A Roma si è svolto “Forests for the world”, il G7 delle foreste: la dichiarazione finale

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Dal 15 al 16 ottobre scorso a Roma, nell’ambito della Presidenza italiana del G7 e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si è tenuto un importante evento istituzionale dedicato alle foreste mondiali. Intitolato “Forests for the world”, è stato pensato come il prosieguo ideale di un’altra Conferenza internazionale, organizzata sempre a Roma dall’11 al 12 ottobre 2022, dal titolo “Ripristino delle foreste mondiali e degli alberi”.
L’incontro è stato coordinato dal Masaf e dall’Accademia dei Lincei in rappresentanza di tutto il mondo accademico, in collaborazione con FederLegnoArredo, FIDAF e con la partecipazione di FAO, EFI e CREA.
Al termine di due giorni di relazioni e dibattiti, aperti dal Ministro Lollobrigida e con l’attenta partecipazione della Ministra per l’ambiente del Congo, Rosalie Matondo, è stata redatta un’importante dichiarazione finale che riportiamo in questo articolo, da noi tradotta informalmente in italiano.
Ma prima della dichiarazione finale è importante conoscere il parere sull’evento da parte di chi lo ha coordinato fin dalla sua ideazione, ovvero la ex Direttrice della Direzione generale economia montana e foreste del Masaf, oggi Presidente del Cluster "Italia Foresta Legno", Alessandra Stefani.
“Grazie al riconoscimento, supportato dalle prestigiose relazioni di carattere scientifico, dell’importanza degli ecosistemi forestali del mondo per l’adattamento e la mitigazione degli effetti della crisi climatica e per l’equilibrio dell’intero pianeta, ma anche per l’economia delle Nazioni attraverso il legno e gli altri prodotti forestali di provenienza sostenibile, i partecipanti hanno posto l’accento sulla necessità di incentivare l’uso sostenibile dei suoli e di ridurre, fino ad azzerare, la deforestazione ed il degrado forestale, in particolare nei tre bacini (Amazzonia, Congo, Indonesia) che ospitano l’80% delle foreste tropicali del mondo” spiega Stefani.
“Per questo, è stata affermata la necessità di stanziare adeguate risorse finanziarie per sostenere le attività, in particolare, delle nazioni a basso reddito. Hanno chiesto di assicurare che il commercio mondiale delle materie prime e dei prodotti che derivano dalle foreste siano di provenienza e di produzione sostenibile, contribuendo al sostentamento ed ai valori socioculturali delle popolazioni locali e delle loro conoscenze tradizionali, prendendo nota delle pertinenti iniziative legislative correlate a questo tema, quali l’Accordo di Amsterdam, l’EUTR e l’EUDR. A tal proposito, è stato anche raccomandato lo snellimento delle relative procedure e la fornitura dell’assistenza tecnica dei piccoli proprietari”.
“Infine”, aggiunge Alessandra Stefani, “è stato sottolineato il ruolo dei sistemi di certificazione ed è stato chiesto agli Stati di rafforzare l’impegno della cooperazione internazionale per lo sviluppo incentrato sulle foreste, raccomandando altresì il rafforzamento del ruolo svolto dalle organizzazioni intergovernative e sollecitando un’adeguata attenzione a livello internazionale per rafforzare adeguatamente i programmi e di progetti per la tutela delle foreste esistenti, il ripristino di quelle degradate, i rimboschimenti”.
Il Governo italiano, cui è stato riconosciuto il ruolo di aver mantenuto vivo l’interesse in tema di problemi forestali nell’ambito G7 ed in altri organismi internazionali, è stato invitato a lanciare iniziative speciali sulle foreste, compresa “l’industria basata sulle foreste”, sempre nell’ambito G7, in stretta collaborazione con le parti interessate.
La dichiarazione “Forests for the world”
I partecipanti all'Evento Speciale G7 "Forests for the world", dopo un'approfondita discussione sulle esperienze nazionali e internazionali:
- Riconoscono il ruolo del Governo italiano nel mantenere vivo l’interesse sui problemi forestali nel G7 e in altri organismi internazionali;
- Riconoscono che gli ecosistemi forestali del mondo, compresi i corpi idrici, svolgono un ruolo fondamentale come deposito di gas serra, mitigando l'impatto di eventi estremi e preservando la biodiversità, il suolo e i servizi ecosistemici, fornendo nel contempo a miliardi di persone derrate alimentari, mezzi di sussistenza e benessere (paradigma One Health);
- Sottolineano l'importanza del legname, dei prodotti in legno e di altri prodotti forestali di provenienza sostenibile, per la creazione e il mantenimento di una fiorente bioeconomia circolare e della neutralità climatica;
- Rimarcano che il sistema climatico terrestre sta cambiando a un ritmo allarmante, nonostante le azioni e le iniziative già intraprese a livello mondiale, e che aumentano gli impatti e i rischi connessi in una serie di ecosistemi, minacciando al contempo gli impegni mondiali per perseguire gli obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e gli obiettivi dichiarati delle Convenzioni ambientali delle Nazioni Unite, compreso il Forum ONU delle Foreste. Per molte nazioni vulnerabili questi impatti costituiscono ostacolo e minaccia anche per il loro sviluppo economico e sociale;
- Notano che l'uso insostenibile del suolo, combinato con i crescenti cambiamenti degli andamenti meteorologici, è motore della deforestazione, del degrado della terra e della perdita di biodiversità, in molti Paesi, e influisce sui mezzi di sussistenza di milioni di persone, dà luogo all'aumento delle migrazioni causate dall'ambiente;
- Riconoscono che la deforestazione e il degrado delle foreste continuano ad avanzare a un ritmo allarmante e che la maggior parte di questi fenomeni è determinata dall'espansione dell'agricoltura e degli allevamenti e dall'uso non sostenibile delle risorse naturali;
- Riconoscono che l'impegno dell'Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2050, ridurrebbe significativamente i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici e aumenterebbe la capacità di adattamento degli ecosistemi forestali nel mondo;
- Sottolineano il ruolo vitale dei Tre Bacini - Amazzonia, Congo e Indonesia - che ospitano 80% delle foreste tropicali del mondo e due terzi della biodiversità terrestre, e che agiscono da regolatori globali dell'equilibrio del carbonio terrestre, di fronte all'accelerazione del cambiamento climatico e alle sue conseguenze sempre più dannose per le comunità umane e le specie animali e vegetali. Prendono atto con interesse delle conclusioni dei vertici di Nairobi e Brazzaville e del contenuto della dichiarazione di Belen;
- Notano che il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni può essere fermato bloccando il giro d’affari generato dalla deforestazione e dall'uso non sostenibile delle foreste e incentivando la protezione delle foreste, un obiettivo perseguibile creando un mercato per i prodotti esenti da deforestazione e attribuendo valore ai servizi ecosistemici;
- Riaffermano l'urgenza di arrestare e, anzi, invertire la deforestazione e il degrado forestale a livello mondiale, attraverso la gestione sostenibile delle foreste, l'afforestazione, la riforestazione e i programmi di ripristino degli ecosistemi, favorendo, nel contempo, l'adattamento e la resilienza degli ecosistemi forestali ai cambiamenti climatici. Gli elementi chiave di una gestione adattativa al clima e dei piani di ripristino includono la conservazione degli habitat naturali e della diversità strutturale degli ecosistemi, l'aumento della variabilità nella distribuzione, nella densità e nell'età delle specie arboree, la promozione della produzione di materiale di propagazione di alta qualità per il ripristino delle foreste e del paesaggio, mediante la conservazione e la gestione delle risorse genetiche forestali;
- Affermano la necessità di stanziare adeguate risorse finanziarie per sostenere le iniziative di ripristino delle foreste e degli ecosistemi, con particolare riferimento alle nazioni a basso reddito, e quindi di sostenere l'appello lanciato dai Vertici di Brazzaville e di Nairobi per una coalizione che finanzi la protezione degli ambienti ricchi di specie selvatiche e di importanti siti di stoccaggio dell'anidride carbonica. A questo proposito si sottolinea il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali;
- Chiedono di fermare la deforestazione assicurando che le materie prime e i prodotti che entrano nel mercato commerciale mondiale siano di provenienza e produzione sostenibile - il che significa che la loro produzione non ha contribuito alla deforestazione e al degrado delle foreste - da foreste, agricoltura, allevamento zootecnico, suolo e acqua, contribuendo al contempo in modo significativo al sostentamento, ai valori socio-culturali delle popolazioni locali, comprese le comunità indigene, e alle loro conoscenze tradizionali;
- Encomiano le iniziative internazionali volte a fermare il commercio internazionale di legname illegale e a stimolare ed espandere il commercio di legname ottenuto da foreste gestite in modo responsabile e certificate da solidi sistemi internazionali in cui sono rappresentate molte parti interessate;
- Indicano lo sviluppo senza deforestazione come una valida opportunità da perseguire attingendo alle risorse auto-rigeneranti disponibili localmente, come il legname pregiato e i prodotti nutraceutici;
- Prendono nota della legislazione pertinente, come l'Accordo di Amsterdam, l'EUTR e l'EUDR, sulla commercializzazione del legname e dei prodotti alimentari, e raccomandano lo snellimento delle relative procedure e la fornitura di assistenza tecnica per facilitarne la applicazione, con particolare riferimento al rafforzamento delle capacità dei piccoli agricoltori;
- Sottolineano il ruolo complementare di sistemi di certificazione affidabili per affrontare le sfide ambientali, come la deforestazione, e nel sostenere l'attuazione e il rispetto della legislazione forestale a livello mondiale;
- Rilevando con soddisfazione che molti programmi e i progetti di cooperazione internazionale, compresi quelli gestiti dal settore privato, in atto in diversi Paesi coinvolgono le comunità locali in attività di afforestazione, riforestazione, ripristino delle foreste e gestione sostenibile, includendo anche le conoscenze e le competenze tradizionali delle popolazioni indigene, e combinano gli obiettivi di conservazione della natura con la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo socio-economico, chiedono un rafforzamento dell’impegno nella cooperazione internazionale per lo sviluppo incentrato sulle foreste;
- Invitano il governo italiano a lanciare un'iniziativa speciale sulle foreste, compresa l'industria basata sulle foreste, nell'ambito del G7, in stretta collaborazione con le parti interessate;
- Raccomandano il rafforzamento del ruolo svolto dalle organizzazioni intergovernative, tra cui la FAO e il Forum delle Nazioni Unite sulle foreste, nonché dai rilevanti attori non statali, nel promuovere e coordinare le iniziative internazionali per l'afforestazione, la riforestazione, la protezione e il ripristino delle foreste e degli altri ecosistemi naturali;
- Sostengono gli impegni internazionali volti a scoraggiare l'espansione della frontiera agricola a spese delle foreste e di altri ecosistemi naturali, regolando il commercio internazionale di legname e prodotti agricoli, e incoraggiando così la creazione di mercati esenti da deforestazione; e
- Sollecitano un'adeguata attenzione a livello internazionale per il rafforzamento delle capacità operative, lo sviluppo istituzionale e la condivisione delle conoscenze, al fine di rafforzare adeguatamente i programmi e i progetti di afforestazione, riforestazione e ripristino delle foreste.
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