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Pillole forestali

Pillole forestali dall’Italia #56 - Controlli, sanzioni, mancanza di legno (e altre notizie di maggio)

Pillole forestali dall'Italia puntata 56

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 56 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.

Questa rubrica è sponsorizzata da FSC®Italia e PEFC Italiache ringraziamo per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.

Preferisci ascoltare o leggere?

Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):

Qui invece le notizie da LEGGERE:

ILLECITI FORESTALI: DIBATTITO TRA GRIG E SHERWOOD

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Iniziamo questa prima edizione di maggio riprendendo la notizia con cui avevamo aperto le scorse Pillole forestali dall’Italia. Una notizia relativa ad un report sugli illeciti forestali redatto da un gruppo ambientalista che ha fatto arrabbiare il gruppo stesso, il GrIG - Gruppo di Intervento Giuridico.

Avevamo scritto che a nostro avviso è importante conoscere gli illeciti per contrastarli a dovere. Avevamo scritto che il ruolo di un'associazione ambientalista è anche quello di sollevare problemi; quindi, ben vengano questi rapporti e segnalazioni. Ma avevamo anche sottolineato che c'è modo e modo di denunciare una questione così delicata e importante. Ed è questo ovviamente che ha fatto irrigidire il GrIG: l’aver criticato il loro modo di presentare i dati, a nostro avviso eccessivamente enfatico e senza contestualizzazioni

Nella replica del GrIG alle nostre Pillole è stato scritto che “parlare di illeciti infastidisce”. Bene, per dimostrare che è vero il contrario ne parliamo nuovamente, provando a leggere meglio i dati ufficiali disponibili sul SinFOR, il Sistema Informativo Forestale Nazionale, purtroppo fermi al 2017 (e questo è grave, come abbiamo già scritto). Questi dati, è importante sottolinearlo, non tengono conto dell’attività dei Corpi Forestali Regionali, abbiamo quindi escluso Regioni e Province Autonome dall’analisi che segue.

Per quanto riguarda gli illeciti amministrativi, nel 2017 nelle Regioni a statuto ordinario d’Italia ne sono stati accertati 13.427, afferenti principalmente alle voci “tutela del patrimonio forestale” (66,6%) e “tutela della flora” (26,8%). Ma come sottolineavamo nella scorsa edizione, letti così questi numeri non hanno molto senso per comprendere la reale portata del problema. Occorre valutare, ad esempio, anche il rapporto tra controlli e sanzioni, che nel 2017 per le sole Regioni ordinarie risulta pari al 3,75%, con una forbice che varia dal 2% al 6% circa. In pratica, mediamente meno di 4 controlli su 100 hanno portato a una sanzione amministrativa.

Nel Rapporto GrIG si parlava di 26.667 illeciti amministrativi nel quadriennio 2020-2024, una media di poco meno di 6.700 illeciti all’anno e in totale, comprendendo cioè anche Regioni e Province Autonome: si tratta di meno della metà di quelli censiti dal SinFor per il 2017. Si potrebbe quindi dire che c’è stato un drastico calo degli illeciti negli ultimi anni? No, perché nel rapporto GrIG non è indicato il numero di controlli complessivi, che ad esempio potrebbero ad esempio essere calati con il passaggio da CFS a Carabinieri, e perché non sappiamo neppure se questi dati siano effettivamente paragonabili. Ma senza arrivare a conclusioni affrettate, possiamo sostenere che probabilmente, dal 2017 ad oggi, il numero di illeciti sia rimasto simile se non addirittura diminuito e che il suo rapporto rispetto ai controlli sia mediamente nell'ordine del 2-6%.

Questo ovviamente non giustifica affatto quei casi in cui, a seguito di un controllo, le autorità hanno scoperto illeciti nella gestione dei cantieri forestali. Chi lavora male, andando contro le normative o addirittura "in nero", va punito senza se e senza ma e l’obiettivo di tutti noi deve essere di portare questa percentuale il più prossima possibile allo zero. Ma da qui a urlare allo scandalo ne passa.

Abbiamo proposto solo un piccolo esempio di come è possibile ragionare sui dati ufficiali. Per farlo molto meglio di così però - non ci stancheremo mai di dirlo - occorrerebbero dati aggiornati e affidabili, raccolti in report approfonditi, curati e commentati da fonti ufficiali. Il solo indicatore “C.10 - Illeciti, controlli e sanzioni in ambito forestale” del SinFOR non restituisce uno specchio né aggiornato né nitido sugli illeciti forestali, ma solo un “indicatore”, appunto. Sarebbe quindi interessante confrontarsi su questo tema di fronte ad un report ufficiale del CUFA. Perché parlare di illeciti forestali non ci infastidisce affatto, tutt’altro. Ci interessa molto, per comprendere gli eventuali problemi del nostro settore e ragionare insieme su come è possibile risolverli.

 

Per approfondire: 

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CARABINIERI FORESTALI E LAUREE TECNICHE

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Abbiamo citato il CUFA e rimaniamo in tema Carabinieri Forestali perché, come ha scritto sulla sua pagina Linkedin il Direttore del CREA Foreste e Legno Piermaria Corona: “L'annuale bando di concorso per la nomina di 12 Ufficiali del ruolo Forestale dell'Arma dei Carabinieri da quest'anno è stato riservato solo a coloro che sono in possesso di lauree magistrali tecniche, tra le quali Scienze Forestali e Ambientali.

Secondo Corona si tratta di un segnale importante e significativo per la valorizzazione delle competenze tecnico-operative della specialità forestale dell'Arma.

Il bando, scaduto lo scorso 3 maggio, elencava 20 Lauree Magistrali necessarie per potervi partecipare. Oltre a Scienze e Tecnologie Forestali ed Ambientali c’erano anche Agraria, Ingegneria civile e Ingegneria ambientale, Biologia, Scienze Naturali, Scienze Geografiche e Fisica, solo per citarne alcune.

Tra i titoli che permettevano di avere un punteggio aggiuntivo però erano segnalati anche master, diplomi di specializzazione, dottorati di ricerca e altri titoli accademici e tecnici afferenti alle discipline agrarie, forestali e della biodiversità, oltre a pubblicazioni scientifiche a tema e l’abilitazione all’esercizio della professione.

Condividiamo la soddisfazione espressa dal Direttore del CREA Foreste e Legno per questo importante segnale nella giusta direzione, anche se, forse mossi da una spinta un po’ “campanilista”, avremmo preferito alcuni posti riservati esclusivamente ai laureati forestali. Ma è pur vero che il CUFA si occupa di varie tematiche, non solo legate al controllo della gestione forestale in senso stretto.

Tornando alla notizia precedente, per poter lavorare al costante miglioramento della qualità della gestione forestale, c’è un grande bisogno di alte professionalità anche nel campo della vigilanza. Lo avevamo scritto nel nostro “Manifesto per una selvicoltura più vicina alla natura” e ci teniamo a ribadirlo: “A ogni livello, gli organi preposti al controllo dovrebbero evitare un approccio unicamente repressivo per abbracciare anche forme preventive di accompagnamento degli addetti ai lavori verso interventi selvicolturali più in linea con i documenti strategici e con le innovazioni prodotte da ricerca e sperimentazione. Per fare ciò sono necessari sia una presenza più continua durante gli interventi selvicolturali, sia un maggiore e costante investimento nell’addestramento e nell’aggiornamento selvicolturale anche degli addetti alle attività di controllo”.

Buon cammino ai 12 nuovi Ufficiali dotati di laurea tecnica che entreranno tra le fila del CUFA.

 

Per approfondire: 

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UN FONDO PER LE FORESTE IN ALTO ADIGE

Com’è noto, le foreste alpine negli ultimi tempi hanno subito diversi disturbi. La tempesta Vaia prima e l’epidemia di bostrico poi, ma anche schianti da neve pesante e forti temporali, hanno creato numerosi danni al patrimonio forestale. In Alto Adige si stima che questa concatenazione di eventi abbia danneggiato circa il 6% della superficie forestale provinciale, pari a circa 20.000 ettari. Particolarmente colpite sono state le foreste di protezione, che costituiscono circa la metà delle aree danneggiate.

Con l’obiettivo di ripristinare le aree boschive e garantirne la sicurezza a lungo termine, la Provincia Autonoma di Bolzano ha recentemente annunciato la nascita di un “Fondo forestale”, che darà ai cittadini e alle imprese la possibilità di contribuire finanziariamente al ripristino e al miglioramento delle foreste locali.

“I privati e le aziende potranno versare un contributo al Fondo forestale”, ha spiegato il Direttore provinciale della ripartizione Foreste Günther Unterthiner: “Questi fondi saranno utilizzati esclusivamente per progetti di ripristino e rafforzamento delle foreste di protezione, per il rimboschimento, per aumentare la biodiversità e migliorare gli habitat”.

Si tratta insomma di un fondo che sarà alimentato attraverso donazioni private e che servirà a finanziare progetti specifici, elaborati dai diversi ispettorati forestali in base alle esigenze dei territori. Ogni donatore verrà ovviamente informato su quale progetto sarà finanziato con il proprio contributo.

Si tratta di un’iniziativa interessante, per i cittadini ma soprattutto per le imprese locali, che potranno così sostenere progetti concreti, vicini al proprio territorio e gestiti direttamente dagli ispettorati forestali, che ne conoscono peculiarità e problematiche. Tuttavia, questa iniziativa della Provincia Autonoma di Bolzano si inserisce in una nicchia di mercato che oggi è occupata da tante imprese private che già propongono raccolte fondi per opere di ripristino ambientale. Sarà interessante capire se la capacità attrattiva, e quindi di marketing, di un ente pubblico potrà essere anche solo paragonabile a quella di un soggetto privato. A giudicare dalla pagina web del Fondo forestale altoatesino (una pagina molto istituzionale) sembra al momento di no, ma diamo tempo al tempo e monitoriamo come si evolverà questa nuova iniziativa.

 

Per approfondire:

NON C’È LEGNO PER TUTTI, E IL PREZZO SALE

Chi segue con costanza le Pillole forestali dall’Italia sa che una delle nostre fonti è “Legno 4.0”, la rivista edita da Conlegno in cui è frequente trovare spunti molto interessanti. La “Cover story” dell’ultimo numero, uscito da pochi giorni, è dedicata ai prezzi del legname in continua ascesa osservati anche in Italia in questo inizio 2025.

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“Non ci sarà abbastanza legno per tutti”: questa è stata la previsione allarmante che il Centro Studi di Conlegno ha lanciato lo scorso anno, riferendosi ad un orizzonte di medio periodo. Tuttavia, a leggere l’articolo sembra che la questione della reperibilità del legname sia già un problema più che attuale e questo incide inevitabilmente sui prezzi.

“Il fabbisogno italiano annuo di legno di conifera è di 4 milioni di metri cubi”, spiega il Centro Studi, sottolineando come la produzione italiana mitiga solo in piccola parte la nostra esposizione alle oscillazioni del mercato europeo e globale.

“In Europa questi aumenti erano già in corso dall’autunno 2024, ma in Italia arrivano solo adesso che sta finendo il legname di Vaia e bostrico, che ha permesso di tenere i prezzi bassi”, spiega nell’articolo Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno, “la situazione attuale è particolare, dobbiamo quasi ringraziare che l’economia non riprenda celermente altrimenti ci troveremmo come nel 2022 senza legno”.

“Una soluzione può essere la valorizzazione del patrimonio nazionale, che sembra la strada più concreta e promettente, anche se non la più immediata”, si argomenta nell’articolo, “parallelamente occorre puntare fortemente sul recupero e il riciclo del legno. L’alternativa è una costante e crescente esposizione al rischio di importazione sul piano sia dei volumi, sia dei prezzi”.

Oltre a questo articolo segnaliamo l’editoriale del numero, a firma di Massimiliano Bedogna, Presidente di Conlegno, che indica 7 soluzioni, tra cui quelle appena citate, per non farsi trovare senza legno nel prossimo futuro. Il tema è considerato talmente vitale per le imprese del comparto che Conlegno gli dedicherà una serie di 13 incontri sui territori per discutere di scelte strategiche in previsione di un periodo difficile.

 

Per approfondire:

UN PORTONE DI LEGNO PROTAGONISTA

E concludiamo come sempre con un consiglio di lettura, ascolto o visione. Visione in questo caso, di un video che parte da una chiesa di paese.

E cosa c’entra una chiesa con i nostri temi?

Non è così difficile trovare questo apparentemente strano collegamento. Si tratta ovviamente del legno con cui è stato realizzato qualcosa dell’edificio di culto: il tetto, le panche… o il portone, come nel caso della chiesa di Rocchetta Cairo, nelle Langhe Liguri.

Legno locale, di castagno, lavorato da un vecchio “maestro del legno” di nome Romolo Carle, il falegname del paese. Un portone realizzato a partire da materia prima rinnovabile “a chilometro zero”, nel vero senso della parola, perché raccolto a poche centinaia di metri dalla falegnameria dove è stato creato e dall’edificio in cui poi è stato installato.

È proprio dal portone di legno della chiesa di Rocchetta Cairo che inizia il racconto del quarto e ultimo video che noi di Compagnia delle Foreste abbiamo realizzato per il progetto di associazionismo forestale “InVouderm”. Un video che, come dice il titolo, ci narra del bosco che sta in mezzo a tutti noi: non solo nei boschi che spesso ci circondano, ma anche nei manufatti provenienti da una loro gestione responsabile, facendoci ragionare sul suo valore e sulla sostenibilità del suo utilizzo.

Il progetto InVouderm propone l'associazionismo come forma di riappropriazione di un territorio forestale spesso caratterizzato dall'abbandono, per gestirlo e valorizzarlo con rispetto. E questo video serve proprio per sensibilizzare i cittadini su questo legame antico, che oggi rischia di spezzarsi.

Oltre a questo video, sul nostro canale Youtube sono disponibili altri tre filmati dedicati a questo progetto: uno sul problema dell’accumulo di legname in alveo, uno sulle sperimentazioni di recupero dei cedui di castagno e uno sui cambiamenti del paesaggio avvenuti nel tempo.

Prendetevi un po’ di tempo per dare un’occhiata alla playlist di InVouderm. Si parla di Liguria, ma i temi trattati sono facilmente esportabili a molte altre realtà.

 

Guarda il video:

Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!

Prima di chiudere vi ricordiamo che alle quindicinali "Pillole forestali dall'Italia" si sono da poco affiancate le "Pillole forestali dal mondo", realizzate a cadenza mensile dal Direttore Paolo MoriCome per le Pillole forestali dall'Italia, anche quelle dal mondo sono gratuite e si possono sia leggere che ascoltare in versione podcast. Vi consigliamo di seguire entrambe queste rubriche!

Vi ricordiamo infine che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:  

Alla prossima edizione!

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