Dalle imprese forestali una richiesta di confronto agli Enti Regionali Natura2000. Il caso delle Colline delle Cerbaie
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di Aziende boschive operanti nelle colline delle Cerbaie (FI -PI)
Estate_Autunno 2021
Questa lettera è scritta e condivisa da un gruppo di aziende boschive residenti e/o operanti nel territorio delle colline delle Cerbaie, altopiano compreso, in gran parte, nelle Province di Pisa e Firenze. Tali aziende, da decenni, lavorano sulle Cerbaie per progetti di gestione selvicolturale e interventi di presidio forestale del territorio.
Lo scopo della presente è poter attivare, con gli Enti preposti destinatari della presente, una discussione e/o un Tavolo tecnico in merito ai punti di seguito indicati che riguardano aspetti, relativi alle modalità, procedure, valutazioni che vengono applicati, di norma e consuetudine, in relazione alle domande di taglio boschivo presentate dai proprietari dei terreni, dai richiedenti e delle aziende operanti nel settore.
Gli Enti, in primis, a cui questa lettera è rivolta sono:
Regione Toscana_Ufficio Tutela della Natura e del Mare - Responsabili di posizione organizzativa Gestione patrimonio naturalistico presidio zonale di Firenze, Pisa e Livorno
Le Colline delle Cerbaie sono, come tutti sanno, un altopiano di modesta altitudine, compreso fra le pianure del Valdarno Inferiore e Lucca rispettivamente a Sud e Nord, e dai Paduli di Fucecchio e Bientina rispettivamente a Est e Ovest.
Oltre a essere caratterizzate, pur immerse in un tessuto fortemente antropizzato, da rilevanti estensioni boschive, buona parte del loro territorio è stato inserito, dalla Regione Toscana, nella ZSC Cerbaie - IT5170003 , Istituto di Protezione previsto dalla Rete Europea Natura2000, in ragione delle importanti emergenze naturalistiche e forestali presenti, rappresentate da specie vegetali rare e habitat forestali e non meritevoli di tutela e valorizzazione.
A tal fine infatti, è stato redatto il Piano di Gestione del SIC Cerbaie, approvato nel 2014 a cui è seguito l'approvazione del DGR 1223_2015 in cui si definiscono le specifiche misure di conservazione dei singoli SIC/ZSC della Regione Toscana.
Nello stesso tempo, la Regione ha approvato la DGR 916/2011 che indica, per ogni area Natura2000, i diversi tipi di habitat forestali per le cui domande di taglio boschivo sarebbe stata necessaria la valutazione d'incidenza da parte della stessa Regione.
E, contestualmente a ciò, è stato redatto il progetto HASCITU, un database cartografico in cui poter vedere la localizzazione dei diversi habitat per i quali possa o meno essere richiesta la Relazione d'Incidenza.
Il tutto per poter armonizzare le esigenze e le possibilità previste dal Regolamento Forestale della Toscana 2003/48/R con i vincoli e le necessità previste prima dalla LR 56/2000 e, successivamente, dalla LR 30/2015.
Tale tentativo di trovare armonia fra economia, natura e leggi è tuttora in corso e, pensiamo, dentro a un processo per cui sia opportuna la giusta maturazione come i necessari aggiustamenti.
Questa lettera nasce dall'esigenza di far emergere pubblicamente una serie di difficoltà e problematiche, scaturenti dalla pratica empirica, cui le aziende forestali che operano in zona si trovano a affrontare, talvolta senza una sufficiente e opportuna relazione negoziale e dialettica con gli Enti suddetti necessaria al fine di raggiungere il miglior risultato per tutti.
Tale istanza nasce infatti sia per ragioni (ineludibili) di merito, ma anche per questioni di metodo che attengono essenzialmente a una difficile quando carente possibilità di negoziazione di tutta una serie di visioni/punti di vista/prescrizioni che finiscono col divenire, quasi sempre, (seppur legittime) imposizioni cui le Ditte, per ovvia e manifesta subalternità istituzionale, devono soggiacere.
E siccome le questioni, in ambito selvicolturale, sono anche e spesso frutto di visioni lecitamente arbitrarie, le scelte di orientamenti e/o indirizzi, pensiamo, debbano essere frutto anche di un eventuale percorso di condivisione e/o dialettica fra le parti, pena il rischio di un possibile sbilanciamento che non può che impoverire il dialogo e rischiare di alimentare equivoci o incomprensioni.
Il tutto senza peraltro sottolineare come il rapporto con gli Enti cui è rivolta questa lettera non è solamente e sempre di scarsa comprensione o distanza. Soprattutto nel versante pisano, pur con tutte le tematiche critiche emergenti come più avanti riportato, permane una relazione tenuta in piedi anche dalla presenza fisica sul posto dei funzionari preposti con visite sul territorio e sopralluoghi, aspetto affatto inutile e comunemente assente per l’area fiorentina.
Nondimeno, al netto delle questioni poste in questo documento, non pochi orientamenti e indirizzi di gestione, licenziati dai suddetti Enti, trovano concordi le aziende forestali nell’ambito di un’armonizzazione ricercata e di un coordinamento di gestione dell’intera area.
La questione che vogliamo far emergere è che le istanze che qui presentiamo non sono solo il frutto degli interessi di parte, molto spesso anche legittimi, delle aziende quanto il tema, ben più ampio, di ciò che possa significare “Conservazione della Natura”. Le prescrizioni imposte dagli Enti, soprattutto nell'ultimo periodo, oltre ad andare infatti spesso in palese conflitto con le esigenze economiche delle aziende, definiscono un campo di tesi e di interventi che, pensiamo, siano il risultato di una visione quantomeno parziale di quello che possa significare conservazione degli elementi naturalistici delle Cerbaie.
In altre parole, molte delle imposizioni cui le aziende devono soggiacere NON SI SA se contribuiscano e quanto alla difesa/tutela/conservazione della Natura, ma sono solo spesso, UN PUNTO DI VISTA, non sufficientemente confortato da asserzioni oggettive, tanto più privo di una struttura operativa di gestione e monitoraggio della ZSC.
Sì, perché le ZSC, oggi, in Toscana, NON SONO GESTITE, nel senso di organizzate secondo un sistema di studio/monitoraggio/azione aggiornato in merito alle risorse naturali da preservare e agli interventi da attuare.
Nessuno, ad esempio, conosce l'entità attuale delle popolazioni di specie vegetali e animali di pregio presenti... le loro localizzazioni, i dinamismi cui possono andare incontro secondo determinati interventi o non-interventi... chi sa dove si situa, ad esempio, il Leucojum vernum, il Tilia cordata, lo Sphagnum palustre... Non certo gli Enti preposti, non certo HASCITU, spesso nemmeno corrispondente alla situazione forestale del territorio reale... chiaramente neanche le Ditte boschive se per questo…
Però, dato che le visioni lecite in selvicoltura possono essere le più varie e che chi deve amministrare e prescrivere non ha, ad oggi (perché non le ha nessuno), le necessarie conoscenze reali e puntuali delle risorse del territorio, ci permettiamo di porre all'attenzione una serie di questioni che, da un lato, hanno riscontri concreti sulla vita delle aziende forestali e, dall'altro, si pongono, nei confronti della tutela naturalistica, come temi sui quali attivare una discussione al fine di originare percorsi comuni di conoscenza e condivisione.
I Punti principali per i quali rivendichiamo un cambiamento sostanziale e non più rimandabile, sono relativi alle Misure di conservazione della ZSC “Cerbaie” previste nella DGR 1223/2015 e nel Piano di Gestione del SIC Cerbaie.
1) Consorzio Forestale delle Cerbaie - Fucecchio (FI)
2) Azienda “Rimorini Legnami” - Fucecchio (FI)
3) Società Agricola “Bini” s.s. - Monsummano Terme (PT)
4) Azienda Agricola “Monica Zaccaria” - Fucecchio (FI)
5) Ditta Boschiva “Riccardo Cristiani” - Staffoli (PI)
6) Ditta Boschiva “Marco Cavallini” - Santa Colomba (PI)
7) Ditta Boschiva “Valdarno Funghi” - Fucecchio (FI)
8) Ditta Boschiva “Luca Ballini” - Santa Maria a Monte (PI)
9) Ditta Boschiva “Kodraj Pllumb” - Castelfiorentino (FI)
10) Ditta Boschiva “Elton Legnami” - Fucecchio (FI)
11) Azienda Agricola “Fuoricampo” - Collesalvetti (LI)
12) Ditta Boschiva “Pici Alban” - Larciano (PT)
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