Il lavoro delle ditte boschive a fronte dell’EUDR: opportunità e rischi di medio-lungo termine
di Giammarco Dadà
Ieri, 19 Settembre 2024, si è tenuto il workshop organizzato da AIEL e ARIBT e patrocinato dal Distretto Rurale Forestale della Montagna Pistoiese e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, per affrontare i temi di tracciabilità, certificazione delle biomasse legnose e classificazione dei residui del verde urbano. Alla giornata erano comunque presenti alcuni esponenti di UNIFOL, che si era resa protagonista dell’organizzazione dell’analoga giornata dello scorso 23 maggio. Un evento pensato per fare rete e formare le imprese forestali sugli attuali temi di maggior importanza e che le coinvolgeranno inevitabilmente nel prossimo futuro.
Tra i temi che hanno più scaldato la sala è emersa l’imminente entrata in regime attuativo del Regolamento EUDR e soprattutto delle sue ricadute operative sull’ordinaria attività imprenditoriale.
La ricorrente massima provocatoria uscita durante il workshop, “Conviene cambiar lavoro”, dimostra lo stato di preoccupazione da parte delle imprese forestali che, alle condizioni attuali (con la mancanza di aggiornamento delle FAQ, Regolamenti attuativi, piattaforma di riferimento, linee guida da parte della CE) vivono i cambiamenti richiesti dall’EUDR non come un’evoluzione (come dovrebbe essere) ma come una vessazione. Nonostante ciò, in Italia Conlegno ha realizzato, a prescindere da ulteriori FAQ integrative e dalle attese Linee guida della Commissione, un quadro sinottico in 11 tavole per conoscere i principali adempimenti tecnico-amministrativi.
Soprassedendo gli aspetti pratici e i cavilli procedurali necessari per essere conformi al Regolamento, che sono molti e specifici per ogni circostanza, e a cui non è ancora possibile rispondere in modo esaustivo, è opportuno fare alcune riflessioni che le ditte dovrebbero valutare per ottemperare al Regolamento EUDR in una visione di medio-lungo termine.
Innanzitutto, gli obblighi EUDR comportano un incremento delle risorse umane e finanziarie dedicate alla gestione burocratica e normativa da parte delle imprese. In particolare, il materiale legnoso dovrà avere una tracciabilità della provenienza geografica e delle relative informazioni gestionali che richiede una specifica attività di geolocalizzazione (da eseguire sulla piattaforma europea mediante poligoni in formato GeoJSON). Essa, a seconda del numero di lotti, della provenienza del materiale e dei processi di trasformazione intermedi, può diventare particolarmente onerosa e complicata. Per semplificare le procedure di geolocalizzazione e le fonti informative, un’impresa può basare la propria attività su piani di taglio o concessioni pluriennali in cui è certa che i soprassuoli sono e saranno gestiti in conformità all’EUDR. In questo caso, per ogni taglio e senza doverne creare uno ad-hoc ogni volta, per la geolocalizzazione può essere inserito il medesimo poligono, comprendente tutta l’area in concessione. È importante capire che la prerogativa del Regolamento non è conoscere la posizione esatta dell’utilizzazione ma che nell’area in cui è stata eseguita non vi siano stati deforestazione o degrado forestale. Ipoteticamente, per la conformità, potrebbe essere indicata come area di provenienza un’intera regione, ma basta che una sola particella di essa sia stata soggetta a deforestazione che il materiale diventa illegale.
In questa ottica, le ditte boschive avrebbero gioco più facile operando, in primis, in realtà forestali pianificate e dotate di certificazione di Gestione Forestale Sostenibile, oppure cooperando tra loro, aggregandosi in aziende più grandi e organizzate, e strutturandosi in forme associative come consorzi forestali o accordi di foresta. Ciò semplificherebbe il lavoro di costruzione della tracciabilità e, allo stesso tempo, permetterebbe di ottimizzare i costi gestionali per singolo lavoro. Nella realtà forestale italiana, specialmente appenninica, caratterizzata prevalentemente da un tessuto di micro-imprese, spesso familiari, o che operano ai limiti della legalità, l’EUDR rappresenta non solo un maggior costo, ma anche una grossa sfida culturale da affrontare che, prima della risoluzione dei problemi tecnici, richiede un nuovo approccio all’attività imprenditoriale da parte di chi lavora in bosco. Il percorso di professionalizzazione che passa attraverso l’associazionismo, l’assunzione di personale aggiuntivo e/o l’incarico a studi professionali specializzati non deve essere visto come un’imposizione per rispondere ai nuovi obblighi legislativi. Il percorso è piuttosto un’evoluzione per adempiere alle attuali prerogative ambientali e sociali che spesso non provengono dalla valle in cui si opera, ma da realtà forestali ben distanti da noi, in cui viene prodotto legname illegale che giunge nei nostri mercati europei e italiani, che richiedono, con urgenza, di essere tutelate.
Il rovescio della medaglia è che rischieranno di essere escluse dal mercato proprio le piccole imprese che operano in aree montane e rurali, economicamente marginali, le cui difficoltà per rimanere in regola saranno insormontabili, e porteranno alla perdita di posti di lavoro in zone in cui la presenza di attività umane ha un valore fondamentale per l’intera collettività.
Infine, è opportuno spendere una nota di attenzione per i rapporti che intercorreranno tra operatori e autorità di controllo. Date le evidenti difficoltà interpretative e operative per ottenere la piena conformità a tutte le possibili casistiche derivanti dal nuovo Regolamento, è necessario che da parte degli organi di controllo non ci sia inflessibilità d’interpretazione e, prima di avanzare provvedimenti, vi sia un accertamento oggettivo e fondato sulla normativa vigente dell’irregolarità dell’operatore sottoposto a verifica.
“AIEL è a disposizione delle proprie aziende associate per dare supporto nell'affrontare i cambiamenti imposti dagli obblighi EUDR.” ha concluso Matteo Favero di AIEL al termine dell’evento “L'associazionismo permette alle aziende di crescere, reagire e adattarsi alle nuove sfide organizzative, normative e commerciali, anche attraverso momenti partecipati di confronto con altri operatori della filiera. Insieme si è più forti e competitivi. Invitiamo, quindi, le imprese interessate a contattare AIEL e le associazioni territoriali di riferimento per approfondire e rimanere aggiornati su temi di importanza così fondamentale”.
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