La gestione delle foreste pubbliche secondo EUSTAFOR
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di Paolo Mori
Se il titolo vi ha incuriosito può essere per due motivi: siete interessati alla gestione delle foreste pubbliche ma non sapete cosa sia EUSTAFOR, oppure lo sapete ma siete curiosi di sapere cosa propone per i prossimi anni.
Partiamo da cosa è, o meglio, cosa rappresenta EUSTAFOR. L’acronimo sintetizza il nome dell’European State Forests association, un’associazione di grandi gestori di foreste pubbliche che riunisce 36 membri in 25 paesi europei che gestiscono 49 milioni di ettari di boschi. I componenti di EUSTAFOR si occupano di gestione forestale finalizzata alla bioeconomia, al contrasto alla crisi climatica, alla conservazione della biodiversità e allo sviluppo di attività cultuali e ricreative. L’insieme degli associati a EUSTAFOR occupa circa 100.000 dipendenti. L’Italia è presente in EUSTAFOR attraverso ANARF, che per quanto parzialmente rappresentativa delle proprietà pubblica nazionale, pare stia per riprendere la propria attività con maggior vigore e chiarezza d’intenti.
EUSTAFOR riunisce 36 membri in 25 paesi europei che gestiscono 49 milioni di ettari di foreste pubbliche dando occupazione a circa 100.000 dipendenti.
Il secondo aspetto è sapere come EUSTAFOR intende sviluppare la gestione delle foreste pubbliche europee. La nuova strategia quinquennale (2022-2026) o meglio, i nuovi obiettivi, sono stati divulgati il 9 marzo 2022 e, in sintesi, indicano che l’attività sui 49 milioni di ettari di foreste pubbliche gestite dai componenti dell’Associazione si concentrerà su:
1. Valutazione degli impatti del cambiamento climatico e ricerca di un equilibrio dinamico tra mitigazione e adattamento;
2. Sviluppo di un’economia circolare bio-based sostenibile;
3. Incremento di una selvicoltura multifunzionale come modello per garantire benefici economici, sociali e ambientali in Europa;
4. Attenzione alla biodiversità, compresa la gestione delle aree protette.
Secondo EUSTAFOR gli obiettivi sopra menzionati e le relative tematiche saranno affrontati attraverso azioni strategiche, tra cui la condivisione delle conoscenze, la comunicazione, la sensibilizzazione e l’azione di lobby, la costruzione di sinergie e reti tra le proprietà pubbliche.
In questa dichiarazione si possono riconoscere molti mantra di questi ultimi decenni. Sarebbe molto utile se, alle dichiarazioni e agli obiettivi dichiarati, fosse affiancato un insieme di indicatori che permettesse di avere una misura sull’efficacia delle azioni auspicate.
Con indicatori idonei e un regolare monitoraggio, dichiarazioni come quelle di EUSTAFOR potrebbero dare un ruolo alla gestione delle foreste pubbliche, offrire una risposta alle esigenze della collettività ed essere un faro per la selvicoltura delle foreste private.
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