Sfalci e potature del verde urbano come sottoprodotti: serve chiarezza

Molte aziende responsabili della gestione del verde urbano si sono imbattute negli ultimi anni in controversie amministrative dovute ad una difficile interpretazione su come classificare e gestire i residui vegetali prodotti a seguito di interventi di sfalci e potature di alberi fuori foresta.
La classificazione è disciplinata dal D.lgs. 152/2006, Testo Unico Ambientale (TUA), che ha subito numerose variazioni dalla sua emanazione, ma, a livello operativo, comporta ancora alcune difficoltà per le imprese e impedisce una potenziale valorizzazione dei materiali vegetali.
CONTENUTO PROMOZIONALE
Il 2 aprile, a Roma, si è aperto così un tavolo di confronto presso il MASE con la VICEMINISTRA VANNIA GAVA, alla presenza del capo dipartimento per la transizione ecologica Ing. LAURA D’APRILE e del capo della segreteria Dott. ALBERTO MATTESCO, per chiedere una maggiore chiarezza interpretativa e riflettere sulla possibilità di gestire i residui della manutenzione del verde urbano nella disciplina dei sottoprodotti per la produzione di energia. Il tavolo è stato presieduto da FIPER, Coldiretti, Confagrcioltura, AIEL, Utilitalia, Confcooperative e CIC. Il ministero ha comunicato di aver già fatto richiesta di chiarimento alla Commissione Europea da cui si attendono ora risposte per le problematicità operative.
È importante sottolineare che la proposta non mira solo a ottenere chiarezza legislativa, ma a favorire anche lo sviluppo di un’economia circolare attraverso la riduzione dei rifiuti e la valorizzazione dei prodotti con il riutilizzo sottoforma di bioenergia.
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