Gestione forestale sostenibile: prospettive del monitoraggio in Italia nell’incontro di AlberItalia e SISEF in Senato il 27 marzo

di Sergio Gallo
Ascolta l'articolo
Innovazioni tecnologiche e aggiornamenti scientifici, per supportare l’organizzazione del monitoraggio nazionale della gestione forestale sostenibile alla luce dei nuovi scenari europei: a promuovere il confronto il 27 marzo scorso a Roma, nella Sala ISMA del Senato, la Fondazione AlberItalia ETS e la SISEF (la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale), su impulso di Luigi Spagnolli nella doppia veste di Senatore e forestale.
Dopo la strategia UE sulla biodiversità, che ha prodotto a cascata quella delle foreste, e la proposta della Commissione per il monitoraggio globale della resilienza delle foreste – COM (2023) 728 - presentata il 22 novembre 2023 e ancora in esame, quella di Roma è stata una riflessione di alto livello tra esperti. Che ha confermato l’operatività di un sistema di confronto tecnico-scientifico avviato già nel novembre 2023 da AlberItalia e SISEF a supporto delle politiche di settore, sempre su iniziativa di Spagnolli. Fu in quella stessa Sala ISMA che si affrontò infatti il tema del possibile contributo delle foreste al made in Italy in un contesto di sfide globali, “disturbi” e conflitti locali, ponendo sotto la lente di ingrandimento la sostenibilità della gestione delle foreste e la tutela e la valorizzazione della biodiversità.
Questa volta, come ha precisato Marco Marchetti, presidente di AlberItalia che ha moderato l’incontro, è toccato soprattutto agli stakeholder istituzionali portare un contributo di conoscenze al dibattito. Perché la questione, come si è visto, è tutta istituzionale: non solo c’è un’Europa che sulle foreste è tirata per la giacca da anime produttive e protettive in cerca di una difficile per quanto auspicabile conciliazione, ma a complicare il quadro ci sono anche Regioni italiane a diverse velocità nel contribuire ad una lettura ragionata di ciò che accade veramente nel settore. In un Paese “stratificato” come il nostro – è stato ricordato – con una piramide di competenze istituzionali così articolata, quello del monitoraggio è un tema difficile che può far nascere sovrapposizioni o addirittura conflitti andando dal “centro” alla periferia, e ritorno.
Un dato su tutti: la superficie forestale nazionale è il 35% di quella totale, come riporta il sito European Forest, il 37% come emerge dall’inventario forestale nazionale del 2015, oppure il 41%, dato sul quale oramai molti concordano? Se l’ordine di grandezza non è determinante per l’immaginario collettivo, la differenza diventa sostanziale per l’applicazione delle politiche forestali di dettaglio, per la definizione di strumenti operativi, per la comprensione delle dinamiche e quindi per l’efficacia delle soluzioni.
La premessa di Spagnolli all’incontro è stata chiara: ricordando Eraclito, è intuitivo che un uomo non si bagni mai due volte nello stesso fiume. Ma oggi, con i veloci cambiamenti climatici, lo scenario muta rapidamente anche per la natura. E le foreste, almeno per come noi abbiamo bisogno dei loro servizi ecosistemici, non si “salvano” senza il nostro aiuto. Si adattano, ma in tempi troppo diversi dalle nostre necessità. È fondamentale allora un’azione proattiva, è stato detto a più voci, per indirizzare quell’adattamento, che è poi un investimento: per avere tutti i tipi di foreste sognati 30 anni fa - di protezione, naturali, agro-forestali, giardini e parchi forestali – come diceva Giorgio Matteucci, presidente SISEF, nei saluti introduttivi dell’incontro, e per evitare che in molte parti d’Europa a breve ci siano aree forestali in forte crisi.
Chi siamo, da dove veniamo e dove andremo: una specie di mantra, allora, peraltro molto conosciuto tra gli addetti ai lavori, da ripetersi quando si entra in un bosco e si ragiona sulla sua storia e sul suo possibile divenire. Ma per sviluppare strategie di adattamento è necessario disporre di informazioni tempestive e accurate su una molteplicità di parametri forestali.
In questa direzione lo sviluppo delle tecnologie di rilevamento (sia da un punto di vista metodologico che dell’accuratezza del rilievo e del dato) consente di gestire le tecniche di monitoraggio in maniera economica benché con alta risoluzione spazio-temporale. Per raggiungere questa necessaria accuratezza sarà tuttavia necessario integrare i dati satellitari con le informazioni raccolte attraverso gli inventari forestali, perché le nuove tecnologie non possono far dimenticare “l’uso degli scarponi”.
Grandi attese, allora, per la combinazione sinergica tra SINFor, il Sistema Informativo Forestale Nazionale, che con i suoi 145 indicatori a breve presenterà il suo primo rapporto 2022-24 sulle foreste di Regioni e Province autonome come soggetto di un’economia reale del territorio, tra lo Smart Forest Monitoring su foreste, ambiente e agroalimentare - affidato al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA) - e l’IFNI 2025, il nuovo inventario forestale nazionale realizzato sempre dal CUFAA con il supporto tecnico-scientifico del CREA, dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali e dell’ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Senza dimenticare altri importanti contributi scientifici alla “causa”, come quelli rivenienti ad esempio dalla rete di monitoraggio nazionale dei Tree Talkers sulla dinamica dei popolamenti forestali, un progetto SISEF sostenuto anche dalla Fondazione AlberItalia.
Un sistema di raccolta dati totalmente rinnovato e integrato, insomma, non solo per il monitoraggio della gestione forestale sostenibile, ma anche di tutti gli altri indicatori ecologici, economici e sociali del mondo forestale.
Protagonisti e portatori di interesse dell’incontro sono stati d’accordo su questo punto, come sulla necessità che questo processo – anche attraverso il tavolo di concertazione forestale coordinato dal DIFOR - debba assicurare una necessaria continuità di programmazione sia tecnica che finanziaria. Questo perché il metodo, posto al centro di una politica di investimenti che dedichi energie e fondi ad un settore forestale che si ritiene strategico, possa essere finalmente “normalizzato”, e realizzare compiutamente – come poi ha detto nelle conclusioni Emilio Gatto, direttore generale del DIFOR del Ministero – quell’integrazione della conoscenza che è fondamentale per lo sviluppo sostenibile e responsabile delle foreste.
Lascia un commento
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.