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Pillole forestali

Pillole forestali dall’Italia #35 - Certificazioni, regolamenti, statistiche e altre notizie di marzo

News forestali in pillole dall'Italia - Marzo 2024

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 35 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.

Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italiache ringraziamo per aver scelto di sostenere il nostro lavoro. 

Preferisci ascoltare o leggere?

Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):

Qui invece le notizie da LEGGERE:

CERTIFICAZIONE FORESTALE IN ITALIA: I DATI 2023

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Come ogni anno, entro il primo trimestre, scopriamo i dati sulla certificazione forestale in Italia relativi all’annata precedente, resi noti dai due schemi - FSC® e PEFC - nei loro rispettivi report.

In generale si tratta di buone notizie: continua infatti il trend di costante crescita, sia della superficie forestale certificata, sia del numero di catene di custodia per entrambi gli schemi.

Per quanto riguarda FSC®, la superficie forestale certificata al 2023 è risultata pari a 85.214 ettari, con una crescita dell’4,4% rispetto all’anno precedente e un totale di 28 realtà certificate. La verifica dei servizi ecosistemici si estende su circa il 70% della superficie certificata. Crescita ancora maggiore per le Catene di custodia FSC®, che hanno registrato un +6,5% rispetto al 2022, con 3.515 certificati distribuiti su oltre 4.500 siti produttivi.

Per quanto riguarda invece PEFC, la superficie forestale certificata al 2023 ha raggiunto 984.107 ettari, con un incremento del 6,3% rispetto all’anno precedente. Anche per questo schema rivestono sempre più importanza i servizi ecosistemici, cresciuti del 47% rispetto al 2022. Per quanto riguarda le Catene di Custodia, PEFC è arrivata a 1.403 certificati, segnando un +8,6% rispetto al 2022.

Tenendo conto delle realtà doppiamente certificate possiamo dire che, nel complesso, la certificazione forestale in Italia si attesta attualmente a poco più di 1 milione di ettari, meno del 10% della superficie forestale nazionale. Decisamente meglio di una decina di anni fa, ma non ancora abbastanza, soprattutto in considerazione del fatto che molte aziende italiane di trasformazione del legno sono dotate della certificazione di Catena di custodia, quindi richiedono legno certificato.

Queste due facce della stessa medaglia ci devono spingere, come Paese, a riflettere a fondo sulla necessità di incrementare la pianificazione forestale, premessa necessaria alla certificazione; e poi ad investire maggiormente su filiere corte, locali e certificate. I servizi ecosistemici, come evidenziano sia FSC® che PEFC nei loro report, sono una nuova e grande opportunità, ma è al tempo stesso urgente lavorare ad un più strutturato “modello italiano” di valorizzazione del legno, che veda l’incremento della pianificazione prima, e della certificazione poi, come perni del sistema e garanzie di sostenibilità.

Per approfondire:

L’ATTUAZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO EUDR NON PIACE ALLE IMPRESE

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A proposito di filiere del legno, continuiamo con una notizia di attualità che ha trovato molta eco su importanti quotidiani nazionali, tra cui Il Sole 24 Ore.

“Deforestazione, le imprese del legno chiedono una proroga per il nuovo regolamento”: con questo titolo il quotidiano economico legato a Confindustria ha presentato le forti perplessità delle imprese italiane nei confronti del nuovo Regolamento EUDR, che si appresta a sostituire l’EUTR.

Nonostante l’acronimo molto simile, la differenza tra la vecchia “T” e la nuova “D” è ovviamente sostanziale. A partire dal 1° gennaio 2025, infatti, alle aziende coinvolte dal Regolamento verrà richiesto di condurre una “dovuta diligenza” per garantire che i prodotti commercializzati siano non solo derivanti da legno utilizzato legalmente, come chiedeva l’EUTR, ma anche non collegati a deforestazione o a degrado di aree forestali. Il Regolamento estenderà i suoi effetti anche a prodotti “a rischio deforestazione” ben diversi dal legno, come ad esempio cacao, caffè, soia, gomma e carne bovina.

“Le imprese sono attonite quando spieghiamo la complessità del nuovo Regolamento e l’impatto che avrà su di loro”, ha spiegato al Sole 24 Ore Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno, l’associazione di FederlegnoArredo che rappresenta gli importatori. Una critica che è risultata molto evidente durante un incontro assai teso organizzato in Friuli-Venezia Giulia, il primo di una serie per far conoscere il nuovo Regolamento.  

Su questo tema e sulla richiesta di proroga mossa dalle imprese abbiamo chiesto un parere a Carlo Piemonte, Direttore del Cluster Italia Foresta Legno.

“Se il principio alla base del Regolamento EUDR è assolutamente condivisibile, la sua attuazione complicherà enormemente la vita delle imprese, dalla piccola impresa forestale alla grande industria di trasformazione, non solo del settore legno”, spiega Piemonte, “il Masaf, attraverso la Direzione Foreste, ha dimostrato di essere a fianco delle imprese con l’obiettivo di cercare soluzioni concrete, ma a questo punto occorre dialogare con le istituzioni europee. L’attuale impostazione rischia di danneggiare pesantemente la competitività delle imprese italiane e del Made in Italy.

Vi terremo ovviamente aggiornati su questo tema, che sarà sempre più caldo e attuale nei prossimi mesi. Nel frattempo vi segnaliamo, per approfondire, la pagina di Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) dedicata al Regolamento EUDR, davvero ben fatta e ricca di FAQ - domande frequenti con risposta - utili a comprendere a fondo questa nuova norma europea che, lo sottolineiamo nuovamente, si sostituisce al Regolamento EUTR.  

Per approfondire:  

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PROGRAMMA FORESTALE REGIONALE DELLA CALABRIA E GRANDI CENTRALI A BIOMASSE

Nella scorsa edizione delle Pillole abbiamo parlato dell’uscita del nuovo Programma Forestale Regionale della Calabria, il primo in Italia completamente realizzato a partire dai dettami del Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali (TUFF).

A seguito di questa notizia diversi osservatori si sono chiesti se e come, all’interno Programma, sia stato affrontato il tema delle grandi centrali elettriche a biomasse presenti sul territorio calabrese. Si tratta infatti di impianti molto criticati sotto il profilo tecnico, perché poco efficienti e probabilmente assai sovradimensionati rispetto al possibile approvvigionamento locale; si tratta di impianti entrati recentemente anche nella cronaca giudiziaria, a seguito di inchieste che li vedono tristemente protagonisti; si tratta di grandi centrali evidentemente molto favorite da incentivi pubblici, senza i quali anche la loro sostenibilità economica sarebbe fortemente a rischio (e secondo la REDIII, occorre sottolinearlo, questo tipo di impianti non dovrebbe, almeno sulla carta, più essere finanziato dal 2026).

All’interno dell’analisi SWOT del Programma Forestale, la “Presenza di grandi impianti a biomassa” è considerata una “opportunità” della filiera calabrese: una scelta che potrebbe far storcere il naso a molti, proprio per le premesse appena descritte. Tuttavia, “l’aumento della domanda di fonti energetiche alternative, con conseguente aumento della pressione sulle risorse forestali” è descritta, nella stessa analisi, come una “minaccia”.

Dal Programma, insomma, appare chiaro come questo sia uno dei grandi e più controversi temi da affrontare. Nel documento, ad esempio, si esplicita che le produzioni legnose calabresi "riguardano in prevalenza il segmento di mercato delle biomasse per grandi centrali termoelettriche”; e viene sottolineato come “il settore delle biomasse provenienti dalla filiera-legno in Calabria, da ormai 15 anni, sta rappresentando l’attività lavorativa in cui tantissime aziende agro-forestali hanno investito enormi risorse finanziarie”.

All’interno del documento non mancano critiche al sistema produttivo connesso a questi impianti, nonché proposte per migliorarlo.

Viene ad esempio suggerito di realizzare un piano regionale e piani comprensoriali per l’uso delle biomasse forestali e agricole a fini energetici, basato su filiere corte strettamente collegate alle risorse territoriali locali e alle reali potenzialità produttive, valorizzando scarti di lavorazione, e verificando la sostenibilità ambientale ed economica dell’approvvigionamento nel tempo”. Viene inoltre sottolineato che sarebbe necessario favorire la filiera delle biomasse combustibili in un’ottica distrettuale territoriale anziché dell’attuale sistema di approvvigionamento su scala regionale. E viene evidenziato come sarebbe necessario “incentivare la diversificazione della destinazione d’uso del legname proveniente dai boschi calabresi, bilanciando il mercato delle biomasse e promuovendo le filiere derivanti dalla produzione di legname da opera e paleria.

Insomma, nel Programma Forestale Regionale della Calabria non si legge una netta presa di posizione contro le grandi centrali elettriche, ma al tempo stesso traspare, tra le pagine, la volontà di andare oltre questo modello, che ha chiaramente mostrato tutti i suoi limiti, per favorire filiere più armoniche rispetto al territorio e potenzialmente basate su un reale approccio a cascata. Si tratta tuttavia, inutile nasconderlo, di un sistema produttivo che oggi rappresenta uno sbocco importante per numerose imprese e addetti: attuare una transizione, che appare necessaria, non sarà né facile né indolore.

Seguiremo ovviamente con attenzione l'attuazione del Programma su questo ed altri temi centrali per la crescita dell'intero sistema forestale italiano, non solo per quello calabrese.

Per approfondire: 

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È ONLINE LA “VERSIONE BETA” DEL NUOVO SISTEMA INFORMATIVO NAZIONALE FORESTALE

Nell’ultima puntata delle Pillole del 2023, la numero 30, abbiamo dato notizia dell’imminente uscita di SINFor, il primo Sistema Informativo Nazionale Forestale. Si tratta di un portale che unisce, in un unico spazio web liberamente accessibile, la “Carta Forestale Italiana” e il “Database Foreste”.

Da alcune settimane, come era stato annunciato, il sito di SINFor è effettivamente online, anche se si tratta ancora di una “versione beta”, o meglio, dell’inizio di una raccolta sistematica di informazioni e dati destinata a crescere e a migliorare nel tempo.

Al momento, infatti, la Carta Forestale Italiana non è ancora disponibile online, ma presto, probabilmente entro l’estate, verranno resi pubblici gli strati informativi delle prime sei regioni analizzate. Per quanto riguarda invece il Database Foreste, cioè lo strumento che fotograferà periodicamente lo stato delle foreste e del settore forestale nazionale, al momento sono disponibili la maggior parte degli indicatori, anche se ancora unicamente in forma tabellare. Nei prossimi mesi questi indicatori verranno completati e implementati con grafici, infografiche e commenti di esperti, che permetteranno di contestualizzarli e fruirli al meglio.

 

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“Il sito di SINFor e il materiale disponibile online al momento rappresentano le fondamenta di un sistema che è pensato per implementarsi nel tempo, attraverso un costante processo partecipato tra le istituzioni, gli enti e i soggetti pubblici e privati, che a vario titolo producono e utilizzano dati e informazioni relativi al settore forestale”, ha spiegato Raoul Romano, ricercatore del CREA Politiche e Bioeconomia che coordina il Sistema.

Spulciando alcune delle tabelle relative ai dati più interessanti già disponibili appare chiaro di essere all’inizio di un lungo cammino: diverse, ad esempio, sono ancora le Regioni le cui caselle appaiono vuote, ma è importante sottolineare la valenza del sistema nel medio-lungo termine. Regioni e Province autonome, insieme ad altri enti e soggetti che detengono dati e statistiche, si sono infatti impegnati ad implementare costantemente la quantità e la qualità delle informazioni caricate su SINFor.

Dopo il primo Rapporto sullo stato delle foreste, uscito esattamente cinque anni fa (a marzo 2019) possiamo dire, finalmente, di aver gettato le basi per una raccolta dati sistematica sul patrimonio forestale nazionale e le filiere ad esso connesse. “Una base necessaria”, ha spiegato Alessandra Stefani, Direttrice della Direzione economia montana e foreste del Masaf, “per basare le scelte politiche su dati certi e condivisi”.

Per approfondire:

PRO SILVA EUROPA… IN SARDEGNA!

Concludiamo questa edizione delle Pillole come sempre con una curiosità. Questa volta si tratta dell’annuncio di un importante evento che si terrà in Italia nel 2025.

L’Associazione Pro Silva Europa, impegnata dal 1989 per la promozione di una selvicoltura prossima alla natura, organizzerà il proprio incontro internazionale del 2025 in Italia, in particolare in Sardegna.

La candidatura, avanzata da Pro Silva Italia, era stata proposta con l’obiettivo di approfondire le potenzialità e le problematiche legate all’applicazione dei principi della selvicoltura prossima alla natura nel contesto delle foreste mediterranee.

Tra le tematiche che verranno approfondite avranno un particolare risalto la gestione dei boschi attraverso il governo a ceduo, la gestione degli usi civici, il pascolo in bosco, la selvicoltura preventiva per la difesa e la lotta agli incendi boschivi e infine la salvaguardia della biodiversità, in particolare dei dendromicrohabitat e della dendronecromassa.

L’evento verrà organizzato in collaborazione con l’Agenzia FO.RE.S.T.A.S. e con il progetto LIFE GoProForMED.

Per approfondire:

Per concludere, c'è un'interessante novità che desideriamo condividere con tutte e tutti voi: il Manifesto per una Selvicoltura più vicina alla Natura, realizzato dalla Redazione e dal Consiglio editoriale di Sherwood per promuovere una migliore gestione del patrimonio boschivo italiano. 

Si tratta di un documento già sottoscritto da 21 Associazioni e Istituzioni del settore, ma che desideriamo riaprire al dialogo e al confronto con l'obiettivo di stilarne una versione ancora più condivisa.

In questo articolo è possibile non solo leggere il Manifesto completo, ma anche inviare commenti e proposte di modifica, oltre a segnalare l'eventuale disponibilità alla sottoscrizione da parte di altre realtà come Associazioni, gruppi e Istituzioni. 

 

Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!

Vi ricordiamo che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:  

Alla prossima edizione!

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