Sistema foresta-legno Italia: qualcosa si muove!
di Paolo Mori
In Italia il collegamento tra produttori e trasformatori di legno è generalmente debole. Ci sono delle eccezioni, che riguardano singole specie o aree geografiche circoscritte, ma nel complesso non esiste un mercato organizzato che permetta l’incontro di domanda e offerta.
Dal dicembre 2021 si sono però verificati tre fenomeni che danno speranza per un miglioramento della situazione.
- Il 14 dicembre 2021 è stato pubblicato un D.M del Mipaaf con cui si finanzia “un piano di rilevazione dei prezzi dei prodotti forestali”. Il piano triennale (2021-2023) ratifica il finanziamento di 1,09 milioni di euro del Mipaaf a UnionCamere con lo scopo di costruire un network dati specifico per il settore forestale. La governance sarà del Mipaaf con il supporto tecnico ed organizzativo di Unioncamere, e dovrà portare alla realizzazione di iniziative finalizzate alla costruzione, integrazione e diffusione di strumenti innovativi che favoriscano l’attivazione della domanda e lo sviluppo delle filiere di settore. Gli ambiti indagati, anche parallelamente, dovranno essere:
- prodotti forestali ad uso industriale (in piedi e su strada);
- biomasse ad uso energetico da foresta (legna da ardere, cippato e pellet);
- prodotti fuori foresta (da arboricoltura da legno, pioppicoltura, cedui a rotazione rapida, agroselvicoltura);
- prodotti forestali non legnosi (sughero, tartufo, tannino, ecc).
- il 6 maggio 2022 a Progetto Fuoco, evento fieristico internazionale dedicato al riscaldamento a biomasse legnose, AIEL (Associazione Italiana per le Agroenergie) ha organizzato il convegno “Il sistema foresta-legno in Italia: il settore forestale, elemento strategico dell’economia circolare”. L’evento, data la grande partecipazione di relatori, trasversale a tutto il settore, si è configurato come una sorta di stati generali sul legno. Tra i tanti interventi si segnala quello del Prof. Davide Pettenella che ha fatto il punto sullo stato dell’arte delle utilizzazioni forestali evidenziando come, pur con i limiti di accuratezza dei dati disponibili, è possibile stimare un prelievo legnoso complessivo in Italia di circa 12,2 milioni di m3 (30,7%), a fronte di un incremento annuale di circa 37,9 milioni di m3. Nel complesso non esiste un problema di sovrautilizzazione dei boschi italiani – ha spiegato Pettenella – ma una necessità di alzare la percentuale di prelievi di legname da opera, che rappresenta oggi solo il 15% del totale, continuando ad applicare l’approccio a cascata. La Dr.ssa Alessandra Stefani, Direttrice della DiFor, ha concluso sostenendo che il mondo forestale deve prendere coscienza che esistono usi alternativi delle risorse forestali. Quasi tutte le associazioni e le realtà presenti oggi siedono anche al tavolo di filiera forestale del Mipaaf: il dialogo deve continuare in quella sede. Proporrò inoltre di strutturare un sotto-tavolo energia con cui definire 5 punti precisi affinché quanto ci siamo detti oggi e quanto abbiamo scritto nella nostra Strategia forestale nazionale non resti solo su carta ma si realizzi in modo coerente.
- il 10 maggio 2022 – è attivata la Borsa Italiana del legno, frutto della collaborazione tra Assolegno di FederlegnoArredo, Borsa Merci Telematica Italiana, con il supporto della Direzione Foreste del ministero delle Politiche Agricole e Forestali e UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani). UNCEM dichiara che sono oltre 400 i prodotti a base legno, suddivisi in settori merceologici affini, raggruppati in elementi che provengono direttamente dal bosco ed elementi che derivano dalle prime e seconde lavorazioni. Si accede alla Borsa Italiana del legno, previa registrazione dell’impresa o dell’Ente, attraverso questo link. Tuttavia, al momento, pare si tratti ancora di un mercato sperimentale in cui le categorie connesse al legno a cui è possibile iscriversi sono solo 2: “tondame” e “prodotti da costruzione a base legno”.
Negli ultimi 30 anni le iniziative volte a rendere più efficiente, trasparente e meglio connesso il mercato del legno italiano sono state numerose. Purtroppo, se si fa eccezione per il “progetto legno” della CCIAA della Provincia Autonoma di Trento, in piedi dal 1994, le iniziative fin qui intraprese sono state fallimentari, al di sotto delle aspettative, molto locali o poco significative rispetto ai volumi prodotti. Connettere produzione e trasformazione non è affatto facile. Servono risorse, attività efficaci di marketing e promozione e costanza nel tempo, come ha ben dimostrato il progetto della CCIAA di Trento.
Connettere produzione e trasformazione non è affatto facile, servono risorse, attività efficaci di marketing e promozione e costanza nel tempo.
Questa volta il movimento e l’interesse sembrano più ampi, le istituzioni e le associazioni coinvolte più importanti, le risorse a disposizione di Unioncamere potenzialmente capaci di dare effettivamente origine a un Osservatorio delle filiere dei prodotti forestali. Non resta che osservare e restare pronti a partecipare non appena e ne saranno le condizioni.
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