Il ritorno alle terre alte: un’opportunità di sviluppo dei territori montani?
La sempre maggiore invivibilità degli insediamenti di pianura, in particolare nei mesi estivi, ha come effetto, se pur ancora con una portata limitata, quella che si potrebbe definire una “migrazione climatica” verso le aree montane. Si tratta di uno spostamento che presenta evidenti opportunità ma le scelte devono essere attentamente valutate perché ci si muova compatibilmente alla capacità ricettiva e alla potenzialità di crescita sostenibile dei territori montani. A Vicenza un convegno per provare a fornire delle risposte, con contributi di esperti e studiosi del tema.
L’appuntamento con il convegno “Il ritorno alle terre alte: un’opportunità di sviluppo dei territori montani?” è per il 18 maggio 2024 alle ore 10:00 a Vicenza, presso l’Aula 3 (terzo piano). del Vicenza UNIVR Hub, in Viale Margherita 87.
CONTENUTO PROMOZIONALE
Di seguito il comunicato stampa diffuso dagli organizzatori.
Il progressivo e, stando ai dati di fatto, per ora incontenibile aumento della temperatura media dell’atmosfera sta determinando dei forti impatti in tutto il territorio nazionale. Ne sono testimonianza precipitazioni e fenomeni metereologici estremi da un lato e siccità e ondate di calore dall’altro.
Il riscaldamento globale rappresenta quindi una minaccia molto grave e le sue conseguenze si ripercuotono su molti aspetti della nostra vita. Tra questi quelli connessi con la vivibilità degli insediamenti di pianura, in particolare nei mesi estivi, stanno assumendo sempre più importanza. La reazione a questo stato di cose, pur se limitata nella portata, è risultata nell’affollamento estivo delle località montane alla ricerca di condizioni di benessere fisico.
Questo comportamento può essere considerato una spia della possibilità che in un futuro non troppo lontano si verifichi una sorta di “migrazione climatica” che interessi parte della popolazione della pianura che deciderà di spostarsi nelle aree montane, in particolare quelle più collegate alla pianura (per esempio le zone di media montagna, gli altipiani, le grandi valli alpine). Si tratta di uno spostamento di tipo permanente che potrà essere facilitato non solo dalle tecnologie di smart working, ma anche dalla creazione o dal potenziamento di attività di tipo artigianale capaci di offrire solide opportunità lavorative. In questo senso anche l’agricoltura potrà rivelarsi un settore strategico con l’introduzione di coltivazioni in grado garantire produzioni concorrenziali in termini di collocamento sul mercato.
Queste eventualità devono però essere attentamente valutate e si devono razionalmente pianificare i passi del possibile insediamento perché esso avvenga compatibilmente alla capacità ricettiva e alla potenzialità di crescita sostenibile dei territori montani. Ci si deve porre dunque la domanda se il fenomeno ipotizzato possa costituire un’opportunità di sviluppo dei territori montani, valutando i pro e i contro delle scelte da attuare.
Il convegno “Il ritorno alle terre alte: un’opportunità di sviluppo dei territori montani?” in programma a Vicenza il 18.5.2024 tenterà di fornire delle risposte alla domanda grazie ai contributi che un panel di esperti e studiosi porterà considerando le diverse sfaccettature della questione.
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