Dal Veneto è arrivata una triste notizia, una scelta che sembra andare in direzione contraria rispetto a quanto auspicato da anni in articoli, convegni e documenti ufficiali dedicati all’importanza della formazione forestale per le giovani generazioni.
Non è stato rifinanziato e quindi non potrà svolgersi nel prossimo anno scolastico il corso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) chiamato “Formazione forestale per la montagna veneta”. Un corso dedicato ai giovani dalla montagna veneta, pensato per formare operatori specializzati nei lavori forestali e promosso congiuntamente dall’Istituto agrario di Feltre (BL) e dal Consorzio Imprese forestali del Triveneto - CIFORT con il supporto dell’Università di Padova.
La motivazione? Si parla di vizi formali della domanda presentata dalla scuola, ma è evidente la scarsa volontà politica di supportare l'iniziativa.
Eppure lo scorso anno questa esperienza aveva suscitato molto interesse, non solo in tanti osservatori a livello nazionale, ma anche tra le scuole agrarie e forestali di altre regioni, pronte a replicare l’esperienza veneta. Ma soprattutto, questo corso era stato ben accolto dalle imprese boschive del territorio, inizialmente scettiche ma poi convinte della necessità di una figura professionale avanzata come quella formata dallo stesso: un operatore specializzato nella gestione delle operazioni di raccolta del legname in aree montane dotato di elevate conoscenze sia teoriche che pratiche.
Il corso IFTS era nato dal basso lo scorso anno con l’obiettivo di andare incontro alle nuove esigenze di un settore che si sta rapidamente evolvendo, attraverso obiettivi gestionali sempre più complessi ma anche macchine e attrezzature che richiedono elevata professionalità, corretta pianificazione del cantiere e attenzione all’ambiente in cui si opera. Il percorso formativo realizzato nella prima edizione è stato caratterizzato da un programma moderno e articolato, che individuava nell’operatore forestale specializzato una figura strategica per i territori di montagna: un professionista capace di organizzare progetti selvicolturali al passo coi tempi, formato anche sui temi dell'ecologia, della sostenibilità e sulle normative forestali di riferimento.
Non poter replicare questa esperienza è una sconfitta per i giovani interessati a lavorare in campo forestale (erano già 15 i pre-iscritti), per le imprese, per la montagna ma anche per l’intero settore forestale, dato che una delle “Azioni operative” della Strategia Forestale Nazionale è proprio dedicata alla “competenza, formazione e qualificazione degli operatori forestali e dei soggetti economici delle filiere”.
Condividendo lo spirito con cui è stato progettato e realizzato il corso IFTS, pubblichiamo di seguito una nota di CIFORT e CONAIBO - Coordinamento Nazionale Imprese Boschive, augurandoci che il corso, creato con fatica nella montagna bellunese, possa essere presto rifinanziato e replicato. Si tratta di un modello prezioso per tanti altri contesti nazionali, di un’esperienza da non dissolvere.
Il Consorzio Imprese forestali del Triveneto CIFORT, unitamente al Coordinamento Nazionale Imprese Boschive CONAIBO, accolgono con amarezza la notizia del mancato finanziamento regionale del corso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) “Formazione forestale per la montagna veneta”, dedicato a formare operatori specializzati nei lavori forestali.
L’Istituto agrario Antonio Della Lucia di Feltre (Belluno), forte dell’esperienza maturata lo scorso anno scolastico con un’analoga iniziativa, aveva ripresentato la domanda di finanziamento sul bando del Programma operativo regionale fondo sociale europeo “2014-2020” Asse 1 - Occupabilità (DGR n. 680 del 17 giugno 2025) per il nuovo anno scolastico. Tale progetto formativo era stato progettato per fornire ai giovani diplomati ed inoccupati un percorso di formazione di durata annuale, caratterizzato da un programma aggiornato nei contenuti e articolato nelle modalità didattiche, in grado di unire tradizione e innovazione e che vedeva l’operatore forestale come una figura strategica per la gestione dei territori di montagna.
È noto che il lavoro forestale è contraddistinto da complessità organizzative ed elevati rischi legati alla sicurezza e richiede pertanto la presenza di figure professionali da generare mediante una formazione altamente specializzata.
Quanto accaduto dopo la tempesta Vaia e nel corso dell’emergenza fitosanitaria del bostrico ha messo in luce la necessità di disporre di operatori forestali capaci di organizzare e gestire i cantieri ed in grado di utilizzare macchine ed attrezzature tecnologicamente complesse quali gru a cavo per l’esbosco aereo e processori, necessarie per operare con efficienza e in sicurezza.
“Formazione forestale per la montagna veneta” era dunque un’iniziativa rivolta ai giovani che intendono vivere in montagna svolgendo un’attività necessaria per la manutenzione e la sicurezza del territorio e volenterosi nell’affrontare da protagonisti le sfide che la montagna sta generando (dalla crisi climatica alla crisi demografica con l’abbandono dei territori).
Il mancato finanziamento del percorso IFTS promosso l’Istituto agrario Antonio Della Lucia di Feltre (BL), organizzato con il supporto di un ampio partenariato territoriale, è stata una doccia fredda per i 15 ragazzi già pre-iscritti e provoca un disagio per gli Enti e i settori imprenditoriali coinvolti nella filiera del legno.
Inoltre, ha determinato un arresto di un progetto avviato con successo e che aveva già creato interesse anche a livello interregionale. Infatti, l’iniziativa bellunese, grazie alla rete degli Istituti agrari di cui l’Istituto di Feltre è il capofila attuale, aveva stimolato la messa in cantiere di nuove iniziative formative nelle regioni del Nord Italia.
Le imprese forestali ed in generale le aziende che si occupano di tutela a manutenzione del territorio montano esprimono quindi forte rammarico per il mancato finanziamento del progetto IFTS, che appare come un segnale in controtendenza rispetto all’urgenza di investire nella formazione di giovani operatori forestali e, in ultima istanza, a contribuire a rallentare lo spopolamento dei territori montani.
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