Pillole forestali dall’Italia #52 - Buone pratiche, concorsi, sperimentazioni (e altre notizie di febbraio)

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 52 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da FSC®Italia e PEFC Italia, che ringraziamo per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
INFORMAZIONE FORESTALE CAPILLARE
Cogliamo l’occasione della notizia relativa all’uscita del calendario 2025 degli Sportelli e dei Punti Informativi Forestali della Regione Piemonte per presentarvi questi strumenti, che riteniamo particolarmente innovativi, utili e interessanti. L’obiettivo di questa rubrica, infatti, è anche di raccontare buone pratiche e idee replicabili in altri contesti territoriali.
La Regione Piemonte ha intrapreso da anni numerose iniziative di informazione e comunicazione, rivolte non solo agli operatori del settore. Tra queste, la creazione degli Sportelli e dei Punti Informativi Forestali (PIF) rappresenta probabilmente un unicum nel panorama forestale italiano. In Piemonte sono stati infatti istituiti ben 64 Sportelli Forestali e 29 Punti Informativi Forestali (PIF), in luoghi distribuiti capillarmente sul territorio. Si tratta di uffici, animati da esperti, pensati per fornire diversi servizi gratuiti, come ad esempio: informare sulle normative forestali e ambientali, dare supporto per le comunicazioni di taglio, agevolare le procedure burocratiche relative all’iscrizione all’Albo delle imprese forestali, comunicare le opportunità di finanziamento offerte dallo Sviluppo Rurale e distribuire materiale informativo e di sensibilizzazione.
Gli Sportelli Forestali sono stati istituiti da una legge regionale (L.r. 4/2009) e sono collocati sia all’interno degli uffici regionali che presso altri enti pubblici, come le province, le comunità montane e i Parchi. I Punti Informativi Forestali, invece, sono stati realizzati in collaborazione con IPLA, finanziati attraverso i fondi dello Sviluppo Rurale (FEASR) e allestiti in strutture messe a disposizione dalle amministrazioni comunali; sono nati nel 2017 per servire le zone non adeguatamente coperte dalla rete degli Sportelli, aumentando così la capillarità del servizio. Dai 19 uffici animati da 11 professionisti del 2017, sono cresciuti costantemente a seguito delle manifestazioni d’interesse ricevute dai Comuni e dal territorio, arrivando a 29 PIF nel 2024, animati da 20 professionisti.
Nel 2022, inoltre, è stato anche introdotto un “Punto Informativo Forestale Mobile”, in pratica un ufficio-camper itinerante pensato sia per raggiungere i territori più remoti e meno serviti, sia per essere presente ad iniziative popolari come fiere e sagre. Nel biennio 2023-2024 i comuni toccati dal “camper informativo forestale” sono stati ben 87.
"La rete informativa forestale, composta da Sportelli, Punti Informativi e dal Punto Informativo Forestale Mobile, rappresenta un tassello fondamentale del nostro impegno a favore della gestione sostenibile del territorio piemontese”, spiega Enrico Gallo, dirigente del Settore Foreste, “L'obiettivo è quello di garantire che tutti gli operatori, dalle imprese forestali agli enti locali, abbiano un accesso semplice e gratuito a informazioni precise e aggiornate sulle normative, le opportunità di finanziamento e le migliori pratiche per la gestione dei boschi. Il successo di queste iniziative, evidenziato dalle richieste del territorio, dimostra che la strategia adottata sta funzionando”.
Sottolineiamo queste ultime parole di Gallo con una piccola riflessione finale. È molto facile, dall’alto, giudicare i proprietari o gli operatori forestali come soggetti poco avvezzi al cambiamento, ancorati a vecchie prassi superate, ignoranti rispetto alle norme e incapaci di imprenditorialità avanzata. Molto più difficile è fare lo sforzo di portare l’informazione e l’innovazione laddove essi vivono e lavorano, per dare loro un’occasione di crescita umana e professionale. Il Piemonte lo sta facendo e, rispetto a molte altre aree d’Italia, i risultati si vedono. La crescita del settore, evidentemente, passa anche da una maggiore vicinanza tra istituzioni e territori.

CRESCE LA DOPPIA CERTIFICAZIONE
Negli scorsi giorni, anche sui media nazionali, ha fatto notizia la doppia certificazione della Foresta di Fusine, in Friuli Venezia Giulia, un’iconica proprietà regionale di oltre 2.800 ettari che, dopo essere stata certificata PEFC, ha ottenuto anche la certificazione FSC.
Il percorso che ha portato a questo risultato, si legge nel sito di FSC Italia, è stato avviato nel 2024 dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, Forestali e Ittiche della Regione Autonoma, in collaborazione con il Cluster Legno Arredo Casa e il Cluster forestale Legno Servizi. L’intento della Regione è ora quello di estendere la doppia certificazione ad altre proprietà regionali entro il 2025.
“La doppia certificazione delle foreste è un percorso prezioso che consente di portare sempre più valore alle filiere locali e allo stesso tempo garantire una doppia attenzione ad una gestione forestale sostenibile”, ha dichiarato a Sherwood Carlo Piemonte, Direttore del Cluster Legno Arredo Casa e uno dei principali artefici dell’idea di estendere la certificazione. “Multifunzionalità, economia locale, sostenibilità, socialità e cultura sono alcuni dei valori che con le certificazioni vogliamo porre in evidenza e diffondere sempre di più”.
La scelta della doppia certificazione è una tendenza che sta maturando sempre più negli ultimi anni, segno di un interesse crescente del mercato ma anche di necessità di comunicazione e trasparenza sempre più sentite da parte delle proprietà. Di conseguenza, dato che uno degli obiettivi di questa rubrica è anche quello di darvi informazioni che vanno oltre la cronaca, cogliamo l’occasione per mostrarvi l’elenco di quelle che, ad oggi, sono le foreste con doppia certificazione in Italia. Si tratta di 15 proprietà forestali, 9 pubbliche e 6 private, per un totale di circa 80.000 ettari doppiamente certificati FSC e PEFC.
Indubbiamente una piccola parte delle foreste italiane, ma con un grande potenziale. Anche in questo caso, come per la prima notizia di questa edizione, una buona pratica da osservare e replicare.
Le foreste doppiamente certificate in Italia, a Febbraio 2025:
Private:
- Agenzie agricole di Torviscosa (Friuli Venezia Giulia)
- Azienda Agricola Maria Luisa Rosseghini di Giorgio Invernizzi & C. (Lombardia)
- Azienda Agricola Turco Ivan e Pitton Rosa & C. (Friuli Venezia Giulia)
- Selvamar (Umbria)
- Società Agricola Campomo (Toscana)
- Walden S.r.l. (Piemonte) – entità privata che però gestisce foreste pubbliche
Pubbliche:
- Comune di Asiago (Veneto)
- Comune di Lariano (Lazio)
- Ente Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano (Toscana ed Emilia-Romagna)
- ERSAF (Demanio Regione Lombardia)
- Foresta di Fusine (Friuli Venezia Giulia)
- Magnifica Comunità di Fiemme (Trentino)
- Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia (Toscana)
- Unione dei Comuni di Valdarno e Valdisieve (Toscana)
- Unione di Comuni Montana Colline Metallifere (Toscana)
Per approfondire:

LEGNO ASSOLUTO PROTAGONISTA A KLIMAHOUSE
Nell’edizione n. 14 delle Pillole vi avevamo parlato del Premio Nazionale per l’Architettura in legno, evento che si era appena svolto per la prima volta a Bolzano in occasione del Klimahouse. Quest’anno il “Wood Architecture Prize” è giunto alla sua terza edizione, sempre nell’ambito della fiera internazionale dedicata all’edilizia responsabile e all’efficientamento energetico.
Questo prestigioso premio, promosso con il contributo del Politecnico di Torino e lo IUAV di Venezia ed in collaborazione con PEFC Italia, vuole celebrare quelle opere architettoniche che si distinguono per innovazione, design, funzionalità e che hanno il legno come materiale principale. I progetti, inoltre, devono rispondere anche alle sfide legate alla sostenibilità e al cambiamento climatico.
Tra i dodici finalisti, tre sono stati premiati come vincitori e quattro hanno ottenuto delle menzioni speciali.
Per motivi di tempo vi proponiamo un breve approfondimento dei soli tre vincitori del “Wood Architecture Prize” 2025, invitandovi però a scoprire tutti i premiati, ne vale la pensa sia da un punto di vista tecnico che estetico.
- Centro Anck’io - Villafranca (VR): il progetto è stato premiato per il suo carattere innovativo e per la sua capacità di integrare diversi spazi pubblici con funzioni aggregative all'interno di un unico edificio progettato in maniera modulare, che offre una notevole flessibilità nell’utilizzo degli spazi, inclusi quelli esterni ma coperti. Un elemento distintivo del progetto è la copertura dell’edificio, composta da cassettoni in legno smontabili e riutilizzabili al termine della vita utile dell’edificio, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale.
- Casa Larun - Tregnago (VR): questa casa privata si distingue per la sua originalità e per la maestria progettuale e costruttiva. La struttura in legno, progettata per adattarsi a un lotto stretto, è stata realizzata attraverso una gabbia strutturale di microlistelli che non solo conferisce un design interno armonioso, ma offre anche una funzione antisismica, rendendola così sicura oltre che esteticamente piacevole.
- Kindergarten Algund - Lagundo (BZ): il progetto di questo asilo ha previsto il rinnovo di una struttura esistente, trasformando gli spazi interni, originariamente ordinari e semplici, ad ambienti che creano un’atmosfera intima, accogliente e famigliare, perfettamente adatta ad un’utenza di più piccoli.
Vi invitiamo ancora a scoprire anche gli altri progetti che hanno partecipato a questa competizione, poiché tra le opere finaliste e quelle premiate con menzioni speciali, avrete l'opportunità di ammirare straordinarie espressioni di ingegno e creatività, realizzate con un materiale, il legno, dalle mille potenzialità. Il messaggio che esce dalla terza edizione del Premio, e da Klimahouse in generale, è l’estrema versatilità di questa materia prima rinnovabile, che unita alla sua intrinseca possibilità di coniugare il rispetto per l’ambiente con l’innovazione e l’estetica la rende attualissima nonostante ci accompagni, in fondo, da milioni di anni.
Per approfondire:
C’È ANCORA UN ALBERO SARDO TRA I PIÙ SIGNIFICATIVI D’EUROPA
Nell’edizione numero 30 delle Pillole forestali dall’Italia avevamo chiuso il 2023 con una curiosità relativa al concorso annuale per eleggere “L’albero italiano dell’anno”. Si tratta di un’iniziativa promossa dal 2019 dalla “Giant Trees Foundation” che si inserisce in un più ampio concorso europeo, denominato “European Tree of the Year”. Questo contest, organizzato dall’Environment Partnership Association (EPA), ha preso il via nel 2011 e, con cadenza annuale, celebra e valorizza gli alberi del Vecchio Continente, la loro storia e il loro legame con la popolazione e l’ambiente.
Tornando alla notizia che ci aveva accompagnato alla fine del 2023, in quell’occasione avevamo parlato di un albero straordinario, un olivastro situato a Luras, in Sardegna, che vanta un’età stimata tra i 3.000 e i 4.000 anni. Questo albero si era aggiudicato il primo posto come “Albero Italiano dell’Anno 2023” ed ha poi partecipato, classificandosi al terzo posto, al Concorso Europeo del 2024. Quest’anno, dopo la vittoria nel concorso nazionale, è nuovamente un albero sardo a rappresentare l’Italia al contest europeo: si tratta di un tasso secolare, il Tasso di Matari, che si erge nell’omonima Valle di Matari, tra il Rio Flumineddu e l’imponente Canyon di Gorropu, nel cuore del vasto Supramonte di Urzulei. Un territorio dove suggestive doline, sorgenti e grotte naturali incorniciano antichi villaggi nuragici, testimonianza della millenaria convivenza fra l’uomo e la natura. Questo maestoso esemplare di tasso ha un’età stimata di 500 anni, raggiunge un’altezza di 17 metri e una circonferenza di ben 5 metri. “S’Eni e Matari”, come è chiamato localmente, dovrà competere con altri 15 alberi rappresentativi di altrettante nazioni europee. Le votazioni sono attualmente in corso e si chiuderanno il 24 febbraio.
Vi invitiamo a visitare il sito web dell’organizzazione, dove potrete scoprire gli altri alberi in gara, come un magnifico esemplare di ginkgo biloba situato a Leida, nel sud dei Paesi Bassi, un faggio comune di 300 anni, quindi un “giovanotto”, che si staglia tra le colline Dalkowskie in Polonia, o un imponente esemplare di farnia, soprannominata “Quercia pacifica”, che si trova all'ingresso dell’Abbazia di Saint-Maurice, nella città costiera di Clohars-Carnoët in Francia. Sul sito, oltre che le informazioni dei finalisti, troverete immagini e video che vi permetteranno di immergervi nella storia di questi alberi, custodi del tempo ma anche simboli di resilienza e capacità di adattamento.
Cogliamo l’occasione di questa notizia dedicata ai “patriarchi verdi” per segnalarvi anche che il Masaf ha recentemente pubblicato la mappa georeferenziata dei 4.655 Alberi Monumentali d’Italia, tra ovviamente l’olivastro e il tasso sardi. Vi invitiamo a consultarla, dopo aver votato (non diciamo per chi, ma già lo sapete!) al concorso per l’albero europeo dell’anno.
Per approfondire:
CEDUARE ANCHE IN ESTATE? SI PUÒ FARE
E concludiamo come sempre con un consiglio di lettura, ascolto o visione.
Questa volta si tratta di un video realizzato da noi di Compagnia delle Foreste nell’ambito del progetto di associazionismo forestale InVouderm.
Come sapete, normalmente il ceduo di castagno non può essere utilizzato in estate, così impongono i regolamenti forestali e le “prescrizioni di massima” dove ancora esistono. Tuttavia, questa indicazione non ha una validazione scientifica. Il taglio durante il riposo vegetativo era ritenuto vantaggioso per diversi motivi produttivi, come ad esempio la lignificazione completa dei polloni prima delle gelate dell’inverno successivo al taglio. Ma oltre a questa e ad altre convinzioni popolari, vi era un’importante ragione pratica alla base di questa scelta gestionale: la necessità di manodopera nei campi durante la bella stagione, in quell’alternanza di lavori forestali e agricoli che caratterizzava la civiltà contadina di molte aree del Paese.
Molti cedui di castagno versano oggi in un drammatico stato di abbandono, che genera problemi idrogeologici e rischio incendi. Estendere la stagione di taglio anche al periodo estivo potrebbe garantire un rapido recupero di queste superfici, interessante anche dal punto di vista produttivo visti gli assortimenti ritraibili: non solo cippato a fini energetici ma anche paleria, travatura, materiale per ingegneria naturalistica e per l’estrazione di tannino.
Per questo l’Università di Torino, partner del progetto InVouderm, ha iniziato una sperimentazione relativa a due diversi aspetti: non solo la possibilità di ceduare i castagneti anche in estate, ma anche l’opportunità di diffondere la matricinatura a gruppi, un approccio innovativo volto a creare isole di biodiversità più stabili rispetto alle classiche matricine isolate.
Il video parla proprio di questo, attraverso la voce di Davide Vecchio, ricercatore dell’Università di Torino, e di Gabriele Mao, titolare di un’impresa boschiva locale.
Guarda il video:
Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!
Ci teniamo a ringraziare Francesca Corda, studentessa forestale tirocinante presso Compagnia delle Foreste, che ha dato un importante contributo per la realizzazione di questa edizione.
Prima di chiudere vi ricordiamo che alle quindicinali "Pillole forestali dall'Italia" si sono da poco affiancate le "Pillole forestali dal mondo", realizzate a cadenza mensile dal Direttore Paolo Mori. Come per le Pillole forestali dall'Italia, anche quelle dal mondo sono gratuite e si possono sia leggere che ascoltare in versione podcast. Vi consigliamo di seguire entrambe queste rubriche!
Vi ricordiamo infine che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:
Alla prossima edizione!
Copyright immagini Foresta di Fusine: copertina Thomas Fabian, articolo Frerk Meyer - Wikimedia Commons
Lascia un commento
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.
Crediamo fermamente che creare un dialogo costruttivo con i nostri lettori possa costruire una comunità di appassionati, permettere di approfondire i temi trattati e arricchire tutti. Per questo motivo abbiamo attivato la sezione “commenti”.
Commentare un articolo è un'opportunità per partecipare alla conversazione pubblica e condividere le proprie opinioni. Partecipa anche tu alla discussione!
I commenti saranno moderati dalla redazione per assicurare che siano pertinenti, rispettosi e in linea con le nostre linee guida.