Legname accumulato in alveo: un’altra faccia dell’abbandono. Nuovo video del progetto INVOUDERM
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L’abbandono gestionale dei cedui di castagno rappresenta spesso un problema per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, in particolare a causa della tendenza al ribaltamento delle grandi ceppaie, che una volta scalzate creano le condizioni per l’innesco di frane superficiali.
Un problema altrettanto serio, ma meno noto, riguarda l’accumulo di legname in alveo: vere e proprie dighe, con decine e decine di metri cubi di legname accatastato, che in caso di piene rappresentano un grande rischio per i manufatti - ponti, strade, case - posti a valle dei corsi d’acqua.
La Liguria è un territorio fragile per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, spesso esposto ad eventi climatici estremi, amplificati dal cambiamento climatico, che provocano piogge molto intense con conseguenti alluvioni e fenomeni franosi. Proprio in Liguria i cedui di castagno in abbandono sono molto comuni: la loro condizione precaria, con numerose piante secche in piedi o a spezzate terra, pone molti interrogativi gestionali, legati al rischio incendi, alla mancata valorizzazione di una loro socioeconomica e, non ultimo, proprio alla sicurezza idraulica.
Il progetto INVOUDERM - finanziato dal Masaf attraverso un bando di selezione delle proposte progettuali per la costituzione di forme associative o consortili di gestione delle aree silvo-pastorali - punta al recupero gestionale dei boschi locali in stato di abbandono proprio per dare risposta ai vari interrogativi e ai problemi connessi alla loro non gestione.
L’azione chiave del progetto è lo sviluppo dell’animazione territoriale tra i vari attori della filiera foresta-legno: proprietari pubblici e privati, tecnici, imprese boschive e di trasformazione del legno. L’obiettivo è di creare una “massa critica” in grado di rendere migliore, nel tempo, la sostenibilità delle filiere forestali locali, attraverso la pianificazione, la certificazione e la gestione dei boschi e del territorio, particolarmente nelle aree abbandonate, ivi comprese quelle protette e caratterizzate da elementi di pregio ambientale.
Il progetto prevede anche attività di informazione e comunicazione, sia verso i tecnici del settore e i decisori locali, sia verso l’opinione pubblica, che spesso non è a conoscenza delle problematiche e tende in modo preconcetto a vedere di cattivo occhio le attività selvicolturali.
Una delle attività di comunicazione previste riguarda la realizzazione di brevi video, sia tecnici che divulgativi, legati alle tematiche del progetto.
Il primo video è proprio dedicato al grave problema dell’accumulo del legname in alveo. Attraverso le testimonianze di Alessandro Canavero - geologo e Presidente dell’Associazione INVOUDERM - e di Roberta Berretti, tecnica di ricerca dell’Università di Torino – viene mostrata l’attuale situazione di molti fiumi e torrenti locali posti all’interno di cedui di castagno abbandonati da decenni. In queste situazioni peculiari, il ritorno alla gestione a ceduo di una specie con elevata capacità pollonifera come il castagno può essere una pratica utile sia ad evitare il ribaltamento delle ceppaie e il conseguente accumulo di legname in alveo, sia per produrre assortimenti legnosi di grande interesse (travatura, paleria, tronchi da tannino, cippato) in grado di stimolare un rilancio dell’economia forestale locale.
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