Carta, penna e… smartphone. Le form app per la raccolta dati in bosco
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di Flavio Taccaliti, Niccolò Marchi, Claudio Betetto, Davide Marangon
Raccogliere dati in campo è parte del lavoro del professionista forestale. Oggi sono disponibili degli applicativi per smartphone che possono semplificare la raccolta e soprattutto la digitalizzazione dei dati, velocizzando il lavoro e limitando il rischio di commettere degli errori di trascrizione. Questo articolo riporta l'esperienza del Gruppo di Selvicoltura dell'Università degli Studi di Padova nell'uso di ODK Collect e QFIELD.
Negli ultimi anni, l’informatizzazione ha ridotto la quantità di tempo passata in bosco, basti pensare alla disponibilità di immagini satellitari per velocizzare l’inquadramento dell’area di lavoro; ciononostante, è ancora necessario, ad un certo punto di ogni incarico, calzare gli scarponi e preparare matita e schede di campo. Per far fronte al problema della raccolta di dati con schede cartacee, problema che interessa anche altri professionisti (ingegneri, epidemiologi, sociologi, ecc.,) da qualche tempo sono state create delle app per smartphone, chiamate form app, che replicano sullo schermo le schede di rilievo normalmente utilizzate.
Oltre a facilitare il lavoro in caso di ambiente avverso (tutte sono utilizzabili in assenza di segnale di rete) e a rendere istantanea la digitalizzazione delle informazioni, queste app permettono anche di aggiornare velocemente gli altri componenti del gruppo di lavoro, di effettuare in tempo reale dei calcoli sui dati raccolti e, addirittura, di raccogliere dati non testuali, come foto, file audio o posizione GPS, che vengono collegati alla scheda che si sta compilando.
Varie sono le app a disposizione, tutte simili nella creazione della scheda di rilievo e nella sua compilazione, anche se alcune presentano delle peculiarità.
Ad esempio, ESRI, la nota azienda creatrice di ArcGIS, ha prodotto anche Survey123 e Field Map, due form app con caratteristiche simili (https://doc.arcgis.com/en/survey123/reference/formappcomparision.htm ). Nonostante i prodotti ESRI siano famosi per facilità di utilizzo e affidabilità, entrambe le app richiedono una licenza ESRI a pagamento per l’utilizzo, ed hanno delle limitazioni nella creazione della scheda di rilievo.
Epicollect5 (https://five.epicollect.net ), un’app creata dal Centre for Genomic Pathogen Surveillance dell’Università di Oxford, è gratuita, in quanto il progetto è finanziato dall’ente caritatevole Wellcome. Ciononostante, i dati vengono conservati sui server del progetto, e sono presenti delle limitazioni nella personalizzazione della scheda.
Senza voler continuare con un elenco esaustivo, anche data la frequenza con la quale sono disponibili nuove opzioni, si vogliono invece segnalare ODK Collect (https://docs.getodk.org/collect-intro) e QField (www.qfield.org/ ), due app usate estesamente dal Gruppo di Selvicoltura dell’Università degli Studi di Padova [1] per la raccolta dei dati di campo.
ODK Collect
ODK Collect è un’app open-source ed è stata scelta per le nostre attività di ricerca in quanto liberamente accessibile e con possibilità di personalizzare la scheda di campo in modo praticamente illimitato. Un vantaggio rilevante, ad esempio, è il fatto di poter impostare dei controlli sui dati inseriti, come l’intervallo massimo di misurazione, o il blocco dell'avanzamento nel caso di dati mancanti, al fine di ridurre al minimo la presenza di errori o lacune nella scheda.
È anche possibile utilizzare un eventuale server personale per raccogliere e conservare i dati, sebbene ciò richieda delle competenze informatiche avanzate, oppure appoggiarsi ad ODK Server, un servizio fornito dagli sviluppatori della app, a pagamento.
Sebbene presenti dei vantaggi, la creazione di una scheda di rilievo con ODK Collect è più complicata che con altre app. Per questo motivo, si è pensato di fornire ai lettori delle istruzioni dettagliate su come procedere (Figura 1).
Figura 1 - Istruzioni di dettaglio per la creazione di una scheda di rilievo con ODK Collect.
QField
QField è un’estensione gratuita e open-source del progetto QGIS (il noto software) pensata per la raccolta di dati di campo georeferenziati. Mantenuta dall’azienda OPENGIS.ch in modalità freemium (ovvero gratuita per la sola versione base), non è propriamente una form app, ma è piuttosto una versione portatile di QGIS, pensata per compilare la tabella degli attributi in campo.
È anche possibile modificare in parte i layer del progetto, ma non crearne di nuovi, operazione che deve essere svolta in QGIS. Il collegamento con QGIS può avvenire sia tramite cavo USB, sia tramite QField Cloud, un servizio di archiviazione che può essere a pagamento, installato su un server proprietario, o liberamente utilizzabile fino a 100MB di spazio.
La possibilità di utilizzare la localizzazione dello smartphone e le varie mappe di base di QGIS permettono di usare QField come un navigatore per raggiungere le aree di studio, o di salvare posizioni in campo (punti salienti, vertici di poligoni, …), sempre tenendo conto delle limitazioni di geolocalizzazione del proprio smartphone. Per ulteriori informazioni e un mini-corso sull’uso dell’applicativo si rimanda al sito ufficiale (https://docs.qfield.org/ ).
Esperienza del Gruppo di Selvicoltura, UNIPD-TESAF
Da alcuni anni il Gruppo di Selvicoltura dell’Università degli Studi di Padova sta usando in modo proficuo la combinazione QField-ODK Collect nei rilievi in bosco. La prima, infatti, permette di raggiungere il sito di rilievo o di raccogliere informazioni nel sopralluogo preliminare, mentre la seconda è usata per una raccolta più esaustiva dei dati di campo.
Queste due app sono e sono state utilizzate nei vari progetti italiani e europei in cui è partner il gruppo di ricerca (Interreg ITA-SLO V-A CROSSIT SAFER, PNRR RETURN, Life Vaia, Interreg Alpine Space MOSAIC, ecc.), velocizzando enormemente il lavoro in campo.
I vantaggi riscontrati sono la possibilità di raccogliere i dati anche in assenza di segnale, caricando i dati sul server in un secondo momento; l’eliminazione del tempo speso per digitalizzare i risultati; la possibilità di condividere e riutilizzare il codice all’interno del gruppo di ricerca, riducendo il tempo di apprendimento e velocizzando la creazione di nuove schede di rilievo.
Quanto agli svantaggi, la batteria del dispositivo (tablet o smartphone) può sempre scaricarsi, pertanto è sempre buona norma avere con sé nello zaino una powerbank e gli immancabili strumenti “analogici”: carta e matita.
Conclusione
La raccolta dei dati in bosco è il punto di inizio della maggior parte dei lavori che si trova a svolgere il dottore forestale. Sebbene alcune procedure siano le stesse da decenni, l’avanzamento tecnologico può aiutare nei compiti più ripetitivi, come ad esempio nella raccolta e digitalizzazione dei dati. In questo articolo si sono presentate le form app come un valido aiuto per la raccolta e digitalizzazione dei dati di campo.
Con questo articolo non si intende suggerire una piattaforma a discapito di altre, ma solo di rendere noti al professionista dei nuovi strumenti che possono migliorare considerevolmente il suo lavoro in campo e la successiva fase di archiviazione e analisi dei dati raccolti.
Ringraziamenti
Si vuole ringraziare i membri del Gruppo di Selvicoltura dell’Università degli Studi di Padova che hanno contribuito nel tempo a migliorare l’utilizzo delle form app qui presentate con prove, suggerimenti o revisioni: Paul Richter, Francesco Sforza, Maximiliano Costa, Tommaso Baggio, Luca Mauri, Evan Barbarick, Francesco Atzeni, Lorenzo Faes, Paola Bolzon, Emanuele Lingua.
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