Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Riportiamo un breve pezzo scritto dal nostro Luigi Torreggiani per commentare i dati del nuovo Inventario Forestale uscito sull’ultimo numero della newsletter AREALE, l'aggiornamento settimanale sull'ambiente del quotidiano Domani curato da Ferdinando Cotugno.
“Lo scorso 29 settembre sono stati presentati da Carabinieri forestali e Crea – Centro di ricerca foreste e legno, i primi risultati dell’atteso Infc, l’inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, aggiornati al 2015. L’aspetto che salta subito all’occhio, prima ancora dei numeri, è la data di riferimento, un po’ vecchiotta. I rallentamenti pare siano imputabili al passaggio del Corpo forestale dello stato all’Arma dei carabinieri e alla pandemia. Ma sei anni di ritardo per un inventario decennale appaiono troppi e rischiano, come sta già accadendo, di rendere i risultati poco credibili e interessanti di fronte all’opinione pubblica. In realtà l’interesse tecnico-scientifico per questi dati è comunque altissimo: è l’unica fotografia che abbiamo per capire com’è e come si sta evolvendo il nostro patrimonio forestale.”
“Alcuni punti salienti del documento di sintesi confermano la tendenza in atto dall’ultimo dopoguerra: la superficie coperta da foreste continua a crescere (+ 5,5 per cento dal 2005 al 2015) e ancor di più il volume legnoso dei boschi (+14,1 per cento). Aumenta di conseguenza anche l’assorbimento di carbonio da parte delle foreste, che ammonta, senza contare il suolo, a 569 milioni di tonnellate. Anche il legno morto, importante indicatore di biodiversità (ma spesso anche di abbandono gestionale) è cresciuto in dieci anni addirittura del 68,9 per cento. Per quanto riguarda le utilizzazioni del bosco per produrre legno, i dati mostrano una situazione di complessiva sostenibilità. Sul 37,4 per cento della superficie del solo bosco non si è registrato alcun tipo di intervento selvicolturale, cioè il bosco non ha subito alcun intervento umano, neppure di manutenzione. Un altro dato interessante è che un terzo circa della superficie forestale nazionale (31,8 per cento) ricade in aree protette (parchi e riserve).
Questo non significa che tutto vada bene e che le nostre foreste non abbiano alcun problema. L’Infc mostra che sul 4,3 per cento della superficie forestale si riscontrano danni da disturbi naturali (malattie, tempeste di vento, insetti) e soprattutto come solo il 15 per cento dei nostri boschi abbia un piano di gestione, strumento fondamentale per organizzare una gestione sostenibile nel futuro.
In poche parole, dai dati Infc 2015 le nostre foreste non appaiono affatto in fase di «reimpoverimento», come qualcuno ha scritto recentemente. Il bosco in Italia continua a crescere, ha raggiunto il 36,7 per cento del territorio nazionale, ma talvolta subisce danni gravi, dovuti anche al cambiamento climatico, e spesso non è gestito. Sono questi i veri dati allarmanti su cui lavorare con urgenza per incrementare la resilienza delle nostre foreste e la loro capacità di continuare a fornire servizi ecosistemici essenziali per tutti noi.”
Se vi interessa la questione climatica e desiderate rimanere aggiornati su notizie e curiosità legate ad ambiente, biodiversità, natura e il nostro rapporto spesso complicato con essa, vi consigliamo vivamente di seguire la newsletter AREALE di Ferdinando Cotugno.
Per restare in tema vi ricordiamo che l’ultima puntata di Ecotoni, il podcast prodotto da Compagnia delle Foreste con Luigi Torreggiani e Ferdinando Cotugno, si occupa proprio di pianificazione, parola che racchiude tutto l’insieme di scelte che determineranno il futuro del nostro patrimonio forestale.
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