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Pillole forestali dall’Italia #57 - Piccoli proprietari, normative europee, carte forestali (e altre notizie di maggio)

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Pillole forestali dall'Italia puntata 57

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 57 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.

Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italia, che ringraziamo per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.

Preferisci ascoltare o leggere?

Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):

Qui invece le notizie da LEGGERE:

I "PUFFI" FORESTALI SI SONO INCONTRATI A ROMA

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Iniziamo sconfinando un po’ nel territorio della rubrica parallela a questa, ovvero quella curata dal direttore Paolo Mori: Pillole Forestali dal Mondo.

La scorsa settimana, infatti, da 20 al 22 maggio, la sede FAO di Roma (quindi saremmo a pieno titolo nei confini di questa rubrica) ha accolto la prima Conferenza Europea (ecco lo sconfinamento!) dedicata alle piccole proprietà forestali. Si è trattato di un evento organizzato nell'ambito del progetto SMURF, nome geniale che in inglese significa “Puffi”, avete capito bene, i piccoli personaggi blu dei cartoni animati che vivono nel bosco… ma che è anche acronimo di “Sustainable Management for Europe's Small Forests”.

Il progetto si occupa proprio delle piccole proprietà forestali europee, con l’obiettivo di migliorarne la gestione contrastando la frammentazione, nell’ottica di incrementare la produzione legnosa e non legnosa e la valorizzazione dei servizi ecosistemici. I partner italiani del progetto sono due: la start-up toscana BlueBiloba e l’Università degli Studi di Firenze.

La conferenza di Roma ha riunito più di 150 partecipanti da tutta Europa, tra proprietari forestali privati, pubblici e collettivi, associazioni di proprietari, rappresentanti di enti e imprese del settore, ricercatori e ONG.

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“Si stima che in Europa ci siano circa 60 milioni di piccoli proprietari forestali”, ha spiegato Francesca Giannetti, ricercatrice dell’Università di Firenze e co-organizzatrice della tre giorni, “sostenerli e dare loro voce non è solo importante, è essenziale”.

Proprio Francesca Giannetti ci ha riportato alcune riflessioni emerse durante la Conferenza. La prima è legata alla necessità di lavorare insieme alle associazioni dei piccoli proprietari, anche favorendo una costante collaborazione tra le stesse. In questo senso, a Roma è stato lanciato un nuovo network europeo chiamato “Laurus”. La seconda è legata alla necessità, comune in tutta Europa, di trovare forme di aiuto economico per favorire l’associazionismo tra piccoli proprietari e quindi la gestione delle loro foreste spesso frammentate e abbandonate. A Roma si è discusso anche di come valorizzare nuovi prodotti e servizi attraverso l’associazionismo e della necessità di ampliare le collaborazioni tra proprietà pubbliche e private.

Per dare gambe a queste priorità SMURF ha lanciato due call pubbliche, rivolte alle associazioni di piccoli proprietari forestali, per finanziare con un massimo di 60.000 euro per ciascuna realtà l’implementazione di progetti pilota innovativi, lo sviluppo di pratiche selvicolturali “Closer to Nature”, la partecipazione a sessioni formative e a gruppi di lavoro nazionali e regionali. La prima call, già chiusa, ha finanziato 35 progetti. La seconda, aperta il 9 aprile con un budget di 825.000 euro, punta a finanziarne 40. La scadenza per la presentazione delle domande è il 2 luglio e ovviamente, se ne avete le caratteristiche, vi invitiamo a partecipare.

Quello della frammentazione fondiaria, lo sappiamo, è uno dei grandi temi che frenano la gestione forestale. Ben vengano quindi queste iniziative, che non solo operano nella giusta direzione ma anche alla giusta scala, quella europea, necessaria per guardare oltre il proprio orticello, anzi, oltre il proprio piccolo bosco.

 

Per approfondire: 

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EUDR: L’ITALIA È A "RISCHIO BASSO" DI DEFORESTAZIONE

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“La tanto attesa lista dei Paesi a rischio basso e alto in termini EUDR è stata finalmente pubblicata”. Con questa frase Angelo Mariano di Conlegno, uno dei maggiori esperti italiani dei regolamenti EUTR ed EUDR, ha annunciato sul proprio profilo Linkedin l’uscita di un documento importante legato alla nuova normativa europea sulla deforestazione.

“Ricordo”, ha sottolineato Mariano, “che per tutti i Paesi a basso rischio, gli operatori EUDR potranno praticare la cosiddetta due diligence semplificata, che non comporta l'analisi dell'eventuale insorgenza di deforestazione o degrado forestale negli appezzamenti di produzione delle materie prime interessate”. Tra i Paesi considerati a basso rischio c’è per fortuna anche l’Italia, insieme a tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea.

La classificazione del rischio EUDR è anche centrale per determinare la frequenza dei controlli a carico degli operatori. In base all’articolo 16 del Regolamento, infatti, per i Paesi a basso rischio i controlli dovranno coprire almeno l’1% degli operatori, rispetto al 3% dei paesi a rischio standard e al 9% di quelli a rischio alto.

Nonostante questo passaggio non mancano spinte politiche in sede europea per semplificare ulteriormente la normativa EUDR, come ha spiegato Matteo Favero di AIEL in un interessante approfondimento sul tema pubblicato sul sito Energiadallegno.it. Tra le proposte, l’introduzione della categoria “Paesi a rischio zero”, un nuovo rinvio dell’applicazione del Regolamento e l’inclusione dell’EUDR nei piani di semplificazione della Commissione. Inoltre, spiega Favero, diversi eurodeputati hanno firmato una lettera che chiede: il posticipo dell’entrata in vigore dell’EUDR fino alla risoluzione delle criticità tecniche; esenzioni o procedure semplificate per le PMI e per gli operatori provenienti da aree a rischio basso; l’integrazione dei sistemi di certificazione esistenti per ridurre duplicazioni; una revisione delle modalità di tracciabilità delle filiere complesse e l’uso di tecnologie come il monitoraggio satellitare.

Insomma, tra novità e dibattiti, l’entrata in vigore dell’EUDR sarà uno dei temi caldi dei prossimi mesi. Vi terremo costantemente aggiornati su quanto accadrà attorno a questa discussa e importante normativa.

 

Per approfondire: 

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IL PIEMONTE HA UNA NUOVA CARTA FORESTALE

Da non molto tempo abbiamo annunciato l’uscita della Carta Forestale d’Italia all’interno del SinFOR, il Sistema Informativo forestale nazionale. Questa carta, realizzata dal CREA Foreste e Legno, ha delimitato la superficie forestale nazionale in base a tre diverse definizioni di bosco (TUFF, FAO e definizioni specifiche di Regioni e Province Autonome) oltre ad aver armonizzato le carte forestali regionali o provinciali già esistenti rispetto alla mappatura delle categorie forestali.

Si tratta di uno strumento prezioso che sarà in continuo aggiornamento, sia perché, come ha spiegato il CREA Foreste e Legno, la maschera bosco/non bosco verrà sottoposta continuamente a controlli di qualità e congruenza; sia perché, nel frattempo, le varie amministrazioni locali potranno aggiornare le proprie cartografie forestali.

È questo il caso della Regione Piemonte, che lo scorso 20 maggio ha annunciato la pubblicazione della nuova Carta forestale regionale riferita all’anno 2024.

Lo strato informativo della precedente Carta forestale, datata 2016, è stato aggiornato con i dati rilevati per la redazione dei Piani Forestali Aziendali/Piani di Gestione Forestale progressivamente approvati nell’ultimo quindicennio e tenendo conto dei cosiddetti “procedimenti di non bosco” e di trasformazione del bosco attivati negli anni. La base dati della carta è stata anche arricchita con nuove tipologie forestali, associando a ogni tipo forestale i codici habitat Natura 2000, EUNIS, INFC e la classificazione European Forest Types.

Regione Piemonte ha spiegato che l’attività di evoluzione e aggiornamento della Carta proseguirà nei prossimi anni con i dati rilevati nell’ambito di redazione dei PFIT (Piani Forestali d’Indirizzo Territoriale) per ciascuna “Area forestale” individuata sul territorio regionale.

È interessante notare come, passo dopo passo, il “puzzle” immaginato dal TUFF (Testo Unico su Foreste e Filiere Forestali) e dalla Strategia Forestale Nazionale si stia componendo: aggiornamenti normativi, cartografici, raccolta di dati e informazioni e soprattutto pianificazione a più livelli. Peccato che questa composizione sia ancora disomogenea e che il quadro che si va via via designando sia ancora troppo “a chiazze”, spesso molto diverso, tema per tema, da regione a regione.

 

Per approfondire:

NOVE "FUMATE BIANCHE" PER IL TURNOVER TECNOLOGICO

È già passato quasi un mese da un momento storico vissuto da molti di noi in mondovisione: stiamo parlando dell’elezione del nuovo Papa.

Nella prima giornata del Conclave, chi più per fede, chi più per curiosità, in tantissimi siamo stati per ore davanti all'immagine fissa di un comignolo, aspettando il colore del suo fumo. Durante quella strana attesa, la deformazione professionale mi ha portato istintivamente a pensare ai dati sulle stufe e sui camini a biomassa legnosa in Italia, con cui si scaldano milioni di famiglie. Apparecchi termici che, come spesso ci ricorda AIEL - Associazione Italiana Energie Agroforestali, sono in molti casi ancora obsoleti. Questi vecchi generatori, a causa di una cattiva combustione data da tecnologie antiquate (ma anche dall'utilizzo di biomassa di scarsa qualità) emettono nell'aria, proprio insieme al fumo, grandi quantitativi di particolato fine, un inquinante pericoloso per la salute umana.

Come sappiamo, questo problema genera molto allarme nella popolazione. Ma per fortuna conosciamo bene anche la soluzione: il turnover tecnologico degli impianti, che da anni è promosso da molte regioni e sta dando ottimi risultati.

Proprio AIEL, negli scorsi giorni, ha pubblicato un’interessante mappatura degli incentivi ad oggi presenti nelle varie realtà territoriali, sottolineando come sostituire vecchi impianti obsoleti con apparecchi moderni ed efficienti a legna, pellet e cippato sia oggi più conveniente che mai. Grazie ai bandi locali attivati in molte Regioni e Province Autonome italiane è infatti possibile ottenere contributi consistenti, spesso cumulabili con l’incentivo nazionale del Conto Termico, per passare a tecnologie di ultima generazione, efficienti, performanti e a basse emissioni.

Dalla mappatura di AIEL si contano 9 tra Regioni e Province Autonome che attualmente propongono incentivi per il turnover tecnologico di stufe e camini: Trentino, Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Per ciascuna di queste realtà, AIEL ha spiegato in dettaglio gli incentivi disponibili e ha fornito link di approfondimento.

Ovviamente non abbiamo riportato questa notizia per lo strano "parallelismo" (se così si può dire) con il recente Conclave, né tantomeno pensando a chi, tra di voi, deve sostituire la propria stufa. Lo abbiamo fatto in parte per stimolare quelle regioni, la maggior parte, che ancora non hanno previsto incentivi (e qui torniamo alla riflessione della notizia precedente, sulle grandi differenze di approccio ai temi forestali purtroppo presenti in Italia). Ma lo abbiamo fatto soprattutto per proporvi una piccola, ulteriore riflessione.

A fronte di un problema reale legato al nostro settore, che rischia di gettare discredito e allarme su uno dei più importanti prodotti forestali, la soluzione non è certo quella di minimizzare o di far finta di nulla. Lavorare insieme alle istituzioni per rendere ancora più sostenibili la selvicoltura e l’uso del legno dev’essere, a nostro avviso, sempre la priorità. Quello del turnover tecnologico degli impianti a biomasse è quindi solo un esempio, ma questo concetto si potrebbe replicare (come vedremo nella notizia successiva) in molti altri campi.

 

Per approfondire:

CINQUE VIDEO PER CREARE SITI HABITAT PER SAPROXILICI

Terminiamo come sempre con un consiglio di lettura, ascolto o visione.

Anche in questa occasione vi suggeriamo la visione di una serie di 5 filmati realizzati da noi di Compagnia delle Foreste. Si tratta di brevi clip video, realizzate nell’ambito del progetto europeo Life SPAN e dedicate ai tecnici forestali, in cui si spiega come realizzare delle SHS, ovvero dei “Siti Habitat per Saproxilici”.

Il Life SPAN ha l’obiettivo di incrementare i livelli di biodiversità forestale in boschi strutturalmente semplificati e poveri di elementi di interesse naturalistico, soprattutto a causa di una gestione tradizionale poco propensa al rilascio di legno morto in bosco. 

L’aspetto interessante è che questo progetto punta a far coesistere le esigenze di conservazione della biodiversità con quelle produttive: un approccio di equilibrio che si può ottenere proprio grazie alla presenza di una rete di SHS.

Si tratta in pratica di una serie di aree, diffuse a macchia d’olio nel complesso forestale e tra loro interconnesse, caratterizzate da elementi di naturalità propri di foreste mature e diversificate. Tra questi elementi spicca proprio la presenza di legno morto, utile a favorire le specie saproxiliche. Queste specie, indicatrici di elevata biodiversità, sono fondamentali per il ricircolo degli elementi nutritivi e il conseguente funzionamento della catena trofica. 

I video parlano della creazione di legno morto a terra e in piedi a seguito di sradicamento o di diversi gradienti di cercinatura; della creazione di microhabitat come i catini basali, dove viene raccolta l’acqua convogliata dai fusti; di cavità in quota e di ricacci da capitozzatura con funzione di rifugio per insetti, uccelli e pipistrelli; di aperture nella copertura forestale che creano maggiore eterogeneità e varie condizioni di luce al suolo.

Grazie alle domande di Andrea Barzagli di Compagnia delle Foreste e all’esperienza pratica di Bruno De Cinti e Flavia Sicuriello del CNR-IRET, attraverso questa playlist è possibile comprendere le tecniche messe in atto e apprendere alcuni consigli adatti alla loro replicabilità.

Torniamo alla riflessione della notizia precedente: quando di fronte ad un problema (in questo caso la semplificazione strutturale dei boschi e la conseguente perdita di biodiversità) è possibile lavorare a una soluzione fattibile e di equilibrio, vale la pena di rifletterci e di provare, prima di tutto mentalmente, ad andare oltre lo status quo.

 

Guarda i video:

Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!

Prima di chiudere vi ricordiamo che alle quindicinali "Pillole forestali dall'Italia" si sono da poco affiancate le "Pillole forestali dal mondo", realizzate a cadenza mensile dal Direttore Paolo MoriCome per le Pillole forestali dall'Italia, anche quelle dal mondo sono gratuite e si possono sia leggere che ascoltare in versione podcast. Vi consigliamo di seguire entrambe queste rubriche!

Vi ricordiamo infine che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:  

Alla prossima edizione!

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