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Fitofagi&Fitopatogeni

Agrilus planipennis. Minatore smeraldino del frassino

Agrilus planipennis. Minatore smeraldino del frassino

Agrilus planipennis.

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di Luisa Ghelardini, Matteo Bracalini e Tiziana Panzavolta

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Considerato negli Stati Uniti l’insetto invasivo in assoluto più dannoso per aver ucciso, diffondendosi rapidamente dalla sua scoperta nel 2002 in Ontario, decine di milioni di frassini americani, il minatore smeraldino del frassino (Emerald Ash Borer - EAB), un coleottero originario dell’Estremo Oriente e oggi diffuso in USA e Canada orientale, sta espandendo il suo areale anche nella Russia europea ed in Ucraina. Seppure mai segnalato nei territori dell'Unione Europea, l'insetto desta seria preoccupazione per la salute dei frassini europei, anch’essi sue specie ospite.

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Come si riconosce

Si tratta di un coleottero buprestide di piccole dimensioni (8-14 mm di lunghezza), che da adulto (tarda primavera-inizio estate) ha forma affusolata ed è caratterizzato da un colore verde-blu metallico, che ne rende più difficile l’osservazione sulla vegetazione delle piante ospiti.

Adulto di Agrilus planipennis. Nella foto sono visibili il tipico colore verde brillante e le gallerie dall’andamento sinuoso, scavate sotto la corteccia (da cui il nome di minatore smeraldino).
Eric R. Day, Virginia Polytechnic Institute and State University, Bugwood.org
https://www.invasive.org/browse/detail.cfm?imgnum=5382310

Le larve (tarda estate-autunno) sono appiattite e con 10 segmenti addominali di forma svasata, l’ultimo dei quali porta una caratteristica coppia di spine all’apice (carattere tipico delle larve del genere Agrilus). Sulla corteccia dei frassini attaccati si possono osservare i fori di sfarfallamento degli adulti.

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Fori di sfarfallamento degli adulti di Agrilus planipennis, con la tipica forma di “D”.
Daniel Herms, The Ohio State University, Bugwood.org
https://www.invasive.org/browse/detail.cfm?imgnum=1523072

La forma a “D” di questi fori e le sinuose gallerie, piene di rosura compatta, scavate sotto la corteccia dalle larve sono altri caratteri diagnostici, che restano visibili tutto l'anno e sono particolarmente utili al riconoscimento dei danni di questo insetto.
Le piante attaccate vanno incontro ad un progressivo declino vegetativo, che si manifesta in genere già a partire dall'estate e si aggrava alla ripresa vegetativa: ingiallimento e rarefazione della chioma, disseccamento di rametti e rami (dieback), fessurazione del fusto, emissione di getti epicormici dalla base del tronco o dai rami ed infine alla morte. Questi sintomi, tuttavia, non sono esclusivi di EAB e potrebbero essere dovuti ad altre cause. In Europa e in Italia centro settentrionale, dove l'insetto non è presente, sintomi simili possono essere provocati da un'altra specie invasiva, il fungo Hymenoscyphus fraxineus, agente del disseccamento del frassino europeo.

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Galleria larvale di Agrilus planipennis dal tipico andamento sinuoso.

Una collezione di foto dei diversi stadi vitali dell'insetto e dei sintomi e segni sulla pianta ospite è visionabile sulla pagina dedicata nell'EPPO Global Database. Ulteriori dettagli nel video informativo che segue, a cura di North Carolina State Extension.

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L’insetto fitofago

È una specie in grado di attaccare non solo piante stressate, nelle quali tuttavia le larve possono svilupparsi più velocemente, ma anche piante sane, soprattutto nelle aree di introduzione. Il ciclo vitale si completa in un anno o, più raramente, in due a seconda delle condizioni climatiche. La flessibilità del ciclo vitale consente all'insetto di adattarsi a condizioni diversificate. Le uova hanno un diametro di circa 1 mm e sono di colore ambrato.

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Uova di Agrilus planipennis
David Cappaert, Bugwood.org
https://www.invasive.org/browse/detail.cfm?imgnum=9009033

Le femmine depongono le uova singolarmente, ma in numero molto elevato, sui frassini nelle fessure e tra gli strati della corteccia. In bosco, per vederle meglio, si può usare un coltello affilato per separare gli strati di corteccia. Dalle uova deposte sulla corteccia nascono le larve, che scavano lunghe e sinuose gallerie sottocorticali e danneggiano così la pianta. Le larve mature si impupano più in profondità sotto la corteccia. Dopo lo sfarfallamento gli adulti si alimentano delle foglie dell’ospite e poi, essendo ottimi volatori, sono capaci di spostarsi a grandi distanze. Localmente la diffusione attraverso la legna da ardere infestata è stata estremamente dannosa. Lo spostamento su scala intercontinentale avviene tuttavia tramite il commercio. Per quanto l'insetto sia stato regolamentato in Europa come specie da quarantena dal 2019 (incluso nell'Annesso II del Regolamento EU 2019/2072), il commercio internazionale di prodotti legnosi e materiale vegetale, per quanto certificato da aree indenni o trattato a norma di legge, resta il principale rischio per l'introduzione e la diffusione nei paesi europei, in particolar modo per le aree in prossimità di scali aeroportuali e navali e di vivai.

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Danni

I giovani frassini possono morire nel giro di un anno dall'inizio dell'attacco a causa della distruzione dei tessuti sottocorticali e floematici, che compromette il trasporto della linfa e la nutrizione e vitalità delle radici. Nel caso di frassini di dimensioni maggiori, il declino può protrarsi alcuni anni. L’elevata mortalità dei frassini attaccati ha un forte impatto economico, ambientale e sociale nelle aree di nuova introduzione.

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Agrilus planipennis su foglia di frassino.

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Specie colpite

Vengono attaccate tutte le specie del genere Fraxinus. Le specie autoctone e più comuni nei paesi europei, F. excelsior, F. angustifolia e F. ornus, sono tutte considerate suscettibili.

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Come si contrasta

Il costante monitoraggio delle aree a maggior rischio di introduzione può consentire la repentina segnalazione del buprestide. Oltre al controllo della presenza di segni e sintomi sulle piante ospiti, possono essere impiegate anche delle trappole adesive innescate con sostanze attrattive. Sembra promettente l'impiego di cani addestrati a rilevare la presenza di EAB. Sebbene l’eradicazione delle popolazioni di A. planipennis sia di difficile realizzazione, nel caso di un nuovo focolaio è necessario contrastarne la diffusione:

1) delimitando un’area di monitoraggio di almeno 1 km;
2) eliminando tutte le piante infestate prima dello sfarfallamento delle nuove generazioni;
3) eliminando tutti i frassini per un raggio di almeno 100 m da ogni pianta infestata;
4) delimitando un’area di almeno 20 km di raggio, da cui deve essere impedito qualsiasi spostamento di materiale potenzialmente infestato (piante, legname, imballaggi ecc.).

Per proteggere i frassini europei da questo ulteriore pericolo, è preziosissima la partecipazione al controllo del territorio da parte degli operatori del settore forestale e di tutti i cittadini. Ogni ragionevole sospetto di infestazione deve essere notificato ai Servizi Fitosanitari Regionali.

Autori:
Luisa Ghelardini
, DAGRI UNIFI
Matteo Bracalini, DAGRI UNIFI
Tiziana Panzavolta, DAGRI UNIFI

Fitofagi&Fitopatogeni è una rubrica pubblicata sulla rivista Sherwood - Foreste ed Alberi oggi da settembre 2020 a dicembre 2021 con l’obiettivo di fornire a tecnici e operatori informazioni su agenti patogeni e insetti dannosi di piante forestali, per permetterne il riconoscimento e la pronta segnalazione più diffusamente possibile. La rubrica descrive in  particolare le malattie meno conosciute emergenti a causa dei cambiamenti del clima o causate da parassiti di recente introduzione e a rischio diffusione nel nostro Paese.
Leggi l’articolo Una rubrica a supporto della sorveglianza attiva >>>

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