Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
di Paolo Mori
Senza sosta e su più fronti contemporaneamente. Questa affermazione si adatta bene all’attività della Direzione Foreste (DiFor) del Mipaaf e di tutto l’ampio e variegato parterre di esperti e di relazioni che la DiFor stessa ha messo in moto per dare seguito e sostanza al Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali (TUFF - D.Lgs. 34/2018).
Grazie a un complesso lavoro di squadra, rallentato non poco dai tempi della politica e delle procedure burocratiche, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.) del 1 Dicembre 2021 (Serie generale n. 286), è uscito il Decreto che regolerà la realizzazione e la gestione della viabilità forestale https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/12/01/21A06999/sg
Quattro giorni dopo, nella G.U. n. 289, è stato pubblicato il decreto sui criteri minimi per l’elaborazione dei piani forestali di indirizzo territoriale (PFIT) e per i piani di gestione forestale (PGF): https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/12/04/21A07076/sg
I due decreti sono merito dell’iniziativa della DiFor del CREA PB e della competenza degli esperti di ogni livello che sono stari consultati e coinvolti per la stesura dei testi. Ma un elemento di forza altrettanto importante è che entrambi i decreti siano firmati da ben 3 Ministri: Patuanelli per il Mipaaf, Franceschini per il Ministero della Cultura e Cingolani per il MiTE.
In sostanza sono decreti legislativi che non sono frutto dell’iniziativa solitaria di uno dei tre Ministeri, ma il risultato di una condivisione che ha portato ad una sottoscrizione congiunta. Questo, dando voce a molti forestali con cui siamo in contatto, è quanto abbiamo auspicato in occasione dei 20 anni di Sherwood nel 2015. A sei anni di distanza, finalmente e senza alcun merito diretto da parte nostra, possiamo disporre delle prime norme unitarie. Certo la strada per avere un referente unico o una cabina di regia congiunta tra i 3 Ministeri è ancora molto lontana, ma il percorso pare iniziato e la direzione sembra quella giusta. Per questi due Decreti infatti non sarà più necessario interpretare la norma emanata da un Ministero cercando di capire se confligge con quella di un altro Ministero. In questo caso non si dovrà valutare, a nostro rischio, quale norma prevale, poiché la norma è congiunta.
La strada per avere un referente unico o una cabina di regia congiunta tra i 3 Ministeri è ancora molto lontana, ma il percorso pare iniziato e la direzione sembra quella giusta.
Premesso che vale la pena usare i link sopra riportati per leggerli entrambi, visto che si leggono in poco tempo, metto in evidenza alcuni particolari che vanno oltre la genesi di cui vi ho appena scritto.
Entrando nel merito del Decreto sulla viabilità, segnalo l’articolo 4, in cui si forniscono alle Regioni i criteri minimi “progettuali e procedurali” poiché si dà priorità al recupero dei vecchi tracciati, “purché idonei alle moderne esigenze e tenuto conto della sicurezza del transito”. Se si fosse fatto uso di buon senso, non ci sarebbe da sottolineare questo aspetto, ma in passato è successo più di una volta che ci sia stata segnalata una situazione in cui pur di non allargare la strada di 50 cm, si faceva rischiare il ribaltamento del trattore, della camion o del forwarder ad ogni curva. Altro aspetto che mostra sensibilità e buon senso è la raccomandazione di richiedere un livello di onerosità tecnica decrescente in funzione della categoria in cui il Decreto stesso la considera.
Il Decreto sulla pianificazione è molto più complesso. Del resto punta ad armonizzare la pianificazione forestale, sia a scala di comprensorio che a scala aziendale, con il complesso sistema di pianificazione che investe i nostri territori. Qui non c’è modo di entrare nel dettaglio, ma vale la pena segnalare la volontà congiunta (!) su due temi di grande importanza:
La lettura aiuterà a comprendere meglio i dettagli, che ci sono e sembrano ben pensati. Naturalmente questo è un passo importante, ma è solo un passo in un lungo e complesso cammino. Un percorso tortuoso in cui sarà necessario saper trovare IN OGNI Regione e IN OGNI comprensorio, soluzioni comuni tra i portatori di interesse che si rivolgono ai tre Ministeri firmatari. Portatori d’interesse che hanno le loro priorità e le loro frange estremiste, perennemente orientate al “o tutto o niente!”.
Un passo importante, ma solo un passo in un lungo e complesso cammino. Un percorso in cui sarà necessario saper trovare in ogni Regione e in ogni comprensorio, soluzioni comuni e condivise tra i portatori di interesse.
Sarà decisivo imparare e non calare le soluzioni dall’alto, in particolare per i PFIT. Spesso nell’articolato del Decreto si fa riferimento ad “ogni area omogenea”. Sarebbe importante tenere presente che, per puntare ad una sostenibilità reale, l’omogeneità non deve essere solo “forestale”, ma anche sociale ed economica. Non considerarle tutte e tre significherebbe produrre piani che non solo non verrebbero applicati, ma che potrebbero creare problemi alle dinamiche sociali ed economiche in atto, decretandone la scomparsa a tavolino. In fine l’auspicio è che si riescano finalmente ad organizzare e coinvolgere coloro che nella pratica posso applicare i Decreti: proprietari, imprese e tecnici forestali che operano sul territorio. Loro sono il braccio operativo di tutti noi sul territorio. Senza un loro coinvolgimento da parte delle Regioni i Decreti, in particolare quello sulla pianificazione, rischiano di prendere derive inapplicabili e di avere ricadute molto modeste.
E’ chiaro che si tratta di sfide molto importanti. Per vincerle si dovrà lavorare in velocità, non con fretta. Si dovrà lavorare senza sosta, mediando l’interesse di tutti, evitando fughe in avanti e colpi bassi. Se è stato possibile produrre questi due Decreti, si deve essere ottimisti poiché, come dichiarava l’ex presidente Obama nella sua prima campagna elettorale, significa che “si può”.
Inquadriamo le pratiche di terapia forestale nel contesto socioeconomico con un intervistata a Ilaria Doimo e Davide Pettenella che hanno approfondito questo tema attraverso studi e ricerche.
Rilievo di precisione della martellata con sistemi GNSS-RTK quale supporto alla progettazione di cantieri di utilizzazione forestale soprattutto in aree protette.
Il “silenzio del bosco”, condizione soggettiva di ascolto e attenzione contrapposto ad un ecologismo che spesso non tiene conto dei rapporti consolidati fra territori e residenti.
Su “Il Tascabile”, la rivista di approfondimento della Treccani, un articolo di Luigi Torreggiani dedicato ai "confini" della divulgazione scientifica.
Un dottore forestale piemontese ci ha segnalato un fatto interessante, che porta a numerose riflessioni: il no di una scuola ad una proposta di educazione ambientale dedicata alla selvicoltura e al
Un editoriale apparso sul sito di Mountain Wilderness Italia intitolato "Non ci sono più boscaioli ed è un problema per tutti" spinge a ulteriori riflessioni.
Il nuovo Manifesto di EUSTAFOR invita a riflettere sul ruolo di esempio dei demani forestali pubblici
L'umanizzazione edulcorante della natura fa davvero bene al rapporto tra esseri umani ed ecosistemi? Una riflessione a partire da un articolo del Guardian.
Per prolungare la fissazione di CO2 oltre la vita delle piante queste devono avere un fusto idoneo ad essere trasformato in manufatti di lunga durata.
Nell'editoriale del numero 253 di Sherwood (2021) Luigi Torreggiani si interroga sul fatto che nell'acceso dibattito tra conservazione e utilizzazione c'è sempre un grande assente: la selvicoltura
Recensione della serie televisiva "L'uomo dei boschi", una produzione francese con protagonista Simon Allix, un artista viaggiatore che applica il suo talento all’editoria e al cinema.
Recensione del podcast “Vicini e lontani” del Post, con Matteo Bordone si parla di specie alloctone che proliferano fuori dal loro territorio di origine.
Dicono che troverete più nei boschi che nei libri. E che gli alberi vi insegneranno cose che nessun maestro vi dirà. È vero! Ed è proprio questa la meraviglia del bosco.
Pascale ci consegna un diario, un itinerario all’interno del suo “giardino botanico”, dove vengono raccontati i traguardi, ma anche i fallimenti e le debolezze di una vita intrecciata alle pi
Un podcast di RAI Play Sound che, in cinque puntate, prova a raccontare altrettante storie scritte a partire dall’immaginario Archivio Dendrosonico: per parlare del presente e del passato.
Un video che ripercorre a ritroso il viaggio che ha per protagonista il legno di risonanza di un abete rosso trasformato in un clavicembalo artigianale di elevatissima qualità acustica.
Per installare questa Web App sul tuo iPhone/iPad premi l'icona. E poi Aggiungi alla schermata principale.