Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
di Marcello Missaglia, Albino Maggio, Sebastiano Cerullo, Alessandro Carzaniga, Caterina Rinaldi.
Nell’ottica della neutralizzazione climatica posta dalle politiche comunitarie entro il 2050, la metodologia “CARBON FREE” messa a punto da MissagliaeAssociati ed Università di Napoli Federico II, con la collaborazione di Conlegno e di ENEA nell’ambito del progetto Arcadia, propone di certificare “Carbon Neutral” l’intera filiera legno - arredo nazionale, introducendo per la prima volta il concetto di certificazione di filiera, tramite una metodologia che si basa sulla capacità di fissare il carbonio all’interno dei prodotti legnosi e derivati. La peculiarità del legno di sequestrare carbonio per tutto il tempo di permanenza sul mercato (intero ciclo di vita) permette di compensare le emissioni ambientali e i consumi energetici derivanti dalle attività lungo tutta la filiera: dall’estrazione del legname in foresta, alla fase di trasformazione e produzione, alla logistica, sino alla fase di vendita.
In un’ottica futura di mercato di libero scambio di crediti di carbonio riconosciuti dallo singolo Stato Nazionale, la metodologia Carbon Free si pone quale strumento in grado di certificare l’intera filiera legno-arredo quale Carbon Neutral, attraverso uno schema ben definito che potremmo definire di biofinanza: dopo aver valutato, tramite studi di Carbon Footprint e/o LCA, le emissioni nette derivate dalle proprie attività industriali (convertendo 1Tonn di anidride carbonica compensata in 1 credito di carbonio generato), le imprese con valori negativi di emissioni GHGs, potranno vendere alle aziende più impattanti i crediti di carbonio generati, al fine di compensare le proprie emissioni, ponendosi come obiettivo finale la neutralizzazione delle emissioni di CO2 dell’intera filiera.
L’impianto certificativo Carbon Free vuole riconoscere al legname, non solo l’esclusivo valore commerciale di mercato della materia prima, ma anche la sua capacità post-taglio di “fissazione” del carbonio, quale nuovo elemento economico-finanziario nella catena di fornitura del legname supportando in tal modo il principio dell’uso a cascata del legname, quale uno dei capisaldi della Strategia sulla Bioeconomia 2019-2024 dell’Unione Europea.
Utilizzando come punto di partenza l’impianto logico espresso all’interno della metodologia Carbon Free, si potrebbe costruire all’interno delle sedi europee, un meccanismo e una metodologia comune per definire un’etichetta facente riferimento ai prodotti legnosi e derivati, che metta in evidenza il valore corrispondente di emissione di anidride carbonica generato durante l’intero ciclo di vita, in linea con gli indirizzi strategici futuri espressi dalla Commissione Europea.
Il Green Deal europeo ha previsto un'ulteriore espansione del sistema European Union Emissions Trading Scheme (UE ETS) (https://climate.ec.europa.eu/eu-action/eu-emissions-trading-system-eu-ets_en) e la Commissione Europea ha ribadito la volontà di estendere la compensazione di crediti di carbonio anche per settori non ETS (in particolare i settori più energivori come quello edilizio e dei trasporti). Gli studi effettuati dalla comunità scientifica dimostrano che l’impatto medio dell’edificio costituito da legno porterebbe ad una riduzione significativa delle emissioni di CO₂ sull’intero ciclo di vita dell’edificio, orientando il mercato e le istituzioni nella scelta del legno come materiale sostenibile e serbatoio di carbonio, in grado di contrastare gli effetti dal cambiamento climatico.
Tali orientamenti della Commissione Europea, si sono tradotti in una ratifica, all’inizio del 2023, dell’obiettivo di un’ulteriore riduzione delle emissioni nocive legate all’ETS del 62% da qui al 2030 rispetto ai valori del 2005: per raggiungere tale target, l’Unione Europea ridurrà gradualmente dal 2026 fino al 2034 il numero di certificati verdi immessi sul mercato; parallelamente nascerà nel 2027 un mercato ETS-2, dedicato all’edilizia e ai trasporti e al settore dei rifiuti.
Nella realizzazione di questo mercato, il fondo ETS-2, coprirà gli investimenti strutturali di lungo periodo, tra cui il risanamento degli edifici, le soluzioni di decarbonizzazione, la promozione delle energie rinnovabili, le infrastrutture per i veicoli a zero emissioni, nonché l’uso del trasporto pubblico e dei servizi di mobilità condivisa.
Un’altra misura proposta dall’agenda della Commissione Europea per stimolare gli assorbimenti e la contestuale riduzione dei gas ad effetto serra, risulta essere l’integrazione all’interno del settore LULUCF delle emissioni agricole, creando un nuovo settore di valutazione comprendente agricoltura, selvicoltura e uso del suolo; a livello comunitario è stato fissato a 35 milioni di tonnellate/anno il valore di assorbimento richiesto dalle foreste e dai prodotti legnosi e derivati presenti sul mercato al 2030.
L’utilizzo del legname in sostituzione, ove possibile, di materiali fortemente energivori, quali laterizio, calcestruzzo e cemento, può determinare significativi benefici ambientali e la riduzione degli impatti di un settore fortemente critico come il comparto dell’edilizia. Va sottolineato inoltre che per quanto riguarda gli Acquisti Verdi della Pubblica Amministrazione (Green Public Procurement GPP), la cui applicazione in Italia è obbligatoria, l’utilizzo delle metodologie LCA e LCC ( Life Cycle Costing [1]) a scala di edificio sono state introdotte per la prima volta come criterio premiante nell’ultima versione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’edilizia. Questo è un aspetto molto importante in un’ottica di valorizzazione del legno e di un suo utilizzo sempre maggiore in edilizia. Un esempio nazionale di recente applicazione in tal senso risulta essere rappresentato dal Progetto “Approccio ciclo di vita nei contratti pubblici e banca dati italiana LCA per l’uso efficiente delle risorse” (ARCADIA), coordinato da ENEA e finanziato dal programma nazionale PON Governance e Capacità istituzionale 2014-2020, all’interno del quale è stata approfondita e finalizzata la metodologia Carbon Free con l’obiettivo di testarla in alcune imprese del settore, anche in un’ottica di ulteriori approfondimenti in relazione all’utilizzo del materiale legno in edilizia.
Dal punto di vista legislativo, favorire l’utilizzo di legno nazionale e riconoscere la proprietà intrinseca del legno come materia prima in grado di stoccare e fissare carbonio anche nel periodo di tempo successivo al taglio, permetterebbe all’Italia e all’Unione Europea di affrontare in maniera più efficace le problematiche legate ai cambiamenti climatici e ad una politica comunitaria di gestione; la messa a punto, infatti, di un sistema in grado di valorizzare le risorse legnose nazionali, potrebbe concorrere alla riduzione delle emissioni di GHGs legate al commercio e al trasporto internazionali, in particolare dalle aree sensibili a rischio deforestazione e con forti problematiche dal punto di vista socio economico (Sud Est Asiatico, Africa Centro-Equatoriale, America Latina) e permetterebbe all’Italia, paese che importa circa l’80% del legname per il comparto industriale dall’estero di poter puntare maggiormente su un approvvigionamento di materiale legnoso e derivati provenienti da foreste situate sul territorio nazionale.
la messa a punto di un sistema in grado di valorizzare le risorse legnose nazionali, potrebbe concorrere alla riduzione delle emissioni di GHGs legate al commercio e al trasporto internazionali
Nella Proposta di risoluzione del parlamento europeo sul nuovo Bauhaus europeo (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2022-0213_IT.html), tra gli ambiti prioritari si “sottolinea l'importanza di trasformare, migliorare e ammodernare il parco immobiliare esistente, compresi gli edifici progettati e costruiti in modo inadeguato da regimi totalitari, utilizzare soluzioni di origine naturale quale il legno, ridurre i rifiuti e aumentare la durabilità, la riutilizzabilità e la circolarità nell'ambiente edificato; insiste sul fatto che in ciò si dovrebbero preferire la ristrutturazione e il riutilizzo adattativo alle demolizioni e alle nuove costruzioni, a seconda dei casi, rimuovendo gli ostacoli relativi alla gestione e al trasporto dei rifiuti, nonché prevedere la sensibilizzazione dei cittadini circa il carbonio contenuto e immagazzinato nei materiali affinché possano compiere scelte informate”.
A supporto della volontà, anche da parte delle pubbliche istituzioni, di voler creare un valore economico del carbonio sequestrato all’interno della materia prima legnosa, si può citare l’iniziativa portata avanti dalla Giunta Provinciale della Provincia di Bolzano, ossia l’istituzione del nuovo Fondo per le costruzioni in legno. Quest'ultimo sarà alimentato, a partire dal 2023 e fino al 2030, con 1,2 milioni di euro l'anno. "L'obiettivo di questa misura, come sottolineato dall'assessore provinciale alle Foreste Arnold Schuler, è quello di promuovere un maggiore utilizzo del legno, quale materiale da costruzione locale, sostenibile e in grado di stoccare il carbonio a lungo termine, contribuendo al contempo alla sostituzione di altri materiali da costruzione con elevate emissioni di anidride carbonica”.
(https://news.provincia.bz.it/it/news/edifici-pubblici-e-tutela-del-clima-fondo-per-le-costruzioni-in-legno).
Autori:
Marcello Missaglia, missagliaeassociati.
Albino Maggio, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Sebastiano Cerullo, Conlegno.
Alessandro Carzaniga, Conlegno.
Caterina Rinaldi, ENEA.
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