Pagamenti per Servizi Ecosistemici: il progetto ProForPES ne svela opportunità e sfide analizzando più di 100 casi studio

Ascolta l'articolo
di Francesca Carlotta Brusa, Martina Doppio, Giulia Corradini
I sistemi di Pagamento per i Servizi Ecosistemici (PES) sono uno strumento per incentivare la gestione sostenibile delle foreste, ma richiedono capacità organizzativa, obiettivi chiari e interventi mirati per aumentarne l’efficacia. Nell’ambito del progetto europeo LIFE ProForPES sono stati analizzati oltre 100 progetti PES in Europa, per poter valutare sfide e opportunità, e cogliere spunti per l'attuazione delle future politiche europee più efficaci e mirate.
Le foreste europee coprono circa il 40% della superficie del continente e forniscono quotidianamente servizi ecosistemici essenziali per garantire la salute e il benessere umano, affrontare la crisi climatica, contrastare la perdita di biodiversità e assicurare la resilienza sociale delle comunità. La gestione forestale sostenibile svolge un ruolo chiave nel mantenere e garantire nel tempo questi servizi indispensabili. In questo contesto, i Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (PES) rappresentano uno strumento economico efficace per incentivare i proprietari forestali a migliorare le loro pratiche di gestione, facilitando un allineamento più efficiente tra domanda e offerta di servizi ecosistemici. Per questo stimolare i proprietari a migliorare la loro gestione forestale è diventato sempre più importante, e in questo senso incentivi economici come i PES mirano ad allineare meglio la domanda e l'offerta di servizi ecosistemici. Un recente studio, condotto nell’ambito del progetto europeo LIFE ProForPES, ha analizzato oltre 100 progetti PES in Europa, offrendo spunti preziosi per l'attuazione di future politiche europee più efficaci e mirate.
Come funzionano gli schemi PES
L'idea alla base dei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (PES) può essere letta anche attraverso la lente di un modello di business: si tratta infatti di strutturare un meccanismo che renda esplicito cosa viene offerto (i servizi ecosistemici, come aria pulita, disponibilità di acqua di qualità, biodiversità, paesaggi fruibili) e a chi (cittadini, aziende, enti pubblici) questi servizi sono destinati. In altre parole, si passa da una fruizione implicita e gratuita della natura a un modello in cui i benefici ricevuti vengono riconosciuti e valorizzati economicamente.
Chi fornisce questi servizi – ad esempio i proprietari di foreste, le aziende agricole, i consorzi irrigui o gli enti di gestione ambientale – assume un ruolo attivo nella produzione e manutenzione di beni comuni, mentre chi ne beneficia è chiamato a contribuire per garantirne la continuità e la qualità. La logica alla base dei PES è quella di creare transazioni volontarie tra fornitori e beneficiari, basate su accordi chiari e misurabili, che assicurino da un lato una giusta remunerazione per chi tutela gli ecosistemi, e dall’altro un accesso garantito e sostenibile ai benefici per chi li utilizza.
In questo senso, i PES possono essere progettati come veri e propri business model, in cui è necessario chiarire il valore generato, il target di riferimento, gli incentivi economici e le modalità di scambio. Questo approccio aiuta a rendere i PES strumenti più efficaci e replicabili, superando l’idea che i servizi naturali siano “gratuiti” solo perché non monetizzati, e favorendo una gestione attiva e condivisa del capitale naturale.
Nonostante in Italia si contino già diversi progetti pilota di PES, emergono ancora sfide significative. L'applicazione su larga scala, la sostenibilità economica a lungo termine e la distribuzione equa dei benefici rappresentano nodi da sciogliere per rendere questi meccanismi davvero efficaci. Lo studio condotto in collaborazione con Etifor | Valuing Nature ha analizzato progetti di PES in tutta Europa, con l'obiettivo di fornire una base solida per le future politiche europee in materia.
Alessandro Leonardi, CEO di Etifor, sottolinea il potenziale trasformativo dei PES: "I sistemi PES sono più che semplici strumenti finanziari; rappresentano percorsi verso ecosistemi resilienti e comunità più forti. Favorendo così la collaborazione tra settore pubblico e privato, possiamo far leva su diverse fonti di finanziamento attraverso modelli di blend-finance (finanza mista), che aumentano la sostenibilità finanziaria delle iniziative di conservazione.”
LIFE PROFORPES: l’Europa investiga i PES
Il progetto LIFE ProForPES (2022-2025), cofinanziato dall'Unione Europea tramite il Programma LIFE, mira ad approfondire e promuovere i PES nel contesto forestale europeo. Questa iniziativa si inserisce nel quadro delle strategie europee per il clima, la biodiversità e lo sviluppo rurale, puntando a valorizzare economicamente i servizi forniti dalle foreste e a integrarli nelle future politiche di finanziamento dell'UE. Coordinato dall'Università di Padova (UNIPD), il progetto coinvolge partner di rilievo come l'European Forest Institute (EFI), l'Università per lo Sviluppo Sostenibile di Eberswalde (HNEE), Etifor | Valuing Nature e l'Università di Scienze Agrarie e Naturali di Vienna (BOKU).
Uno degli elementi centrali del progetto è stato l'esame di oltre 100 casi di PES a livello nazionale ed europeo, con un focus specifico su 9 casi studio particolarmente rappresentativi. L'obiettivo principale della recente ricerca è stato sistematizzare le informazioni esistenti, individuare i meccanismi più efficaci e identificare punti di forza e criticità, per fornire raccomandazioni verso politiche di finanziamento più mirate ed efficaci. I risultati dell'analisi sono stati raccolti nei report "Analysis of PES and PES-related mechanisms in Europe" e "SWOT Analysis Report", disponibili sul sito ufficiale del progetto www.proforpes.eu .
Metodologia
L'approccio metodologico adottato si basa sul Capital Asset Framework (CAF), un modello che permette di analizzare i PES sotto diversi punti di vista: operativo, progettuale, istituzionale e finanziario. Il CAF consente di valutare l'impatto dei PES su cinque tipi di capitale: umano, sociale, naturale, finanziario e istituzionale. Inoltre, grazie a questa metodologia, è stato possibile individuare sia le barriere che ostacolano l'adozione dei PES sia le potenziali strategie per superarle. Lo studio, diviso in tre fasi distinte, ha consentito prima un’analisi su larga scala dello stato dell’arte dei meccanismi PES in Europa e successivamente un approfondimento dettagliato su un numero selezionato di casi studio attraverso il metodo SWOT.
- Raccolta dei dati: sono stati raccolti dati da 108 casi studio su progetti PES e iniziative simili in tutta Europa, utilizzando database derivanti da precedenti progetti dell’UE ed estraendo informazioni sulle modalità operative e di implementazione. Questo gruppo di casi studio non deve essere inteso come esaustivo dell'intera situazione europea, ma offre una solida base di riferimento per trarre spunti e indicazioni generali.
- Distribuzione del questionario e interviste: per migliorare la qualità delle informazioni sulle diverse iniziative PES, è stato distribuito un questionario a oltre 26 esperti di progetti selezionati. Infine, sono state condotte interviste mirate per approfondire aspetti dei progetti PES non completamente coperti dal questionario.
- Ulteriore analisi su un gruppo ristretto di 9 casi studio selezionati, attraverso metodo SWOT: uno strumento affidabile per supportare le decisioni strategiche, poiché consente di considerare sia i fattori interni sia quelli esterni ai progetti. È ampiamente utilizzata per identificare punti di forza, debolezze, opportunità e minacce, sia in ambito aziendale che nei settori forestale e delle risorse naturali.
Risultati
I risultati ottenuti delineano un panorama europeo diversificato e ricco di spunti interessanti. La maggior parte dei PES esaminati (60%) si concentra sui servizi di regolazione, in particolare sulla gestione delle risorse idriche. Seguono i servizi culturali (22%), che sottolineano l'importanza degli ecosistemi nel fornire benefici ricreativi, spirituali e culturali. I servizi di approvvigionamento rappresentano il 13% dei casi, mentre i servizi di supporto costituiscono il 5%, una quota ridotta ma comunque significativa.
Analisi dei meccanismi PES identificati a livello europeo
La gestione dei finanziamenti per la pianificazione e l'implementazione dello schema PES a livello locale, quindi da parte dei soggetti locali coinvolti (ad. es comuni, parchi nazionali, enti di gestione forestale, ecc.) è generalmente considerata efficace e semplice, mentre i programmi di finanziamento europei e di incentivi statali hanno ricevuto critiche per la loro complessità. Infatti, interrogati sull'efficacia e chiarezza degli schemi di finanziamento dell’UE e degli aiuti di Stato disciplinati dalla normativa europea, la maggioranza dei rispondenti ha dato risposte neutrali, ma il 35% ha riconosciuto la presenza di ostacoli che rallentano la promozione degli schemi PES. Diversi intervistati hanno sottolineato la necessità di migliorare l'accesso ai fondi pubblici, criticando la burocrazia e la complessità delle procedure. Infine, pur con una maggioranza neutra, molti rispondenti hanno espresso insoddisfazione per l’efficacia dei quadri di finanziamento attuali, suggerendo che siano necessari aggiustamenti per rendere i programmi PES più efficaci e sostenibili. Il sondaggio distribuito ad alcuni rappresentanti dei casi studio ha rivelato opinioni miste sul supporto fornito dai decisori politici e dagli stakeholder in fase di progettazione ed implementazione degli schemi PES. Il 90% dei rispondenti si è dichiarato neutrale riguardo all’adeguatezza del sostegno attuale, mentre il 10% ha mostrato un parere positivo, sebbene solo parziale. Ciò indica che, sebbene vi sia un supporto, c'è ancora margine di miglioramento.
Come specificato meglio al paragrafo successivo, i programmi PES hanno dimostrato di aver avuto un impatto positivo sul capitale umano, sociale e naturale, favorendo il coinvolgimento delle comunità, la creazione di posti di lavoro e l’accesso a servizi essenziali. Tuttavia, il loro effetto sul reddito familiare e sulla ricchezza materiale risulta limitato. Tra gli effetti positivi rientrano la distribuzione equa dei benefici derivanti dagli schemi PES e il loro allineamento ai quadri normativi europei, nazionali e locali, con particolare riferimento alla tutela ambientale e al rispetto dei diritti delle comunità locali. Emergono, tuttavia, criticità in termini di trasparenza e coinvolgimento delle comunità, aspetti che lo studio identifica come aree su cui intervenire per apportare miglioramenti.
Nel complesso, emerge che i sistemi PES offrono importanti opportunità, come il rafforzamento delle collaborazioni pubblico-private, nonostante l’analisi abbia riscontrato una prevalenza di partnership di carattere privato-privato, un modello di business che riflette accordi autonomi fra entità private. I sistemi devono tuttavia affrontare anche ostacoli significativi, tra cui vincoli finanziari, processi amministrativi complessi e scarsa consapevolezza da parte degli stakeholder. Superare queste difficoltà sfruttando al meglio le opportunità disponibili è essenziale per garantire il successo a lungo termine delle iniziative PES.
Zoom sull’analisi del capitale
Lo studio dimostra che i meccanismi PES analizzati hanno avuto impatti significativi su diversi aspetti. Sul tema del capitale umano (che comprende la sfera delle competenze, delle conoscenze, dell’esperienza, della salute e del benessere), hanno migliorato l'accesso all'istruzione e all'acqua potabile, con il 35-50% dei rispondenti al sondaggio che ne hanno riconosciuto i benefici. Per quanto riguarda il capitale sociale (che si riferisce all'insieme di relazioni e strutture che aiutano a diffondere norme e a creare fiducia basata sulla reputazione), i PES sono stati efficaci nel promuovere il coinvolgimento delle comunità e il processo decisionale, grazie anche ad iniziative di capacity building e incontri tra stakeholder. Tuttavia, c'è una carenza nel riconoscere il ruolo delle Organizzazioni Non Governative (ONG) locali e nel misurare gli impatti sociali complessivi.
In termini di capitale naturale, i PES hanno avuto un impatto positivo, favorendo la creazione di posti di lavoro nella gestione delle risorse naturali, con il 90% dei rispondenti che ne ha sottolineato l’importanza. Tuttavia, il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione diretta delle risorse rimane limitato, con molte aree rurali ancora poco sfruttate. Il 70% delle foreste nei programmi analizzati è di proprietà privata, e le comunità locali sono coinvolte principalmente tramite impieghi o certificazioni.
Per quanto riguarda il capitale finanziario, i PES hanno contribuito a stabilire fonti alternative di reddito per le comunità, ma l’impatto sul reddito individuale è più limitato, con solo il 15% dei rispondenti che riconosce un miglioramento tangibile delle finanze personali. Questo suggerisce che, seppur positivi, i benefici finanziari dei PES non si traducono facilmente in guadagni diretti per i singoli.
Infine, l’impatto degli schemi PES sul capitale istituzionale risulta positivo, ma sono comunque emerse opinioni critiche sulla effettiva trasparenza e pieno coinvolgimento delle comunità. Sebbene i benefici siano distribuiti equamente tra i proprietari forestali e i programmi rispettino le normative legali, permangono problemi di trasparenza nella gestione dei fondi. Le ONG, tra gli altri, sono state giudicate un attore importante nel garantire la trasparenza, ma il panorama complesso delle politiche e delle organizzazioni coinvolte rende necessario un ulteriore impegno per migliorare l’efficacia complessiva dei programmi PES.
Barriere e opportunità
Da una valutazione generale degli schemi PES, emerge che la loro implementazione offre importanti opportunità, come il rafforzamento delle partnership pubblico-private per affrontare le sfide ambientali, l'aumento della consapevolezza pubblica per stimolare la disponibilità a pagare per i servizi ecosistemici e l'integrazione di tecnologie moderne per un monitoraggio più efficace.
Tuttavia, persistono ostacoli significativi, tra cui difficoltà nell'adozione delle tecnologie, scarso coinvolgimento degli stakeholder e problemi di comunicazione, che possono compromettere la collaborazione e l’efficacia dei progetti. Le barriere finanziarie, la complessità burocratica e la portata limitata dei progetti rappresentano sfide cruciali per la sostenibilità a lungo termine, influendo talvolta negativamente sulla fiducia e la trasparenza percepita dai soggetti coinvolti. Superare questi ostacoli, sfruttando le opportunità emergenti - come la spinta del cambiamento climatico, il coinvolgimento inclusivo degli stakeholder e l’adozione di quadri normativi chiari - sarà fondamentale per il futuro dei PES.
Analisi approfondita dei casi studio con metodo SWOT
In questo studio elaborato da Etifor I Valuing Nature sono state condotte due analisi SWOT: una individuale per ciascun caso studio e una trasversale per evidenziare le sfide e i successi comuni nei diversi schemi di PES. Inoltre, è stata applicata una matrice di Valutazione dei Fattori Interni (IFE) per classificare e dare priorità ai fattori più rilevanti. L’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, and Threats) su 9 casi studio selezionati in Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia ha analizzato in profondità le sfide legate all'implementazione dei programmi PES selezionati a livello europeo. Dopo aver condotto un'analisi individuale per ciascuno dei nove casi studio e successivamente un'analisi comparativa tra i diversi casi, sono emersi in modo chiaro i principali punti di forza e debolezza. Inoltre, la classificazione e la prioritizzazione delle variabili hanno evidenziato le opportunità e le minacce esterne che potrebbero influenzarne l’implementazione.
Dal punto di vista delle caratteristiche interne agli schemi, è stato evidenziato un generale impatto positivo in termini di trasparenza e responsabilità delle organizzazioni coinvolte. Uno dei punti deboli dei PES riguarda il loro contributo allo sviluppo economico e alla crescita finanziaria delle comunità locali. Sebbene il settore della gestione delle risorse naturali abbia beneficiato di nuove opportunità lavorative, i programmi PES analizzati non prevedono pagamenti diretti alle famiglie o alle comunità locali, bensì principalmente a enti gestori o istituzioni pubbliche.
Un aspetto positivo riguarda il coinvolgimento degli stakeholder, considerato un punto di forza nel contesto europeo. Tuttavia, studi precedenti hanno dimostrato che la partecipazione ai PES è spesso legata allo status sociale ed economico: i partecipanti tendono a essere più istruiti, benestanti e proprietari di appezzamenti di terra più grandi rispetto a chi rimane escluso. Questo suggerisce che per rendere i PES strumenti davvero equi ed efficaci, è necessario migliorare le strategie di inclusione e rafforzare il sostegno economico alle comunità locali.
Per avere uno sguardo sull’applicazione concreta di meccanismi PES, raccomandiamo i seguenti casi studio e best practices ricordando che nel sito di progetto è presente il report “SWOT Analysis report” con l’intera selezione dei 9 casi studio.
- Progetto Cuore Verde del Sughero, Portogallo: promuove la conservazione della quercia da sughero attraverso pratiche di gestione sostenibile, supportate dalla certificazione FSC. Coca-Cola, che utilizza l'acqua della falda del Tago per l’imbottigliamento, finanzia l'Associazione dei Produttori di Quercia da Sughero (APFC), distribuendo incentivi ai proprietari certificati in aree chiave per la biodiversità e la ricarica delle falde.
- Iniziativa BioClima, Italia: un'iniziativa pubblico-privata che concilia diversi interessi e valori, unendo gli sforzi di settore pubblico e privato per un obiettivo comune nella Regione Lombardia.
- Parco Naturale Rusenski Lom, Bulgaria: nelle aree ad alto valore naturale, come i parchi nazionali in cui il turismo è un motore economico chiave, i sistemi PES incentrati sui servizi ecosistemici ricreativi possono migliorare i piani di gestione dei parchi e creare fonti di finanziamento per la conservazione, collegando efficacemente la tutela ambientale al turismo sostenibile.
Raccomandazioni e prossimi passi
Nelle raccomandazioni è stata posta particolare attenzione sull’analisi degli aspetti economici e finanziari. I progetti mostrano solidi modelli di finanziamento, con fonti affidabili come programmi UE e sussidi regionali, ma affrontano ostacoli burocratici e difficoltà nella sostenibilità a lungo termine. La creazione di posti di lavoro e i benefici economici per le comunità locali risultano limitati, con scarso allineamento tra conservazione ecologica e sviluppo economico. Inoltre, il capitale finanziario, sebbene valorizzato, spesso non genera miglioramenti materiali significativi. Per continuare a garantire il successo futuro dei PES, è fondamentale diversificare le fonti di finanziamento, integrare incentivi economici chiari e rafforzare il coinvolgimento locale. Nella pratica, la maggior parte degli schemi PES si configura infatti come una partnership pubblico-privata basata su un approccio di blended finance (finanza mista), che combina diverse risorse finanziarie e agevolazioni per raggiungere gli obiettivi prefissati.
I risultati sugli aspetti relativi ai finanziamenti emersi da questa analisi, insieme alle tendenze e agli scenari descritti in questo documento, saranno fondamentali per lo sviluppo del Pacchetto di lavoro 4 "Linee guida e raccomandazioni per i futuri programmi di finanziamento" a cura di BOKU e dell’Istituto Europeo per le Foreste (EFI), che ha l’obiettivo di fornire linee guida e raccomandazioni praticabili per i policy maker europei e nazionali. Queste linee guida e raccomandazioni verranno sviluppate prendendo in considerazione diversi scenari su come i programmi PES potrebbero essere integrati nei programmi finanziari dell'UE. Questo includerà una panoramica delle migliori pratiche per diversi contesti e informazioni su come la scelta delle caratteristiche del design dei PES possa influire sulla loro fattibilità e sostenibilità. Inoltre, le informazioni raccolte nel pacchetto di lavoro 2 costituiranno una solida base per lo sviluppo di seminari, contenuti per corsi accademici, workshop e webinar diffusi e organizzati da Etifor I Valuing Nature.
Rimani aggiornato sul progetto LIFE ProForPES
Visita il sito del progetto per consultare i risultati della ricerca, i casi studio e i documenti principali prodotti finora. Iscriviti alla newsletter di LIFE ProForPES tramite pagina LinkedIn e ricevi in anteprima notizie su eventi e nuove pubblicazioni.
Il 5 maggio non perdere il primo workshop online per esperti di PES e FES a livello europeo: un’occasione per confrontarsi con decisori politici e stakeholder sull’elaborazione di schemi PES.
Iscriviti subito: https://PES-codesign.eventbrite.it
CONTATTI
Martina Doppio - Responsabile comunicazione di progetto | Email:
Autori:
Francesca Carlotta Brusa, Etifor | Valuing Nature.
Martina Doppio, Etifor | Valuing Nature.
Giulia Corradini, Università degli Studi di Padova.
Lascia un commento
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.