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Ad Antalya, per discutere il futuro delle foreste del Mediterraneo

Ad Antalya, per discutere il futuro delle foreste del Mediterraneo

di Andrea Barzagli

Si è svolta la scorsa settimana ad Antalya, in Turchia, la settima Mediterranean Forest Week (MFW).

La Settimana delle Foreste Mediterranee è un evento biennale che mira a facilitare la collaborazione tra gli amministratori forestali e i decisosi politici, la comunità scientifica ed accademica, il settore privato, la società civile, le organizzazioni non governative e gli altri stakeholder fornendo una piattaforma comune per il dialogo sui più importanti temi legati alle foreste del Mediterraneo. L’evento è organizzato da Silva Mediterranea, comitato per le questioni forestali del Mediterraneo, organo statutario della FAO. Dal 2019 il segretariato di Silva Mediterranea è in carico all’Italia e portato avanti da esperti del CREA dislocati presso la FAO, su mandato della Direzione Foreste del Mipaaf.

La settima MFW è stata dedicata alla “Forest and ecosystem restoration for the next Mediterranean generations” e, nella Giornata Internazionale delle Foreste, si è aperta proprio con il discorso di Florence Lacrosse in rappresentanza dei giovani e delle giovani del Mediterraneo a cui è dedicata questa settimana di lavori. Lavorare non “per” ma “con” le generazioni future. Questo il primo messaggio chiave, seguito subito da un riconoscimento dell’importanza dei prodotti a base di legno nel riconnettere le persone che vivono in città con le foreste e la natura. Terzo punto la comunicazione: la crisi climatica, quella della biodiversità e molte altre crisi che il pianeta sta attraversando, sono crisi della comunicazione.

Giovani, Legno, Comunicazione.

Tre parole perfette ad introdurre i temi di questa settimana che lavora per unire, tramite il Mediterraneo, paesi appartenenti a continenti e culture diverse, nell’obiettivo comune della Gestione Forestale Sostenibile e del ripristino degli ecosistemi. Pescando tra gli argomenti delle varie sessioni, ecco un serie di riflessioni e spunti emersi durante l’evento.

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Dicevamo: giovani, legno, comunicazione. Il passaggio successivo è quello dei dati. Per gestire al meglio gli 88 milioni di ettari di foreste presenti nell’area mediterranea servono dati certi e armonizzati sulla loro estensione, distribuzione e classificazione. L’European Topic Centre for Spatial Analysis and Synthesis (ETC-UMA) sta guidando un progetto per la mappatura di queste foreste tramite dati satellitari, processo essenziale anche per quantificare il contributo che questi ecosistemi possono dare nel contrasto alla crisi climatica. C’è infatti ancora una enorme differenza tra la qualità dei dati disponibili in Europa rispetto a quelli riguardanti gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo dove le stime possono includere errori fino anche all’80%.

Attenzione anche ai prodotti non legnosi delle foreste e al loro ruolo fondamentale nel sostenere le economie di piccola scala delle comunità locali, garantendo così il presidio del territorio. Resina, sughero, funghi, castagne, erbe officinali, miele, un lungo elenco di prodotti dai quali dipendono, per parte del proprio sostentamento, quasi una persona su sei a livello globale secondo i dati presenti nell’ultimo rapporto IPCC.

Un altro grande tema della settimana è stata la Forest and Landscape Restoration (FLR), nel contesto della UN Decade on Ecosystem Restoration. Un tema di importanza globale che va adattato al contesto mediterraneo e alle sue peculiarità. A monte di tutte le scelte tecniche, è necessario infatti interrogarsi su come promuovere l’incontro tra le necessità della FLR e quelle delle comunità che insistono sui territori, partecipanti cruciali affinché il processo abbia successo. Questo assunto, valido a livello generale, è ancor più importante in un’area densamente popolata come quella del Mediterraneo.

In un’area densamente popolata come quella del Mediterraneo, il successo dei progetti è strettamente legato alla loro capacità di tenere insieme gli obiettivi di ripristino con le necessità delle comunità locali.

Sempre nell’ambito della FLR, ma passando alla progettazione, sono due i temi caldi emersi dalle relazioni. Il primo riguarda l’importanza della scelta fra “active” and “passiverestoration, una questione che va oltre la valutazione costi/benefici e che, come caldeggiato più volte nelle varie presentazioni, necessita di un approccio che prenda in considerazione la complessità dei singoli contesti: definiti gli obiettivi principali, non esistono soluzioni standard. Ancora una volta alla domanda “come bisogna agire?”, la risposta è “dipende”.

Il secondo tema è quello del materiale di propagazione utilizzato nei progetti di FLR. Gli studi sulle provenienze e la conservazione delle popolazioni locali come serbatoi di diversità genetica assumono maggiore rilevanza nel contesto del cambiamento climatico: per massimizzare la capacità adattativa degli ecosistemi che andiamo a ripristinare è essenziale tenere in considerazione questi aspetti. Gli studi genetici e i tempi biologici per la conseguente produzione di materiale di propagazione (semi, piantine, etc.) necessitano però di una visione di lungo periodo che vada oltre le urgenze dei singoli progetti, la cui durata è spesso troppo breve. Come ogni altra regione del pianeta, il Mediterraneo necessita di investire su una strategia di lungo periodo per la produzione di materiale di propagazione di qualità.

Il tema della Forest and Landascape Restoration è stato ripreso anche dal MED FORUM, la riunione tra le foreste modello del Mediterraneo organizzata dalla Mediterranean Model Forest Network (MMFN) come evento parallelo della settimana. La MMFN coinvolge 11 foreste dislocate in Marocco, Turchia, Algeria, Grecia, Spagna, Francia, Italia e Croazia, delle quali 7 già riconosciute dalla Rete Internazionale delle Foreste Modello e 4 ancora in fase di accreditamento. A partire dal 2019, Regione Toscana svolge il ruolo di Secretariato della MMFN.

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In linea con i temi della settimana, questa edizione del MED FORUM è stata dedicata a discutere come le foreste modello possono contribuire allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile tramite soluzioni basate sulla natura. Nel suo intervento Christophe Besacier (FAO – FLRM), tra i responsabili della raccolta di buone pratiche per la UN Decade on Ecosystem Restoration, ha sottolineato quanto l’approccio delle foreste modello sia in linea con gli obiettivi di questa sfida globale. Lavorare per armonizzare le necessità di coloro che ruotano attorno al settore forestale, dai decisori politici fino alle comunità e i produttori locali, è essenziale per ristabilire la connessione tra le persone e gli ecosistemi in cui vivono. Connessione senza la quale le iniziative di ripristino degli ecosistemi difficilmente ottengono i risultati attesi.

Riguardo al ripristino degli ecosistemi è da segnalare che, nell’ambito della UN Decade on Ecosystem Restoration, Silva Mediterranea sosterrà la candidatura dell’area mediterranea ad essere riconosciuta come World Restoration Flagship. Questo riconoscimento, se ottenuto, rappresenterà un’importante occasione di visibilità per il lavoro di ripristino degli ecosistemi che già si sta svolgendo nei paesi del Mediterraneo, con l’individuazione di buone pratiche da inserire all’interno di una piattaforma di scambio e condivisione a livello globale. La Flagship prevede anche l’accesso a finanziamenti dedicati per la replicazione e l’upscaling delle attività.

Silva Mediterranea sosterrà la candidatura dell’area mediterranea ad essere riconosciuta come World Restoration Flagship, punto di riferimento per le buone pratiche di ripristino degli ecosistemi.

Sempre sul tema delle soluzioni imprenditoriali basate sulla natura, la Rete delle foreste modello del mediterraneo, ha organizzato anche una sessione tecnica sulle potenzialità dell’utilizzo di queste pratiche nella creazione di occasioni lavorative per i giovani imprenditori.

Il discorso di apertura di Toni Ventre, segretario della Rete, ha mostrato da subito la consapevolezza che nonostante l’importanza attribuita ai giovani nei discorsi sul loro ruolo, nella sostanza il loro coinvolgimento nei processi di gestione e creazione di politiche è ancora limitato. Se sono tantissime le esperienze innovative nate dal basso, è raro invece che i risultati ottenuti da tali esperienze vengano traghettati all’interno delle politiche nazionali o europee, ne risulta un arcipelago di pratiche isolate che faticano ad esprimere il loro potenziale rivoluzionario.  Lo sviluppo di piattaforme di scambio, network, forum che raccolgano queste esperienze e gli diano visibilità è quindi essenziale. Come sottolineato da Riccardo Castellini nel presentare i risultati del progetto Rosewood4.0, è necessario uno sforzo per armonizzare, tradurre e rendere fruibili ad un pubblico più ampio possibile le esperienze che vengono sviluppate all’interno dei singoli progetti. Nella continua ricerca di novità si rischia infatti di dimenticare le potenzialità della replicazione delle buone pratiche già implementate altrove, in altri progetti.

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L’auspicio è che sempre di più la disseminazione dei risultati ricopra un ruolo di rilievo nella progettazione, con un budget e attenzione adeguati all’altezza della sfida, anziché essere considerata come un’azione scomoda ma obbligatoria di molti programmi di finanziamento. Lo sforzo ulteriore sarà quello di abbattere il muro che separa i network accademici e istituzionali da quelli, spesso informali, che caratterizzano i movimenti giovanili.

Comunicazione, giovani, legno, dati, ripristino degli ecosistemi, prodotti non legnosi, soluzioni basate sulla natura, queste sono solo alcune delle parole chiave di questa settima Meditterranean Forest Week che sono andate ad alimentare la “Dichiarazione di Antalya”, il documento finale redatto da Silva Mediterranea e approvato da tuti i partecipanti all’evento. Un documento di indirizzo che raccoglie le sfide delle precedenti dichiarazioni, quella di Agadir (2017) e quella di Brummana (2019), tracciando la strada per la gestione sostenibile e il ripristino delle foreste mediterranee. Per la prima volta a questa dichiarazione se ne affianca anche una redatta dal forum dei giovani del mediterraneo, che andrà a confluire all’interno della World Forestry Congress Youth Declaration durante il congresso mondiale che si terrà a Seoul, in Korea, a maggio.

Qui potete trovare la versione finale della Antalya Declaration e del Mediterranean Youth Statement.

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