Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
di Paolo Mori
Il 16 luglio è stata pubblicata dalla Commissione la Nuova Strategia Europea per le Foreste che traguarda il 2030 (EUFS 2030). In risposta, lo stesso giorno, sono stati pubblicati comunicati stampa e post di orientamento completamente opposto tra loro. Ne prendo 2 ad esempio: da una parte l’European Organization of the Sawmill Indutries (EOS) e dall’altra parte il sito europeo del WWF. Nel gioco delle parti a cui questi due soggetti, così come tanti altri, ci hanno abituato, sono entrambi insoddisfatti dell’EUFS 2030.
L’EOS perché: 1. non tiene conto delle esigenze di approvvigionamento dell'industria, ed è troppo sbilanciato verso la funzione sociale e ambientale delle foreste; 2. propone un approccio dall'alto verso il basso, unico per tutti nell'utilizzo dei prodotti in legno, lontano dalla realtà e dalle specificità delle condizioni del mercato europeo locale.
Secondo il WWF invece la nuova strategia aveva lo scopo di tracciare un percorso più sostenibile per la gestione delle foreste dell'UE, ma le pressioni, di alcuni Stati membri e dell'industria, antepongono i vantaggi economici a molte considerazioni sul clima, la biodiversità e la società.
In questo caso tutti i soggetti di parte tendono a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Noi forestali, almeno in teoria, non dovremmo parteggiare per nessuno, poiché tutti sono nostri referenti se vogliamo mettere le nostre competenze a servizio della società civile. Per questo arrogandomi un ruolo di rappresentante della categoria (che non ho affatto, sia chiaro!), proverò a proporre una sinteticissima valutazione complessiva e neutrale (per quanto si possa essere neutrali in questi casi!).
Eccola. L’EUFS 2030 è un documento di 30 pagine, quindi non è lungo. Lo sottolineo poiché talvolta di fronte ad enciclopedici documenti di strategia politica ci si ferma al titolo e all’indice. Questo invece è un documento che, per quanto disponibile solo in Inglese, è breve, intenso e con un orizzonte ampio e aperto a soluzioni innovative. Si tratta soprattutto di un documento di indirizzo per gli Stati Membri dell’UE, ma contiene anche indicazioni su azioni specifiche che saranno sviluppate a scala europea per applicare la strategia forestale e renderla sinergica con altri documenti dell’EU in tema ambientale e in particolare con il Green Deal Europeo.
Non posso certo commentare tutto l’EUFS 2030 in questo breve spazio. Affronterò i singoli temi prossimamente ma ritengo sia possibile cogliere l’intento della Strategia anche solo leggendo la frase che segue, tratta da una comunicazione sintetica della Commissione a proposito dell’EUFS 2030.
L’EUFS 2030 punta alla promozione delle migliori pratiche di gestione delle foreste quanto a rispetto del clima e della biodiversità, da sviluppare in parallelo e in sinergia con il supporto a una bioeconomia forestale forte e sostenibile. Le industrie del legno rappresentano il 20 % delle imprese manifatturiere in tutta l’UE, con 3,6 milioni di posti di lavoro e un fatturato annuo di 640 miliardi di €. La Strategia invita a valorizzare l’uso del legname in linea con il “principio a cascata”, dando quindi la priorità ai prodotti del legno che possono sostituire i loro omologhi basati sulle risorse fossili, con particolare attenzione ai prodotti in grado di durare nel tempo. [L’EUFS 2030] intende inoltre dare impulso anche a un’economia forestale non basata sulla produzione del legname, come ad esempio l’ecoturismo.
Da questo si capisce come l’EUFS 2030 sia un documento complesso che propone una grande quantità di sfide da raccogliere. Ce n’è una però che implicitamente sta sopra tutte le altre: trovare un modo sostenibile di armonizzare a scala europea, nazionale e locale la complessa, e talvolta contrapposta, gamma di richieste che la società civile chiede a chi si occupa di foreste. Indubbiamente il bicchiere è a metà. Si può considerarlo mezzo pieno o mezzo vuoto ma riempire il bicchiere fino quasi all’orlo dipenderà da noi e dalla nostra capacità di trasformare le opportunità racchiuse nell’UEFS 2030 in fatti condivisi, concreti, sostenibili.
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