L’ecologia: una grande maestra di vita
recensione a cura di Luigi Torreggiani
“Frequentare le foreste aiuterà chi abbia voglia di sapere di più sulla natura come sugli uomini […]. È tutto gratuito, come la vera bellezza che ogni giorno ci circonda e che, distrattamente, ci facciamo passare accanto senza farci illuminare dalla sua luce rivelatrice”
Leggendo queste parole, con cui Marco Paci, già professore di Ecologia forestale presso l’Università degli Studi di Firenze, apre il suo nuovo libro “Ecologia della storia”, viene immediatamente da pensare alla famosa massima di Bernardo di Chiaravalle: “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”.
In realtà c’è una grande differenza tra queste visioni, seppur idealmente molto simili, ed è l’approccio di Paci, uno scienziato, che proprio attraverso i libri, quindi grazie allo studio dell’ecologia, sceglie di portarci nei boschi alla scoperta di interessanti parallelismi tra società ed ecosistemi naturali, tra la storia dell’umanità e le dinamiche delle foreste.
Il saggio “Ecologia della storia”, un testo breve ma decisamente molto denso, è al tempo stesso una lezione di ecologia, che permette a chiunque di comprendere con facilità concetti difficili come quelli relativi ai flussi di energia, alla complessità delle interconnessioni tra elementi, al concetto di climax, alle dinamiche successionali, e una riflessione sullo stato attuale e sul futuro della nostra società.
Questo saggio è al tempo stesso un’ottima lezione sulle basi dell’ecologia che una riflessione sullo stato attuale e sul futuro della nostra società.
Perché l’ecologia, come scrive Paci, è una “grande maestra di vita” e ci insegna, ad esempio, che la resilienza si esprime al meglio dopo grandi traumi: “La lezione che ci arriva dai disastri è sempre la stessa: la resilienza si traduce nel ritorno alla concretezza, all’essenziale - all’essenza della vita - alle sane energie vitali, ai valori autentici. Certi traumi, proprio come avviene negli ecosistemi forestali, rappresentano per noi occasioni di evoluzione, stimoli a mettere in moto l’intelligenza, il miglior bagaglio da cui farsi accompagnare quando si parte per un nuovo viaggio”.
Ma l’ecologia ci dimostra anche che in società paragonabili a grandi foreste vetuste, come quella occidentale di cui siamo parte, in uno stadio di generale decadimento strutturale e quindi di incapacità nello sfruttare efficientemente i flussi di energia, esistono già isole di rinnovazione e semi pronti a dare vita alla foresta del futuro, basta solo saperli vedere e scegliere di dare loro spazio e luce. La “fase climax”, concetto importante ma solo teorico, è un punto di arrivo dinamico, non statico, e questo è vero tanto nelle foreste come nelle società.
Anche se talvolta il professore di ecologia prevale sul saggista, come è normale che sia visto il curriculum dell’autore, questo testo riesce a stimolare interessanti riflessioni sia al neofita che all’esperto di foreste e, soprattutto, può rappresentare una piccola grande scintilla per lunghi e stimolanti dibattiti su chi siamo, sul nostro passato e su dove e come vogliamo scegliere di andare.
Dibattiti da svolgersi, obbligatoriamente, camminando in un bosco, impegnandosi a cogliere quella “luce rivelatrice” che Paci ci suggerisce di osservare e assorbire.
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