Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Questa è l'introduzione al FOCUS pubblicato sul numero 267 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.
di Luigi Torreggiani e Andrea Barzagli - Redazione di Sherwood - foto di Michele Lapini
Dalla terribile “notte di Vaia” sono ormai passati cinque anni. Un periodo impegnativo per le aree forestali del nord-est, che a seguito dell’emergenza degli schianti da vento ne hanno dovuta affrontare una seconda, di dimensioni ormai paragonabili: l’infestazione di bostrico tipografo. Nel frattempo, si sono susseguiti anche danni localizzati da neve pesante e altri schianti dovuti a forti temporali.
Come Sherwood e Compagnia delle Foreste, fin da subito, abbiamo cercato di raccontare in modo approfondito sia l’evento meteorologico estremo che la conseguente pullulazione dell’insetto, sottolineando il legame di entrambe queste emergenze con la crisi climatica in atto e ponendo numerose questioni tecnico-scientifiche relative alle attività gestionali.
In questi cinque anni, sul tema Vaia e bostrico, sono stati pubblicati su Sherwood tre spunti di riflessione tra editoriali e “Post Scriptum”, due infografiche, quattro “Tavole rotonde”, due Dossier e cinque articoli.
A questi si aggiungono il video “Il bosco ritornerà”, il podcast “VAIA - alberi, esseri umani, clima” realizzato con il quotidiano Domani, la mostra itinerante e la relativa pubblicazione sulla tempesta realizzate in collaborazione con SISEF e FederlegnoArredo, il Manuale sull’utilizzazione dei boschi colpiti da eventi estremi, il Quaderno dedicato al Piano d'azione Vaia in Trentino, oltre ad altri articoli apparsi sul sito web della rivista.
Molti di questi prodotti si sono concentrati sul descrivere le cause di queste emergenze, il loro impatto e le strategie di ripristino, ma oggi, ne siamo convinti, è essenziale iniziare un percorso culturale collettivo che ci proietti al futuro. Nonostante l’emergenza sia ancora in atto, è urgente iniziare a pensare, immaginare e progettare i boschi dei prossimi decenni, che dovranno essere molto più resilienti mantenendo però alta la loro capacità di generare servizi ecosistemici ed economia rurale.
In questo Focus, quindi, si parlerà di futuro, concentrandoci sulle Alpi italiane centro-orientali ma attraverso considerazioni in fondo valide per tutte le nostre foreste: quali boschi dopo Vaia e bostrico? Quale selvicoltura per “traghettarli” verso strutture più resilienti? Quale economia forestale in questa delicata fase di transizione?
Lo faremo attraverso testimonianze raccolte tra chi si occupa di programmazione nelle Regioni e nelle Province Autonome coinvolte, ma anche tramite spunti di riflessione che arrivano da un’importante realtà gestionale, la Magnifica Comunità di Fiemme, e da due accademici, Davide Pettenella e Roberto Del Favero. Ad impreziosire il Focus le immagini gentilmente concesse dal fotografo Michele Lapini.
Si tratta solo di un primo “esercizio”, di una prima (speriamo di tante) occasione di dibattito. Ma al tempo stesso vuole anche essere una provocazione: siamo pronti a discutere dei boschi del futuro?
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Pascale ci consegna un diario, un itinerario all’interno del suo “giardino botanico”, dove vengono raccontati i traguardi, ma anche i fallimenti e le debolezze di una vita intrecciata alle pi
Un video che ripercorre a ritroso il viaggio che ha per protagonista il legno di risonanza di un abete rosso trasformato in un clavicembalo artigianale di elevatissima qualità acustica.
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