La Commissione Europea punta sulle fonti fossili: un’occasione persa per accelerare la transizione energetica!
di Paolo Mori
Secondo il comunicato del 5 Aprile 2022 dell’Associazione Italiana per le Agroenergie (AIEL), il piano REPowerEU recentemente presentato dalla Commissione Europea e che si pone l’obiettivo di garantire ai cittadini europei “un’energia più sicura, sostenibile e a prezzi più accessibili” è, purtroppo, un’altra occasione mancata per ripensare radicalmente e velocemente il modello energetico europeo, attraverso una autentica promozione delle energie rinnovabili, dell’efficienza e del risparmio energetico con l’obiettivo di diversificare gli approvvigionamenti, ridurre le speculazioni e svincolare l’Europa dalla dipendenza dalle forniture estere.
Nonostante le dichiarate intenzioni di passare alle fonti rinnovabili “alla velocità della luce”, come affermato da Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo e responsabile del Green Deal europeo, il piano REPowerEU da un lato esclude deliberatamente le bioenergie nonostante il ruolo che rivestono nella riduzione della dipendenza dagli approvvigionamenti dalla Russia, mentre dall’altro lato la principale proposta strategica è la diversificazione delle forniture di gas e l’elettrificazione dei consumi energetici.
Secondo Annalisa Paniz, direttore generale di AIEL, “Rispondere a una crisi come quella sotto gli occhi di tutti con una strategia utopistica basata sulla diversificazione delle forniture di gas e sull’elettrificazione dei consumi dimostra ancora una volta la miopia delle scelte di programmazione energetica dell’Europa. Per molti Paesi europei, Italia in primis, la produzione elettrica invernale è fortemente dipendente dal gas e dagli altri combustibili fossili. Quindi, puntare esclusivamente sull’elettrificazione dei consumi senza prevedere una diversificazione delle fonti di approvvigionamento nell’ambito di un mix energetico rinnovabile, in cui i biocombustibili legnosi possono giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di un’economia sostenibile e pulita, rischia di esporre nuovamente i cittadini europei e italiani a pericolose e repentine fluttuazioni di mercato”.
Nel comunicato AIEL si aggiunge che sul fronte industriale le tecnologie per la valorizzazione energetica sono largamente diffuse e immediatamente disponibili, prodotte soprattutto da aziende europee. L’Italia, in particolare, è un riferimento per ricerca e sviluppo tecnologico ed è leader del mercato europeo e internazionale sia per le tecnologie sia per la componentistica. Inoltre, le moderne tecnologie allo stato della tecnica, nel riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato, possono raggiungere fattori di emissione di poche decine di grammi per GJ di energia termica prodotta e nei casi migliori (tecnologie ad emissioni “quasi zero”) si arriva a pochi grammi per GJ. L’introduzione massiccia di queste tecnologie cambierà radicalmente il peso delle biomasse nelle emissioni di particolato primario.
Sempre secondo Annalisa Paniz, con le bioenergie è possibile potenzialmente sostituire oltre 4 milioni di caldaie ad uso domestico alimentate a fonte fossile.
L’impiego delle moderne tecnologie nel riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato cambierà radicalmente il peso delle biomasse nelle emissioni di particolato primario.
Sembrerebbe un obiettivo auspicabile nell’ottica della decarbonizzazione a cui punta l’Europa, ma ancora una volta chi propone il gas ha avuto nettamente la meglio. Nonostante sia proprio il gas la fonte del problema di approvvigionamento, quella che ci crea problemi sia con la Russia sia con il clima, si punta ancora sul gas e a differenziare solo i fornitori. Non si prendono invece in considerazione le fonti rinnovabili (un po’ tutte non solo la termica da biomasse legnose) e le nuove tecnologie, che consentirebbero minori consumi, minori emissioni, risparmio energetico di famiglie e Comuni, minori costi ambientali di installazione, più lavoro e miglior gestione delle aree montane e collinari.
La scelta della Commissione Europea dimostra, ancora una volta, che la ben strutturata campagna di disinformazione a livello europeo che poggia su basi scientifiche e metodologiche tutte da verificare, ha avuto successo, “facendo di tutta l’erba un fascio”, e minando la credibilità e il ruolo di quella che è un’alternativa sicura, sostenibile e a prezzi accessibili.
Nonostante sia proprio il gas la fonte del problema di approvvigionamento si punta ancora su di essa, lavorando solo per differenziare i fornitori.
E’ chiaro che AIEL non sta affermando di bruciare legno ovunque e senza alcun accorgimento tecnico o tecnologico. La transizione potrà essere realmente utile solo se si sostituiranno non solo le caldaie alimentate con fonti fossili, ma anche quelle obsolete alimentate a legno. A queste condizioni, nel rispetto delle norme di tutela delle foreste e magari realizzando piantagioni specializzate, AIEL sostiene che la produzione di energia termica dal legno ha tutte le potenzialità per risolvere i problemi climatici e di qualità dell’aria, inserendosi sostenibilmente nel mix energetico.
L’auspicio è che cittadini e Comuni italiani ed europei siano capaci di mettere in campo scelte più lungimiranti di coloro che sono chiamati a redigere le politiche energetiche.
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