Pillole forestali dall’Italia #10 - Scende l'IVA sul pellet e altre notizie di dicembre

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti alla decima edizione di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa è l'ultima puntata del 2022, anno in cui la rubrica è nata. L'avete letta e ascoltata in tanti e di questo vi ringraziamo, il vostro supporto ci sprona a proseguire e a migliorarci. Quindi continueremo nel 2023, con l'obiettivo di creare una comunità attorno a queste notizie: vorremmo che foste anche voi a contribuire alla creazione della rubrica, attraverso riflessioni e suggerimenti.
Ma ora torniamo alle notizie. Preferite ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
SCENDERÀ L’IVA SUL PELLET
AIEL - Associazione Italiana Energie Agroforestali, ha reso noto che il Governo, a seguito di una proposta partita proprio dall’Associazione, proporrà un emendamento alla Legge di Bilancio per ridurre l’IVA sul pellet dal 22% al 10% per tutto il 2023. L’emendamento, che molto probabilmente andrà a buon fine, essendo firmato dai Presidenti dei Gruppi di maggioranza alla Camera, ricalca la proposta redatta da AIEL sia come espressione delle istanze degli operatori del settore, ma anche come strumento in favore di oltre due milioni di famiglie che si trovano oggi in seria difficoltà a causa dell’elevato aumento dei prezzi del pellet.
Ovviamente AIEL plaude all’iniziativa, sottolineando il ruolo delle biomasse sia per la diversificazione e la sicurezza energetica del Paese, sia per garantire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea. Le bioenergie potrebbero infatti arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da rinnovabili nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali lordi al 2030.
Se questa da molti punti di vista è indubbiamente una buona notizia, bisogna però anche sottolineare che la misura non risolverà alla radice una problematica che è strutturale. Buona parte del pellet consumato in Italia è infatti attualmente importato dall’estero e questa situazione ha sicuramente determinato buona parte dell’aumento incontrollato dei prezzi. Basti pensare che oggi i principali fornitori di pellet per l’Italia sono la Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Austria e la Croazia, ma questo pellet è derivato da scarti di lavorazione del legno provenienti dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia.
Come ha sottolineato Matteo Favero di AIEL in un recente articolo su RiEnergia, per una soluzione a lungo termine sarebbe importante promuovere e sostenere lo sviluppo di filiere di produzione nazionale per ridurre la dipendenza dalle importazioni che espongono il mercato italiano alle fluttuazioni e alle dinamiche internazionali. Occorrerebbe quindi stimolare una selvicoltura attiva e favorire lo sviluppo dell’industria di prima lavorazione del legno, i cui scarti di produzione possono essere ulteriormente valorizzati trasformandoli in biocombustibili legnosi come cippato, legna da ardere e, ovviamente, pellet.
Per approfondire:
LA PRIMA STAZIONE DI TERAPIA FORESTALE
A Biccari, sui Monti Dauni in provincia di Foggia, nella cornice del Parco “Daunia Avventura”, è stata inaugurata la prima "stazione di terapia forestale" d’Italia.
L’iniziativa nasce da quattro cooperative locali assieme ad un’Associazione di Promozione Sociale che si occupa di bambini e ragazzi affetti dal disturbo dell’autismo. Il progetto, denominato “Forest CARE - Il bosco che cura”, è finanziato dal PSR della Regione Puglia e sarà caratterizzato da numerosi laboratori terapeutici collegati alla foresta, con ad esempio attività di vivaismo e di piantagione di alberi, ma anche esperienze di falegnameria, dove i ragazzi progetteranno e realizzeranno oggetti in legno.
Il progetto, attraverso le tecniche di terapia forestale e in collaborazione con psicologi ed educatori, è finalizzato alla costituzione di un vero e proprio “Hub sociosanitario dei Monti Dauni” basato sulla natura, la foresta e più in generale la montagna: da qui il nome di “stazione di terapia forestale”. L'Hub avrà la sua sede in una vecchia scuola del comune di Biccari che sarà recuperata, dove i ragazzi non solo potranno realizzare attività laboratoriali ma anche vivere e sviluppare così percorsi di autonomia.
L’obiettivo è incrementare l’offerta sanitaria con proposte innovative ma al tempo stesso valorizzare il territorio e generare nuove opportunità legate ai servizi ecosistemici e alla multifunzionalità. Un approccio di gestione forestale davvero ad ampio raggio che l’esperienza di Daunia Avventura, come abbiamo raccontato in una recente puntata del podcast Ecotoni, ha dimostrato essere possibile.
Iniziative come questa si stanno moltiplicando in tutta Europa e nel mondo e fanno capire quante diversificate opportunità si possono nascondere nelle nostre foreste: non solo economiche per i proprietari e i gestori ma anche sociali, in questo caso per le tante persone, come i ragazzi affetti da autismo ma anche gli anziani che soffrono di Alzheimer o persone con vari tipi di fragilità, che tra gli alberi e in montagna possono trovare un luogo di cura e serenità.
Per approfondire:
IL FOREST SHARING IN CARNIA
Le disastrose conseguenze della tempesta Vaia e della successiva infestazione del bostrico tipografo hanno sollevato numerose domande tra i gestori forestali delle Alpi, spingendoli a ricercare soluzioni innovative a problematiche che, tuttavia, erano note da tempo.
Un problema annoso che si è mostrato in tutta la sua gravità durante questi anni di gestione emergenziale è stato indubbiamente quello della piccola proprietà privata, spesso frammentata e in stato di abbandono che circonda o che addirittura si colloca all’interno di proprietà pubbliche. Proprietà che, al contrario, sono spesso storicamente pianificate e attivamente gestite. In molti versanti colpiti dalla tempesta o dagli attacchi del bostrico è oggi molto difficile intervenire sia dal punto di vista selvicolturale, sia nella realizzazione della necessaria viabilità, proprio per la scarsa presenza di proprietà accorpate su ampi comprensori omogenei.
In questo contesto il Consorzio Boschi Carnici, che gestisce oltre 3.000 ettari di foreste pubbliche nella montagna friulana, grazie ad un bando regionale con fondi PSR ha ideato un progetto di “economia forestale collaborativa” che punta ad una gestione forestale multiproprietario, dove le piccole proprietà private potranno “agganciarsi” a quelle pubbliche per condividere la pianificazione prima e i lotti boschivi poi, sfruttando la capacità tecnica, organizzativa e progettuale del Consorzio.
Il progetto, chiamato “NETFo - Net of Forests”, metterà in pratica questa proposta attraverso una metodologia innovativa sviluppata dalla Start-up toscana BlueBiloba, ovvero la piattaforma “Forest sharing”.
Nei prossimi mesi seguiremo lo sviluppo del progetto, ma vi invitiamo fin da subito ad approfondire questa notizia con un articolo e due video-interviste che abbiamo realizzato durante il convegno inaugurale.
Per approfondire:
PIAZZA SAN PIETRO PROFUMA DI LEGNO
Restiamo in Carnia, ma passando per Roma.
Sabato 3 dicembre è stato inaugurato in Piazza San Pietro a Roma un meraviglioso presepe interamente in legno realizzato dagli artigiani di Sutrio, paese della Carnia, in provincia di Udine, famoso per l’antica tradizione nella lavorazione lignea.
L’opera è composta da 18 statue a grandezza reale derivanti da tronchi di cedro, dalla culla ricavata da una grande radice portata alla luce dalla furia della tempesta Vaia e infine dalla grotta, una cupola di sette metri realizzata in larice certificato PEFC dell’azienda Legnolandia di Forni di Sopra (UD). Solo la statua del Bambin Gesù è stata realizzata con un’altra specie: il tiglio.
L’opera, oltre al valore religioso, riesce a raccontare un territorio ricco di boschi e di tradizione nell’uso del legno ed è ancora più importante se collocata nel contesto delle recenti polemiche relative agli alberi di Natale posti nelle piazze delle città, compresa Piazza San Pietro, che da anni è nell’occhio del ciclone.
Il legno, la sua storia, la sua lavorazione e la sua trasformazione in oggetti utili e opere d’arte, è indubbiamente il collegamento che più riesce a raccontare in modo positivo l’utilità della Gestione Forestale Sostenibile in una società sempre più lontana dalla ruralità. Attraverso la bellezza, l’utilità e anche la valenza ambientale dell’uso del legno, le persone possono tornare ad avvicinarsi alla fonte primaria di questa materia prima rinnovabile, ovvero i boschi e la loro gestione.
Può sembrare banale come riflessione, ma in realtà non lo è affatto e tutti noi addetti ai lavori di questo settore dovremmo pensarci più spesso, impegnandoci per associare alle tante opere in legno, d'arte e non solo, presenti nelle nostre città, anche la storia di quell'albero, del bosco da cui deriva, delle persone che lo hanno trasformato e valorizzato. Un po' quello che abbiamo cercato di fare con un video, che vi consigliamo nuovamente di visualizzare.
Anche in un recente articolo abbiamo lanciato la provocazione di realizzare in legno anche lo stesso albero di Natale… chissà se qualche artista o artigiano altrettanto bravo la coglierà davvero il prossimo anno!
Nel frattempo, se passate per Roma, non mancate una visita al presepe di Sutrio!
Per approfondire:
LEGNO ANTICO IN MOSTRA
Per chiudere l’anno in bellezza vi raccontiamo una curiosità non tecnica, che è al tempo stesso un suggerimento di visita per le festività di fine anno o anche per un fine settimana alternativo all’insegna del legno.
Alla Reggia borbonica di Portici, sede del Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, per tutto il 2023 sarà visitabile la mostra intitolata: “Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano”.
Si tratta di un percorso espositivo caratterizzato da giochi di luci, suoni, colori e profumi in cui si potranno osservare l’antica culla di un bambino, i resti di un'imbarcazione, oggetti legati alla pesca, ma anche tavoli ad ornamento delle domus, letti, teche e cassapanche di rara bellezza. Uno spaccato della vita degli antichi abitanti attraverso i loro numerosissimi oggetti in legno, conservati grazie al fatto che l’ondata di fango vulcanico dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., una coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore, ha in parte carbonizzato, ma non bruciato, tanti degli oggetti incontrati durante la sua corsa.
Oggetti immobilizzati da oltre duemila anni, in certi casi molto simili a quelli che utilizziamo ancora oggi, che sono tornati alla luce grazie al lavoro di decine di tecnici e operatori e che, secondo noi, portano con sé, dal lontano passato, un messaggio per il futuro.
La mostra è intitolata “Materia” perché questo è il termine tecnico che i romani utilizzavano non solo nel significato più generico di oggi, ma anche per indicare proprio il legno grezzo, non ancora lavorato: quindi il materiale, la materia prima, per eccellenza.
Una materia prima sulla quale dobbiamo puntare sempre di più nel prossimo futuro per sostituire le fonti fossili a partire da una razionale, sostenibile e attiva gestione del nostro patrimonio forestale. Chissà se anche grazie ad eventi del genere, sostenuti con forza dal Ministero della Cultura, si riuscirà ad aprire un dialogo con questo Ministero e le Sovrintendenze che talvolta appare a dir poco faticoso.
Un buon auspicio per il 2023 in arrivo!
Per approfondire:
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