Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Ciao a tutte e a tutti e benvenuti alla quattordicesima edizione di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
La scorsa edizione di questa rubrica si apriva con una notizia “quantitativa”, relativa ai numeri del settimo rapporto sull’edilizia in legno realizzato da FederlegnoArredo. In questa edizione apriamo con lo stesso argomento, ma da diversi punti di vista: quelli della creatività e dell’innovazione. Trasformiamo insomma i freddi numeri… in esempi concreti!
L’edilizia in legno è stata infatti protagonista a Bolzano, nella cornice della Fiera Klimahouse, del “Wood Architecture Prize”, il primo premio nazionale per l’architettura in legno istituito da Fiera Bolzano in collaborazione con il Politecnico di Torino e lo IUAV di Venezia.
I 3 progetti premiati su 64 in gara, spiegano gli organizzatori del premio, “sono innanzitutto realizzazioni concrete, a dimostrazione di come la sostenibilità, l’efficienza e il design possono marciare insieme già nel presente, tracciando la strada da seguire in linea con gli obiettivi comunitari per un impatto climatico zero entro il 2050”. Ma quali sono i progetti saliti sul podio?
Il premio “architettura privata” è andato ad un’elegante abitazione di una giovane coppia realizzata a Magnago, nel milanese, dall’architettura estremamente semplice ma caratterizzata dall’utilizzo di un mix intelligente di materiali naturali: una pelle di sughero esterna, legno di abete rosso per la struttura e poi isolanti a base di paglia, riso e fibra di legno.
Il premio “architettura sperimentale” è andato invece all’Hotel La Briosa, ubicato nel centro di Bolzano, realizzato a partire dalla demolizione parziale di un edificio esistente realizzando la nuova struttura multipiano con pareti prefabbricate in legno e aperture stondate in cemento.
Infine, il premio “architettura pubblica” è andato a una meravigliosa scuola materna realizzata a Sluderno, in Alto Adige (vedi foto di copertina, esteno della struttura, e foto qui sopra, particolare dell'interno), dove l’organizzazione degli spazi a misura di bambino si è integrata con l’uso del legno, che svolge funzione strutturale e disegna al tempo stesso, senza soluzione di continuità, tutti gli ambienti.
Lo ripetiamo, non si tratta di progetti rimasti sulla carta ma di opere vere, concrete, che dimostrano ancora una volta come il legno, materia prima che in tanti ancora associano al passato, sia invece sempre più considerabile come centrale per il futuro.
Per rendervi conto al meglio dell'architettura di queste strutture innovative vi consigliamo di osservare non solo le opere vincitrici, ma tutte quelle finaliste e quelle premiate con menzioni speciali: non si tratta solo di “rifarsi gli occhi” di fronte a queste realizzazioni, ma anche di iniziare ad immaginare nuovi, creativi e innovativi utilizzi della “nostra” materia prima d'eccellenza.
Per approfondire:
Continuiamo a trattare di legno e innovazione con una notizia che arriva dal CNR - Istituto per la Bioeconomia e che riguarda il castagno e il suo tannino che, come sapete, è molto utilizzato in vari campi, come la concia vegetale delle pelli, la produzione di bioadesivi ma anche in ambito alimentare e farmaceutico.
Sono stati presentati in un recente articolo scientifico i risultati di uno studio riguardante una nuova tecnologia che può essere utilizzata per estrarre tannino dagli scarti legnosi di castagno: la “cavitazione dinamica”. Si tratta di una tecnica di estrazione emergente, considerata al momento la più efficiente, verde e scalabile, che permette di operare solo con acqua e a pressione ambiente, senza alcun pretrattamento del materiale. Questo metodo, spiegano i ricercatori, può sostituire con una sola e semplice operazione la complessa catena dei processi di produzione ultra-centralizzati oggi impiegati in questo ambito produttivo. Le prestazioni osservate nei test condotti sono state notevoli, con quasi 300 grammi di tannino ottenuti per kg di legna di castagno e un consumo energetico inferiore a 80 Wh per grammo di tannino estratto.
Questa tecnologia, oltre che avere un minor costo energetico e quindi un ridotto impatto ambientale, è molto interessante proprio perché può essere vantaggiosamente applicabile sia sulla scala della grande industria, sia su piccola scala, ad esempio quella tipica delle segherie locali, di montagna, che potrebbero così generare un prodotto aggiuntivo dai loro scarti di lavorazione.
Non sappiamo, ovviamente, se questa tecnologia, per ora testata in un progetto pilota, potrà avere un futuro. Possiamo però dire che vorremmo poter raccontare più spesso ricerche di questo tipo, capaci di unire il mondo della ricerca al territorio, portando nuove opportunità economiche, più efficienza e minore impatto sull'ambiente.
Per approfondire:
Due notizie consecutive sul legno non devono farci dimenticare che il 2023, come abbiamo scritto in un precedente numero di questa rubrica, si è di fatto candidato a diventare “l’anno dei servizi ecosistemici”, quello dove nuove opportunità, oltre al legno appunto, potranno entrare in modo più concreto, costante e massiccio nell’economia forestale nazionale.
Una conferma di questa previsione arriva dal Trentino, da una realtà forestale storica e molto importante, la Magnifica Comunità di Fiemme, che è diventata la prima realtà forestale al mondo ad aver ottenuto la certificazione FSC riferita all’idoneità delle pratiche di gestione forestale alla realizzazione e alla manutenzione di aree adibite alle attività di salute e benessere forestale.
Questa nuova certificazione sottolinea la volontà, da parte della Magnifica Comunità di Fiemme, di investire sul forest bathing, i cosiddetti “bagni di foresta”, una serie di pratiche di immersione nell’ambiente forestale nati in Giappone per mitigare i sintomi legati allo stress e poi diffuse in tutto il mondo. Ricordiamo che la ricerca scientifica, ne abbiamo parlato anche qui sulle Pillole, sta dimostrando la validità del forest bathing come pratica di promozione del benessere umano non solo per i suoi impatti positivi sugli stati d'animo, ma anche sui sistemi cardiovascolare, immunitario e neuro-endocrino.
Oltre ad ottenere questa nuova certificazione, la Magnifica Comunità di Fiemme ha già realizzato 4 percorsi di benessere forestale, lunghi da 250 metri a 1 km, immersi in particolari ambienti forestali selezionati proprio in base alla loro idoneità a queste pratiche, che potranno essere utilizzati per varie attività già a partire da questa primavera-estate.
Noi forestali associamo spesso il Trentino, in particolare proprio la Magnifica Comunità di Fiemme, ad una gestione forestale attiva mirata alla produzione di legno (la Magnifica ha anche un’importante segheria). Osservare questa attenzione alle attività di valorizzazione dei servizi ecosistemici innovativi proprio in questo contesto ci dimostra in modo lampante di come e quanto si stiano facendo strada nuove opportunità concrete, da monitorare e approfondire con grande attenzione. Non si tratta solo di "stranezze", come qualcuno poteva immaginarle alcuni anni fa, ma di pratiche con basi scientifiche e un potenziale economico per i gestori forestali.
Per approfondire:
Parliamo anche in questo numero di UNCEM - Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani che, come abbiamo già sottolineato, sta lavorando sempre più spesso nella valorizzazione delle filiere forestali, viste come elemento centrale delle politiche attive per la montagna.
Nello scorso numero vi abbiamo presentato lo speciale della rivista “Comunità Montagna” sulle filiere del legno; in questo, invece, vi parliamo di un video, intitolato: “Di acqua e di legno. Nella transizione e nel cambiamento”.
Il video è stato realizzato nell’ambito del progetto Alpimed CLIMA, un progetto transfrontaliero che vuole sviluppare convergenze di comportamenti e pratiche tra Italia e Francia al fine di concordare una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici a beneficio dell’economia e della biodiversità.
Si tratta di un breve documentario, di poco meno di dieci minuti, che attraverso le parole di Pierluigi Claps, docente del Politecnico di Torino, e di Marco Bonavia, Dottore forestale, descrive l’utilità della gestione forestale per i territori di montagna, sia dal punto di vista idraulico e idrogeologico che da quello della produzione di materia prima rinnovabile, nel contesto del cambiamento climatico. Il video ha il pregio di spiegare in modo posato e semplice alcuni concetti che, purtroppo, sono sempre meno conosciuti dalla maggior parte delle persone, come una domanda che sembra banale, ma non lo è affatto: “Ma perché dobbiamo gestire i boschi?”.
Vi proponiamo un esercizio da fare prima di guardare il video: provate a rispondere, in poche parole e in tono divulgativo, a questa domanda. Scoprirete innanzitutto che non è affatto facile dare una risposta semplice e poi che ci sono tanti, diversi e variegati modi per farlo. Questo video ci propone due tra le tante possibili chiavi di lettura: l'acqua e il legno. Il filmato può essere utilizzato così com'é in vari contesti (scuole, università, eventi pubblici...) o può magari servire come spunto per immaginare, chissà, tanti altri strumenti divulgativi di cui ci sarebbe un grande bisogno.
Di sicuro è un prodotto utile ed è interessante che sia stata proprio una realtà come UNCEM ad immaginarlo, produrlo e diffonderlo.
Per approfondire:
“Ci riferiamo al recente comunicato con il quale il Team Bike Pionieri ha annunciato l’annullamento della 31^ edizione della Granfondo Castello di Monteriggioni, che avrebbe dovuto tenersi il prossimo 19 Marzo. Come proprietari della maggior parte dei terreni della Montagnola, che hanno espresso un diniego al passaggio della manifestazione all’interno delle proprietà, formuliamo il nostro sincero dispiacere per il mancato raggiungimento di un accordo, peraltro quasi concluso, che avrebbe consentito il regolare svolgimento della manifestazione”.
Inizia così una lettera a firma del “Comitato Silvicoltori” a chiusura di una situazione davvero spiacevole, ma anche molto interessante da analizzare, andata in scena al margine di un feroce scontro che ormai da settimane imperversa, in Toscana, tra proprietari, imprese e tecnici forestali da un lato e comitati ambientalisti dall’altro.
Si tratta di una polemica (ormai purtroppo abbastanza comune) contro le utilizzazioni dei boschi governati a ceduo che, anche se svolte secondo il regolamento forestale, a detta dei comitati sarebbero da condannare in quanto deleterie per l’ambiente e il paesaggio. Sulla Montagnola senese, in particolare, il conflitto ha raggiunto livelli davvero molto pesanti, con accuse al limite della decenza rivolte dai comitati contro i selvicoltori, critiche feroci spesso amplificate a gran voce dalla stampa locale.
Proprietari, imprese e gestori hanno così deciso di lanciare una sfida in occasione della “Granfondo Castello di Monteriggioni”, una gara di mountain bike molto seguita che si snoda proprio tra i boschi della Montagnola: in cambio dell’autorizzazione a svolgere la gara sulle strade e i sentieri dell’area, è stato chiesto agli organizzatori della gara di realizzare un comunicato stampa in cui riconoscere che la manifestazione si sarebbe svolta, come ogni anno, anche grazie: “alla corretta e attenta conservazione dell’ambiente e della viabilità agroforestale da parte dei proprietari dei terreni”.
Una richiesta bizzarra? Una provocazione? Certamente sì.
Una completa follia senza senso? No, a maggior ragione se contestualizzata nel clima davvero pesante che si respira ormai da mesi in quell’area.
Il risultato? La Granfondo è stata rimandata.
Questa storia locale, se vogliamo curiosa, che può strapparci anche una risata, deve in realtà farci molto riflettere perché ha, al suo interno, qualcosa di molto profondo, che viene da lontano e che interessa tutti coloro che sono impegnati, al giorno d’oggi, nella gestione forestale.
È davvero un peccato che una bella manifestazione del genere non possa essere svolta a causa del diniego dei proprietari forestali al passaggio della stessa: un vero e proprio fallimento del concetto stesso di multifunzionalità. Al tempo stesso, però, questa reazione è più che comprensibile mettendosi nei panni dei proprietari, dopo mesi di accuse, di “giornalate”, di video e volantini al limite della diffamazione.
Come uscire da questa situazione deleteria per tutti e risolvere il conflitto?
È la seconda domanda difficile di queste Pillole alla quale vi chiediamo di rispondere... non è facile farlo, per nessuno, ma è quantomai urgente immedesimarsi in queste spiacevoli situazioni, che sono purtroppo sempre più all’ordine del giorno.
Per approfondire:
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