Dai banchi alla realtà: come il caso dei larici abbattuti per la pista da bob di Cortina conferma una certa distanza
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di Matteo Varotto e Margherita Longo (AUSF Padova)
Rendiamo pubblica questa presa di posizione di AUSF Padova, con il patrocinio di AUSF Italia, sulla questione dell'abbattimento dei larici per realizzare la nuova pista da bob olimpica di Cortina d'Ampezzo.
Tante belle parole sui banchi e poi??
A cosa sono servite tutte quelle ore passate ad ascoltare bei discorsi sulla gestione sostenibile del territorio, sul valore dei servizi ecosistemici, sull’agire nel territorio in favore delle comunità locali, quando davanti ai nostri occhi appaiono scempi del genere in tempi della nascita di un seme??
Se la sostenibilità vuol dire garantire la soddisfazione dei bisogni attuali e assicurare alle generazioni future la possibilità di usufruire delle risorse per rispondere alle proprie esigenze, qui di sostenibilità non ve n’è traccia alcuna…
Le scelte fatte al giorno d’oggi hanno ripercussioni dirette sul prossimo futuro e questo, noi forestali, lo sappiamo bene. Ci è stato insegnato che quando osserviamo un bosco dobbiamo farci quattro fondamentali domande: Chi sei? Da dove vieni? Dove stai andando? DOVE VOGLIO CHE TU VADA? Con tutta onestà, davanti a questo bosco di larici, nessuno di noi, a quest’ultima domanda, risponderebbe mai con: “Voglio che tu diventi una pista da bob in cemento che, con buona probabilità, non avrà alcuna utilità futura per le comunità locali”. Eppure, è proprio quello che oggi sta succedendo a Cortina D’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti, in occasione delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
È l’ennesima mancanza di trasparenza e di un legame tra il decisore politico e il tecnico che spesso, a seguito di un lavoro certosino, si vede totalmente ignorare la sua opinione. Infatti il decisore non è vincolato nell’applicazione del suo parere.
È l’ennesima testimonianza di una politica nazionale poco attenta alle comunità locali.
È l’ennesima attestazione che ci allontana nuovamente da un lento avvicinamento a questa fantomatica sostenibilità.
Ma diamo un’occhiata anche ai dati…
Pur considerando che le informazioni sono di difficile reperimento e spesso non esaustive, si può da subito notare una notevole discrepanza tra le cifre riportate nel progetto aggiornato della pista da bob e la determina di assegnazione del taglio, disponibile a questo link.
Nel primo documento citato, nell’apposito sotto capitolo legato alla riduzione della superficie boscata, troviamo scritto che la superficie destinata a cadere al taglio risulterà essere di 19.980 mq. Questo dato viene peraltro sottolineato in diminuzione rispetto al progetto precedente, il quale prevedeva, invece, una superficie di taglio di 24.291 mq, ottenendo così un risparmio di 4.311 mq di bosco.
Contrariamente, leggendo quanto scritto nei moltissimi articoli, che in questi giorni di tensioni riempiono il panorama forestale, gli ettari destinati al taglio sarebbero almeno 4 o 5. Quest’ultimo dato, pur non apparendo nei documenti ufficiali reperibili, trova una certa conferma se andiamo ad osservare la quantità di metri cubi che la ditta assegnataria taglierà nelle prossime settimane. In totale, come riportato nella determina di assegnazione, verranno abbattuti 2.220 metri cubi di legname che, come i manuali di selvicoltura ci insegnano, difficilmente sono riscontrabili in poco meno di 2 ettari ma bensì in superfici maggiori, come 4 o 5 ettari o più.
Dove sono scomparsi gli altri 2 ettari?
Facciamo chiarezza sulla nostra posizione
Noi non stiamo assolutamente giudicando il fatto che venga tagliato un bosco; come ben sappiamo, gli interventi forestali sono estremamente importanti, in un’ottica di gestione sostenibile e attiva del patrimonio boschivo nazionale; quello che bensì ci indigna, e non poco, è il modo e il contesto nel quale verrà realizzato. Pochissima trasparenza, tempi estremamente rapidi nei confronti delle normali tempistiche per ottenere i permessi, assegnare il lotto e utilizzarlo, pochissima attenzione verso le comunità locali (le prime figure sulla quali ricadranno gli effetti) sono solo alcuni degli ingredienti che ci rendono perplessi.
Come pensate che si possa sentire uno studente che, dopo 5 anni di lezioni nelle quali le parole sostenibilità e buona gestione del territorio ne facevano da padrone, si vede nel giro di brevissimo tempo superare ostacoli burocratici e legislativi per azioni che di sostenibilità, buon governo e sviluppo socio-economico del territorio non hanno nulla a che vedere?
Come pretendete di ottenere dei professionisti del futuro che credano nelle istituzioni quando davanti ai loro occhi accadono scempi del genere?
Noi, come giovani forestali ma potenzialmente come futuri professionisti del settore, ci sentiamo particolarmente delusi e preoccupati, e il rischio che molti di noi, non appena fuori dai muri universitari, scelgano strade diverse a causa della sfiducia provocate da storie come questa è, ahimè, assai elevato.
AUSF Padova è, e sarà sempre, un’associazione apartitica e apolitica e nonostante parlare di questi temi porti inevitabilmente a scontrarsi con l’aspetto politico, ci sentiamo in dovere di esprimere il profondo disappunto di noi studenti, che stanchi di rimanere inermi davanti a tutto questo, hanno voglia di farsi sentire.
Se vuoi scoprire di più su AUSF Italia, sul nostro sito è disponibile un articolo firmato da Solaria Anzilotti che ripercorre la storia dell’Associazione, dalla nascita alle recenti attività e collaborazioni a livello nazionale e internazionale.
A questo link invece, la raccolta completa dei contributi pubblicati da AUSF Italia sul sito.
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