significa anche il rafforzamento di aspetti sociali ed economici, legati per esempio alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro in aree montane ma anche alla comunicazione del ruolo chiave che le foreste hanno nella vita di ognuno.
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