For.Itay 2: il viaggio continua
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di Luigi Torreggiani e Andrea Barzagli - Redazione di Sherwood
Il progetto For.Italy ha rappresentato indubbiamente un’esperienza positiva. Oltre ai risultati numerici (6 cantieri dimostrativi e informativi, 7 corsi di formazione per Istruttori forestali di abbattimento ed allestimento, 86 nuovi Istruttori forestali formati), questo progetto ha dimostrato in modo lampante l’utilità del lavorare in squadra in un settore, il nostro, troppo spesso frammentato. Regioni, Province Autonome e Ministero (Masaf) hanno collaborato per porre assieme le basi di un disegno ampio e lungimirante, che sta portando l’Italia ad accrescere la sicurezza, la professionalità e il riconoscimento sociale degli operatori forestali, migliorando di conseguenza anche la qualità delle attività selvicolturali e riducendone l’impatto sull’ambiente.
Detta così, potrebbe sembrare una di quelle frasi alte, pronunciate da chi ragiona di grandi obiettivi senza però poi “sporcarsi le mani”. In realtà, a sottolineare la portata innovativa di For.Italy sono stati prima di tutto gli operatori coinvolti, molti dei quali sono oggi Istruttori forestali. Professionisti che, oltre a ritagliarsi un nuovo spazio lavorativo, hanno fatto propria una missione, che in fondo è quella di ridare dignità al lavoro forestale. Dignità che nella pratica si esplicita in più aspetti: prima di tutto quello della salute e della sicurezza, fondamentale in un ambito lavorativo decisamente pericoloso; poi quello del “saper fare”, della crescita professionale, data dalla conoscenza delle migliori e più moderne tecniche, utili anche a diminuire la fatica e incrementare la produttività; infine nel riconoscimento pubblico del proprio ruolo in una società che, per svariati motivi riconducibili alla distanza fisica e culturale sempre maggiore tra città e mondo rurale, non vede generalmente di buon occhio chi taglia alberi.
For.Italy è stato in grado di far scattare una molla rara in un settore tecnico e specialistico come il nostro: quella dell’entusiasmo. Un fervore positivo dato dalla consapevolezza di stare costruendo qualcosa di necessario e dal piacere di farlo assieme, tra persone molto diverse per ruolo e ambito geografico di riferimento, che tuttavia si muovono sulla stessa lunghezza d’onda.
È forse, sotto sotto, proprio per questo che, dopo For.Italy, in tanti hanno sentito la necessità di far proseguire il viaggio di questa macchina già avviata su una strada che porta lontano. L’idea di un “For.Italy 2” era viva ancor prima della chiusura del primo progetto e oggi, dopo riunioni, incontri e la necessaria fase di progettazione, si è quasi pronti per ripartire.
Anche se “For.Italy 2” non è ancora definito nel dettaglio in tutte le sue azioni, grazie alla disponibilità di coloro che si stanno occupando della progettazione abbiamo avuto l’occasione di sbirciare “dietro le quinte” del nuovo progetto, per costruire un Focus che raccogliesse informazioni, riflessioni, idee e testimonianze utili a comprendere questa nuova sfida.
Sembra banale, ma non lo è affatto: dotarsi di operatori forestali capaci, consapevoli, maggiormente tutelati dal punto di vista della sicurezza e consci del proprio ruolo strategico, è la condizione di base per raggiungere gli obiettivi di Gestione Forestale Sostenibile che il nostro Paese si è dato. Questo è un concetto chiave, ben esplicitato da ALESSANDRA STEFANI nell’intervista presente in questo Focus: dobbiamo ragionare su temi altissimi, è essenziale, ma poi tutto, infine, si regge su chi in bosco lavora.
Partire dagli operatori per accrescerne la dignità, in tutti i suoi aspetti, è quindi la strada giusta: la Strategia Forestale Nazionale è un grande progetto, ora abbiamo bisogno di ottimi costruttori!
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