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A.Bi.E.S: un progetto per l’abete bianco in Casentino

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A.Bi.E.S progetto per l’abete bianco in Casentino
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di Giammarco Dadà e Silvia Bruschini

L’importanza della storia artistica-culturale italiana non necessita di molte spiegazioni. È utile, però, sottolineare che opere architettoniche ed edifici di molte città, dalla Sicilia all’Alto Adige, visitati e apprezzati ogni anno da milioni di turisti da tutto il mondo, sono stati realizzati grazie all’impiego del legname coltivato e raccolto nei boschi limitrofi. Il legno si ritrova, infatti, in strutture portanti, contro-soffitti, solai, portoni e elementi decorativi di questi edifici storici. Per quanto riguarda l’Italia appenninica, una specie di grande rilievo è sicuramente l’abete bianco. In Toscana, l’abete bianco delle Foreste Casentinesi è stato protagonista di oltre un millennio di gestione forestale finalizzata alla produzione di tronchi, anche di grandi dimensioni, da impiegare nelle città a valle per realizzare edifici ed altre opere architettoniche: un esempio su tutti è il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio costruito a Firenze nel 1494.

Nei secoli, però, sono cambiate le cose. In particolare, dal secondo dopo guerra in poi, i mutamenti socio economici hanno modificato le filiere allontanando, anche culturalmente, gli assortimenti di abete bianco dalle loro storiche destinazioni di pregio. La realtà gestionale si è modificata ulteriormente a seguito dell’istituzione, nel 1993, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna che ha portato a nuovi obiettivi e nuove sfide per il territorio.

Oggi le abetine del Casentino non producono più assortimenti ad uso strutturale, di conseguenza anche il patrimonio storico-culturale non può più fare affidamento sul loro legname per interventi di mantenimento o restauro. Tali assortimenti vengono invece acquistati Oltralpe, da segherie centro-europee o, nel peggiore dei casi, vengono direttamente sostituiti da altri materiali ben più impattanti a livello ambientale.

In questo contesto nasce il progetto A.Bi.E.S (Abete Bianco Edifici Storici) con l’obiettivo di individuare un percorso di valorizzazione del legno di abete bianco delle Foreste Casentinesi (oggi in massima parte Parco Nazionale) per la produzione di assortimenti strutturali di grandi dimensioni. Ma quali sono gli aspetti da conoscere ed approfondire per un’effettiva valorizzazione? E quali, invece, le priorità su cui agire e le responsabilità di cui dovrebbero farsi carico i diversi attori che operano sul territorio?

Con questo Dossier, grazie al contributo dei partner del Progetto, si cerca di rispondere a queste domande riportando i risultati delle indagini e delle esperienze messe in atto che confermano che le prospettive per una ri-valorizzazione della filiera dell’abete bianco per assortimenti di elevato pregio, seppur con molti fattori di indeterminatezza, sono realistiche. Da qui alla riattivazione di una vera e propria filiera per il restauro del patrimonio artistico o per bioedilizia, però, ci sono ancora tanti aspetti da considerare e mettere a punto. 

Magari saranno ancora necessari progetti dimostrativi e nuove indagini, ma la direzione sembra essere quella giusta.

Articolo pubblicato nel n. 273/novembre-dicembre 2024 di “Sherwood-Foreste ed Alberi Oggi”, anno 30 n. 6 - ISSN 1590-7805 - Bimestrale della Compagnia delle Foreste S.r.l.

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