Pillole forestali dall’Italia #54 - Dibattiti selvicolturali, finanziamenti, piantagioni (e altre notizie di marzo)

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 54 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da FSC®Italia, PEFC Italia e dalla Fiera Ligna, che si terrà in Germania, ad Hannover, dal 26 al 30 maggio 2025. Ringraziamo i nostri sponsor per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
IL CEDUO IN TOSCANA ANCORA AL CENTRO DEL DIBATTITO
Ciclicamente il ceduo entra con forza nel centro del dibattito pubblico, specie in regioni come la Toscana, dove questa forma di governo è storicamente molto praticata.
Era accaduto, ad esempio, per la questione del “doppio vincolo paesaggistico” nel caso di una prescrizione molto contestata che interessava il territorio del Monte Amiata. Ed è recentemente avvenuto anche a seguito dell’uscita di un documentario decisamente critico del WWF Toscana che abbiamo commentato in un articolo.
Apprendiamo dall’Associazione Regionale delle Imprese Boschive della Toscana che una nuova aspra discussione sta nascendo ben contesto del processo di revisione delle misure di conservazione per i siti Natura 2000, attualmente in corso. Uno dei passaggi più contestati dagli operatori forestali è quello che prevede l’allungamento del turno minimo di utilizzazione dei cedui di castagno a 25 anni.
Sull’Amiata, ad esempio, un territorio molto vocato alla produzione di paleria, il turno oscilla oggi tra il 12 e i 20 anni. Secondo le imprese boschive, la nuova regolamentazione: “Porterebbe a perdere produzioni realizzabili con i turni di minore età, con evidenti ripercussioni sull’operatività delle ditte boschive, in particolare nei territori montani dove queste attività rappresentano spesso l'ultima opportunità economica rimasta. Il risultato sarebbe un ulteriore spopolamento, la perdita di un presidio territoriale fondamentale, l’impoverimento di interi territori, la perdita di mercati conquistati in anni di onesto lavoro”.
A destare molti dubbi è la rigidità di una norma di questo tipo, che fissa un turno minino aprioristicamente. Un ceduo di 25 anni in certe condizioni può essere considerato maturo, in altre no… dipende ovviamente dalla specie e dal contesto ambientale in cui si trova.
E poi, soprattutto, questo allungamento del turno minimo a cosa servirebbe, nello specifico? Le misure di conservazione, sacrosante nelle aree protette, dovrebbero prevedere una serie di azioni e buone pratiche volte a conservare habitat e specie. La domanda da farsi è quindi questa: l’allungamento di qualche anno del turno, quali habitat e specie tutelerebbe dato che il bosco, a 25 anni, potrà comunque essere ceduato?
Più che una norma per conservare, sembra un’azione volta a limitare l’operatività delle imprese, o forse una mossa politica di chi si occupa di ambiente per prevaricare il Regolamento forestale.
Le imprese boschive, in una lettera firmata insieme a numerose associazioni di categoria, chiedono alla Regione Toscana un incontro urgente e l'avvio di un processo partecipativo.
Staremo a vedere e vi terremo aggiornati sugli esiti di questo nuovo “caso” attorno al ceduo in Toscana. Una cosa però è certa (e non vale solo per la Toscana): c'è la necessità di aprire finalmente un tavolo tecnico-scientifico nazionale sul tema del ceduo, per discutere nel merito e in modo plurale della sostenibilità di questa forma di governo sulla base di dati e studi, non di opinioni.
FINANZIAMENTI PER L’ANTINCENDIO NELLE AREE INTERNE
Nell’ambito della Strategia Nazionale per lo sviluppo delle Aree Interne del Paese (meglio nota come SNAI), con un decreto del 2021 è stato previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro complessivi per il finanziamento di interventi volti alla prevenzione e al contrasto degli incendi boschivi in aree ad alto rischio. L'investimento previsto era di 20 milioni di euro per l'anno 2021 e di 40 milioni di euro ciascuno di euro per gli anni 2022 e 2023.
I 20 milioni di euro dell’annualità 2021sono stati interamente destinati al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco; i 40 milioni di euro dell’annualità 2022 sono stati destinati invece a ben 72 Aree interne (circa 550 mila euro ciascuna).
In questi giorni si sta decidendo invece come saranno ripartiti i 40 milioni di euro dell’annualità 2023 (anche se siamo già nel 2025). La proposta del Governo, che verrà discussa in Conferenza Stato-Regioni, prevede al momento che 20 milioni siano destinati ai Vigili del Fuoco per rafforzare i cosiddetti “presidi rurali” (infrastrutture di vario tipo a sostegno delle attività AIB), mentre i restanti 20 milioni siano assegnati per interventi ricadenti in 43 Aree interne (circa 450 mila euro ciascuna).
Da un lato è estremamente positivo il fatto che sia stato deciso, a livello centrale, di investire in questo ambito all’interno della SNAI. La scelta evidenzia una presa di consapevolezza, non affatto scontata, di un problema che sappiamo essere molto presente nelle aree interne del Paese. Dall’altro viene però da chiedersi se queste risorse, così tanto distribuite su vasti territori e ancora molto legate alle attività di lotta (tante risorse ai Vigili del Fuoco lo dimostrano), siano in effetti abbastanza per cambiare paradigma e puntare davvero con forza sulla prevenzione, così come da tempo viene chiesto dal mondo tecnico-scientifico forestale. La risposta è ovviamente no, non è abbastanza. Ma ci chiediamo anche: come saranno spese queste poche risorse? Chi controllerà l’efficacia dei singoli progetti?
Questa notizia ci dimostra ancora una volta come sia necessaria una voce univoca e più forte delle istanze forestali a livello centrale, per indirizzare meglio e con più decisione le politiche di settore. Ma ci fa anche immaginare la potenziale utilità di un’Agenzia tecnica forestale nazionale che, in questo caso, potrebbe coordinare le operazioni.
Due temi, questi, che con Sherwood stiamo sollevando da anni e che per ora, purtroppo, rimangono ancora nel “cassetto dei sogni”.
Per approfondire:

ALBERI E PNRR: A VOLTE RITORNANO
A Roma, il 13 marzo scorso, il MASE - Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il sostegno di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, ha lanciato “RiforestAzione”, un’iniziativa dedicata alla promozione della valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia, che rientrano nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del PNRR.
MASE e partner hanno spiegato che l’investimento, dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di "nuove foreste" (sul termine “foreste” in questo contesto sorvoliamo!) e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale. Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto si declinerà sottoforma di un supporto diretto alle attività di promozione e comunicazione, anche coinvolgendo le scuole.
L’obiettivo al 2026, ha spiegato Fabrizio Penna, Capo Dipartimento PNRR al MASE, è: “Completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3,5 milioni di alberi e arbusti”.
Arrivati a questo punto della notizia... avete sentito anche voi un senso di déjà-vu?!?
Noi lo abbiamo sentito eccome, perché del progetto PNRR del MASE dedicato alla piantagione di alberi in 13 città metropolitane abbiamo già parlato molto in passato, anche a seguito delle polemiche sulla rendicontazione dei semi invece che delle piante, che fece molto notizia anche sui giornali, e dei forti ritardi segnalati nell’ultimo report di AzzeroCO2.
Sembra proprio che si tratti dello stesso progetto e degli stessi fondi, ma con un nome diverso e una nuova partnership pubblico-privata per la sua comunicazione.
Speriamo che a questo “rilancio d’immagine” (e alla sottolineatura del MASE sul fatto che si contabilizzeranno anche i semi), seguano anche, nelle città, le piantagioni di alberi.
Segnatevi i numeri dichiarati, ne riparleremo sicuramente.
Per approfondire:

SICUREZZA NEL LAVORO CON FUNE SUGLI ALBERI
Breve aggiornamento normativo.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il 13 febbraio 2025, ha emanato un’importante Circolare dedicata al lavoro con funi sugli alberi.
La circolare contiene come allegato un interessante documento tecnico, di circa 30 pagine, intitolato: “Istruzioni per l’esecuzione in sicurezza di lavori su alberi con funi”. Tale documento è stato redatto da un gruppo composto da esperti di Ministero del Lavoro, Masaf, INAIL, Coordinamento tecnico delle Regioni e Collegio nazionale delle Guide alpine, oltre ad accademici e formatori.
Questa Circolare aggiorna e sostituisce i contenuti della precedente Circolare ministeriale sul tema (la n. 23 del 22 luglio 2016), fornendo importanti informazioni tecniche per la corretta scelta e il miglior uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale. Vengono inoltre individuate le procedure di recupero, in caso di situazioni di soccorso, di operatori non più autosufficienti o impossibilitati a muoversi.
È importante sottolineare che le istruzioni contenute nella Circolare chiariscono, dal punto di vista normativo, le disposizioni del Capo II, Titolo IV, del decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (81/2008).
Consigliamo quindi, a tutti coloro che operano in questo settore, ma anche ai tecnici che progettano interventi in cui è previsto il lavoro di Tree Climbers, di scaricarsi e leggersi queste istruzioni tecniche.
Per approfondire:
UN NUOVO PODCAST SULLE FILIERE DEL LEGNO
E concludiamo come sempre con un consiglio di lettura, ascolto o visione.
Questa volta, perdonateci, dobbiamo fare un po’ di autopromozione, perché nella Giornata Internazionale delle Foreste - 21 marzo - è stato rilanciato un nostro nuovo podcast divulgativo dedicato alla sostenibilità e all’innovazione nelle filiere del legno. “Il cammino del legno”, questo il titolo del podcast, composto da quattro puntate da circa mezz’ora ciascuna, è realizzato da noi di Compagnia delle Foreste nell’ambito del progetto CloudWood.
Tutto parte dall’immagine di una cascata, formata da tanti salti. È la metafora ideale dell’approccio “a cascata”, uno dei temi principali del racconto condotto da me, Luigi Torreggiani, e da Andrea Crocetta, biologo-ecologo esperto di rinnovabili con cui ho già condotto anche il podcast “Una nuova filiERA”.
Oltre all’approccio a cascata, attraverso l’esempio concreto di alcune realtà piemontesi spieghiamo anche i vantaggi nell’utilizzo di legno locale, il valore dell’innovazione in campo forestale e, infine, la grande sfida della trasparenza e della tracciabilità, affrontabile attraverso le nuove tecnologie.
CloudWood, infatti, finanziato dalla Misura 16 del PSR Piemonte, è un progetto pilota il cui obiettivo è rendere le filiere del legno locale più trasparenti e sostenibili attraverso la diffusione di strumenti per la tracciabilità digitale, come una piattaforma cloud basata sulla tecnologia blockchain.
“Il cammino del legno” è, in effetti, un po' il proseguo ideale di “Una nuova filiERA”, il podcast in sei puntate che abbiamo dedicato alla sostenibilità dell’energia da biomasse legnose. Grazie a questi due prodotti di comunicazione, rivolti non solo ad un pubblico tecnico o di interessanti, ma ben comprensibili anche dai non addetti ai lavori, è possibile contestualizzare e meglio comprendere le sfide di sostenibilità delle filiere foresta-legno, nutrendosi di storie reali e andando oltre le semplificazioni e le polemiche che purtroppo proliferano su questi temi.
Il consiglio è quindi di ascoltare e diffondere “Il cammino del legno” e, se non lo avete ancora fatto, anche “Una nuova filiERA”.
Questi podcast trattano di temi tecnici, complessi, che rischiano quindi di essere noiosi… ma abbiamo cercato di renderli il più possibile attraenti, grazie alle storie e ad un pizzico di ironia. Speriamo di esserci riusciti!
Ascolta il podcast:
Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!
Prima di chiudere vi ricordiamo che alle quindicinali "Pillole forestali dall'Italia" si sono da poco affiancate le "Pillole forestali dal mondo", realizzate a cadenza mensile dal Direttore Paolo Mori. Come per le Pillole forestali dall'Italia, anche quelle dal mondo sono gratuite e si possono sia leggere che ascoltare in versione podcast. Vi consigliamo di seguire entrambe queste rubriche!
Vi ricordiamo infine che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:
Alla prossima edizione!
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