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Pillole forestali dall’Italia #17 - Strategie per il futuro del legno e altre notizie di aprile

Pillole forestali dall’Italia #17 - Strategie per il futuro del legno e altre notizie di aprile

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti alla diciassettesima edizione di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.

Preferisci ascoltare o leggere?

Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):

Qui invece le notizie da LEGGERE:

AVREMO TUTTO IL LEGNO CHE CI SERVIRÀ?

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Conoscete “Legno 4.0”? Si tratta di una rivista quadrimestrale online, edita dal consorzio ConLegno, che tratta di mercato del legno, imballaggi, logistica e anche, più in generale, di ambiente e foreste.

Nell’ultimo numero la “cover story”, ovvero l’articolo di punta, è a firma di Sebastiano Cerullo, il Segretario generale di ConLegno, e tratta di un tema davvero molto interessante. Il titolo dell’articolo è una domanda secca e anche un po’ inquietante: “ci sarà legno in futuro?”.

Cerullo spiega molto bene che la domanda di legno crescerà enormemente e su più fronti da qui al 2050, spinta dall’aumento della popolazione mondiale e dalle politiche di decarbonizzazione, come dimostrano le stime di FAO e Banca Mondiale. Inoltre, a causa della crisi climatica, aumenteranno i disturbi forestali, un’incognita notevole per le stime a lungo termine sulla reale e sostenibile disponibilità di materia prima. Nonostante in altri settori, come ad esempio quello energetico o dell’editoria su carta, la richiesta di legno tendenzialmente calerà, secondo l’autore è molto probabile che, nel complesso, tra alcuni anni la domanda supererà l’offerta: una situazione che potrà comportare potenziali problemi ambientali e di legalità, facendo inoltre salire in modo preoccupante il prezzo del legname.

Secondo Cerullo, per l’Europa i probabili rischi futuri di forti aumenti dei prezzi e di difficile reperibilità della materia prima andrebbero affrontati da subito, investendo in piantagioni da legno, in un aumento dell’utilizzo sostenibile delle foreste e nell’incremento dell’uso a cascata. Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’analisi dell’Autore i rischi saranno ancora maggiori: “la nostra organizzazione favorisce impieghi energetici (predominanza di boschi cedui); c’è un basso utilizzo dei boschi ad uso non energetico; le segherie sono molto piccole; le nostre piantagioni trovano limitazioni nella necessità di difendere aree agricole e destinare boschi periurbani a usi non produttivi; siamo in forte ritardo sui prodotti in legno ingegnerizzati; le imprese forestali hanno scarsa redditività, che si ripercuote su una struttura industriale del legno poco sviluppata”.

Pochi giorni dopo l’uscita di questo interessante articolo la nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la sua visita al Salone del Mobile si è avventurata in una dichiarazione molto impegnativa proprio sull’utilizzo del legno italiano. La Premier ha annunciato la volontà di lavorare: ad una cornice che renda il settore del legno indipendente, puntando a una filiera del legno-arredo 100% made in Italy”. È chiaro a tutti che per arrivare, o anche solo per avvicinarsi, a questo obiettivo ambiziosissimo servirebbero non solo diversi decenni, ma anche enormi investimenti in selvicoltura e in ricerca e sviluppo per poter utilizzare gli assortimenti oggi realmente presenti nei boschi del nostro Paese, che spesso, al momento, trovano uno sbocco remunerativo solo nella filiera legno-energia (che, lo sottolineiamo, è comunque un comparto di tutto rispetto, essendo l'energia un bene primario!). 

Come scrive Cerullo, è davvero difficile rispondere alla secca domanda posta nel titolo dell’articolo - ci sarà legno in futuro? - perché le varianti in gioco sono molteplici. Tuttavia, una cosa è certa: sarebbe strategico investire molte risorse oggi per gestire le incertezze a cui rischiamo di andare incontro tra pochi anni

In questo contesto, quello di Meloni sembra un posizionamento netto e interessante: ora bisogna capire se si è trattato soltanto di un annuncio robante di fronte ai riflettori del Salone del Mobile, oppure se c'è davvero la volontà politica di lavorare ad uno sviluppo serio e duraturo per le filiere foresta-legno nazionali. 

Per approfondire:

CUFA: UNA SENTENZA DESTINATA A FAR DISCUTERE

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Il Tribunale di Salerno ha recentemente emesso una sentenza destinata a far molto discutere, che riguarda direttamente il ruolo e le competenze tecniche dei Carabinieri Forestali del CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari). Il Giudice, infatti, ha accolto il ricorso presentato da un’impresa forestale del territorio in merito ad alcuni accertamenti tecnici che erano stati effettuati nel 2020 dai Carabinieri Forestali e che avevano portato ad una sanzione per presunte irregolarità nel trattamento dei residui vegetali di un cantiere.

Fin qui nulla di particolarmente strano. L’aspetto interessante e apparentemente paradossale della vicenda è che il ricorso della ditta boschiva non è stato accolto per un errore nei rilievi, ma perché, secondo il Giudice monocratico di Salerno, ai Carabinieri, in quanto ufficiali di polizia giudiziaria, è preclusa qualunque attività di accertamento tecnico in ordine alle violazioni delle norme del regolamento e della legge forestale. In pratica, secondo la sentenza, i Carabinieri Forestali non hanno le competenze per svolgere rilievi di carattere altamente tecnico all’interno dei cantieri forestali. Può sembrare incredibile, ma è proprio così: il Giudice lo ha scritto nero su bianco, aprendo le strade a numerose incognite.  

Nel documento a firma del Giudice si legge che: l’espletamento delle attività di accertamento tecnico spetta in via esclusiva al personale del settore tecnico amministrativo forestale competente per il territorio”, ovvero ai funzionari del settore foreste della Regione Campania. I funzionari devono fare i rilievi tecnici, poi i Carabinieri, in caso di illeciti, redigere i verbali. Una situazione che oggettivamente appare al momento quasi materialmente impossibile in molte realtà territoriali. 

La sentenza del Giudice cita direttamente la Riforma Madia, con la quale l’ex CFS è stato in buona parte assorbito nell’Arma dei Carabinieri. Tale riforma, tra le funzioni attribuite all’Arma, non esplicita quelle di “accertamento di violazioni che richiedono competenze tecniche”. Neppure la legge forestale della Campania, secondo il Giudice, demanda ai Carabinieri questo compito, non essendoci al momento una specifica convenzione in materia

Si tratta di una questione estremamente delicata, che se da un lato appare paradossale, dall'altro ci pone di fronte ad una domanda profonda, sui cui occorrerebbe riflettere con molta attenzione: "chi al momento sta effettuando i controlli sui cantieri forestali ha le competenze tecniche necessarie per valutare gli interventi selvicolturali, che per loro natura sono complessi e non sempre semplici da valutare?"

Molto probabilmente il CUFA impugnerà questa sentenza e si muoverà per stipulare le convenzioni nelle Regioni in cui ancora mancano, ma intanto dalla FERFA - la Federazione che si batte per la rinascita del CFS - è già arrivato un commento caustico a riguardo della vicenda: “servono competenze tecniche specifiche ed una struttura civile che abbia la tutela dell’ambiente e del bosco come suo obiettivo istituzionale”.

La funzione di controllo è fondamentale per un settore come il nostro e sarebbe grave precipitare in un vuoto di competenze. Questa Sentenza, tuttavia, può rappresentare un'occasione, per affrontare con serenità alcune questioni tecniche che spesso appaiono divisive e nelle quali il dibattito ruota sovente proprio attorno alle reali competenze di chi fa i controlli in selvicoltura.

Seguiremo con attenzione questa vicenda: è vero che una sentenza da sola non fa giurisprudenza, ma di questa in particolare, ne siamo sicuri, sentiremo ancora molto parlare. 

Per approfondire: 

NUOVA LEGGE E CARTA DELLE TIPOLOGIE IN PUGLIA

La Regione Puglia è entrata in un’intensa fase di riordino e aggiornamento della normativa forestale e degli strumenti di pianificazione.

Dopo la recente emanazione della Legge n.1 del 21/03/2023 in materia di foreste e filiere forestali, la cui bozza era stata tra l’altro oggetto di alcune contestazioni da parte del WWF locale e altre associazioni ambientaliste, preoccupate da una non molto precisata “visione produttivistica”, è stata presentata da alcuni giorni anche la nuova "Carta delle tipologie forestali”.

Lo studio cartografico, approvato da Regione Puglia in collaborazione con ARIF - Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali, è stato condotto dal Dipartimento di Scienze Ambientali e Territoriali dell'Università degli Studi di Bari. Si tratta di uno strumento importante per classificare il patrimonio forestale pugliese anche in un'ottica di sviluppo della pianificazione forestale a più livelli, come previsto dal Testo Unico in materia di Foreste e Filiere Forestali (TUFF). 

Dal sito della Regione si evince che i prossimi passi saranno la realizzazione del nuovo Programma Forestale Regionale e dell’Inventario forestale regionale. Un percorso interessante che è al tempo stesso l’ennesima conferma di come, a seguito dell'emanazione del TUFF e della pubblicazione della Strategia Forestale Regionale, molte regioni stiano riattivando, con rinnovato entusiasmo, le proprie politiche forestali.

Per approfondire: 

BIOMASSE: COME PROCEDE IL TURNOVER TECNOLOGICO?

Chi di voi ha ascoltato il nostro podcast UNA NUOVA filiERA sa che una delle soluzioni più efficaci per contrastare l’inquinamento da polveri fini causato dai sistemi di riscaldamento a biomasse legnose è senza ombra di dubbio il turnover tecnologico, cioè la sostituzione di generatori obsoleti, purtroppo ancora molto diffusi nel nostro Paese, con tecnologie di moderna concezione caratterizzate da livelli emissivi molto bassi.

Per favorire questo turnover, in Italia è stato ideato lo strumento del Conto Termico, che nel 2023 compie 10 anni: un sistema di incentivi statali che promuove gli interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Il Conto Termico ha impiegato quasi cinque anni a raggiungere livelli di utilizzo significativi e stabili e ancora oggi si fatica a spendere oltre il 30% delle risorse potenzialmente disponibili. Tuttavia questo strumento ha avuto e ha tutt’ora un grande valore in termini economici, occupazionali e soprattutto a livello di risparmio di emissioni, sia di inquinanti che di CO2. Complessivamente, fino al 2021 sono state incentivate 270.000 sostituzioni di apparecchi termici a biomasse obsoleti attraverso l’erogazione di 597 Milioni di euro di incentivi: un importante supporto all’accelerazione della riqualificazione energetico-ambientale del parco generatori a biomassa in Italia, che però non deve fermarsi, anzi, deve costantemente incrementare! Si stima infatti che sarebbe necessario rottamare altri 4 milioni di generatori a biomasse obsoleti.

Tutti questi dati e molti altri ancora sono contenuti in un articolo davvero molto interessante a cura di Valter Francescato di AIEL - Associazione Italiana Energie Agroforestali, che spiega nel dettaglio gli effetti degli incentivi sul turnover tecnologico, non solo attraverso il Conto Termico, ma anche grazie all'Ecobonus e al Bonus casa. Vi invitiamo a leggerlo. 

Per approfondire:

IL PRIMO GR DEL LEGNO

Chiudiamo il cerchio riagganciandoci alla prima notizia, che partiva da una rivista dedicata al mondo del legno italiano e presentando, come curiosità di queste Pillole, un altro interessante e diverso prodotto divulgativo dedicato al legno.

Dopo l’esperienza del podcast “La sostenibile leggerezza del legno”, che lo scorso anno è andato in onda con sette interessanti puntate, Assolegno di FederLegnoarredo ha infatti lanciato un nuovo format comunicativo, che ha l’obiettivo di riepilogare le principali notizie dedicate al settore del legno strutturale.

Si tratta del “Giornale Radio di Assolegno - notizie dal mondo dell’abitare sostenibile”: una traccia podcast a cadenza mensile, della durata di circa 10 minuti, pubblicata su Youtube e inviata via messaggio diretto a tutti gli associati di FederlegnoArredo. Il GR di Assolegno è condotto dalla giornalista Maria Chiara Voci e racconta, anche attraverso brevi testimonianze, il mercato, le tendenze e gli sviluppi tecnico-normativi dedicati all’industria del legno. In pratica, una selezione di notizie commentate, proprio come queste Pillole, per rimanere costantemente aggiornati su ciò che accade nel mondo del legno strutturale.

Vi consigliamo di ascoltare la prima puntata del “GR del legno” e di seguire l’uscita delle altre puntate attraverso la sezione “approfondimenti/news” del sito di FederlegnoArredo. Vista la vicinanza dei nostri due format... chissà che, in un futuro, possano nascere anche collaborazioni!

Per approfondire:

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