Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
di Paolo Mori
Ci abbiamo provato in Italia eccome se ci abbiamo provato a rendere più efficiente e trasparente il mercato del legno. Lo abbiamo fatto poiché è stato chiaro a molti, almeno negli ultimi 25-30 anni e soprattutto a scala regionale, che la valorizzazione dei prodotti della selvicoltura fosse il modo più efficace per dare gambe ad una gestione migliore del nostro patrimonio forestale. I tentativi sono stati relativamente numerosi, eppure tutti, compresi noi di Compagnia delle Foreste nei primi anni 2000, abbiamo fallito.
Se si fa eccezione per “Legno Trentino”, condotto dal 1994 dalla CCIAA della Provincia Autonoma di Trento, e pochissimi altri casi, molto locali, non c’è un progetto finalizzato a rendere più efficienti le connessioni tra produttori e trasformatori di legno di origine italiana che sia ancora attivo a pochi anni dalla sua nascita.
Eppure non ci arrendiamo, anzi, è determinante che non ci si arrenda ai fallimenti che abbiamo subito, poiché un mercato dei prodotti legnosi efficiente è effettivamente la chiave per la sostenibilità, non solo della selvicoltura in Italia, ma anche della trasformazione italiana del legno nel Mondo. Chi ha progettato la SFN lo ha ben chiaro e ha usato l’Azione Strategica 5 per descrivere gli obiettivi che è importante raggiungere.
Venerdì 16 dicembre il Ministro Francesco Lollobrigida ha fatto pubblicare nel sito web del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) la road map1 per dotare l’Italia di un Cluster Nazionale Filiera-legno italiano dando inizio al perseguimento degli ambiziosi e irrinunciabili obiettivi dell’Azione Strategia 5 della SFN. Il documento che descrive la road map individua un percorso caratterizzato da 4 passaggi chiave:
La road map pubblicata dal MASAF ovviamente ha alla base un documento più ampio che descrive con maggior dettaglio l’idea da cui si può partire per dare origine al Cluster Nazionale Foresta-legno italiano.
Nel documento emerge chiaramente la volontà di connettere nel più breve tempo possibile il Cluster Nazionale Foresta-legno italiano alla ECCP, poiché potrebbe effettivamente portare sia opportunità economiche dirette che relazioni con cluster di altri Paesi europei con cui costruire progetti comuni.
L’organizzazione del Cluster Nazionale si ritiene debba essere ispirata al sistema Hub & Spoke3 (proprio così, ancora un inglesismo!). In sostanza si tratta di:
Non si cercherà di coinvolgere chiunque nel gruppo degli Spoke che costituiranno le propaggini locali dell’Hub. Le porte saranno aperte a chi è effettivamente interessato, ma non a curiosi o perditempo. In altre parole, potrà partecipare chi sarà disposto ad investire realmente nel cluster, non con dichiarazioni d’intenti, ma con fatti che si traducono in contributi finanziari (minimi in realtà!) e disponibilità di personale che possa svolgere attività a livello locale e/o nazionale.
Mappa dei cluster potenzialmente affini al tema Foresta-legno italiano contenuta nel documento di supporto alla road map.
Chi avrà l’interesse o la curiosità di leggere il documento che sta alla base della road map dovrà farlo con lo spirito con cui si leggono i piani imprenditoriali (meglio noti come business plan) che spesso vengono richiesti per poter ottenere un finanziamento da una banca, il sostegno da un fondo privato per imprese innovative o da un gruppo di potenziali soci. Si tratta di documenti in cui ad una base di informazioni, che in fase di impostazione si cerca di allargare quanto più possibile, si affianca una significativa quantità di immaginazione su ciò che potrà divenire quanto si propone di attuare. Per questo nel documento si trovano illustrate e motivate le volontà organizzative sintetizzate poco sopra, ma anche molte ipotesi, in certi casi teoriche, in altri azzardate, in altri ancora molto prudenziali. Se qualche imprenditore dovesse dare peso a queste parti, senza considerare che la pre-progettazione, obiettivo della prima fase della road map, non è ancora iniziata, potrebbe avere molti dubbi sull’efficacia futura del Cluster Nazionale Foresta-legno italiano. Ma proprio perché gli imprenditori dovrebbero essere abituati a predisporre o a interpretare i piani imprenditoriali è necessario che sostengano questa iniziativa, concedendo fiducia a chi la condurrà e partecipando attivamente affinché la prima fase della road map riduca gli elementi di incertezza e contenga ancora più elementi di sostanza e di operatività di carattere imprenditoriale.
Se si leggono gli obiettivi dell’Azione Strategica 5 (bastano e avanzano 3 minuti), ci si accorge subito che sono giustamente ambiziosi e molto connessi all’attività imprenditoriale che vorremmo caratterizzasse la filiera foresta-legno italiano. Gli imprenditori, quindi, dovrebbero impegnarsi ad essere protagonisti di questa iniziativa non solo fruitori in attesa che arrivino opportunità dall’alto. Senza il contributo di chi agisce per lavoro nel sistema foresta-legno italiano attuale, sarà molto difficile che se ne possa costruire uno migliore in futuro. Lo stesso però vale per i proprietari di foreste e non solo per quelli privati, ma anche per quelli pubblici. In molti casi infatti i proprietari pubblici sono i più importanti possessori di boschi della propria regione, raramente però riescono a svolgere quel ruolo di riferimento e di traino che idealmente potrebbero svolgere nei confronti dei proprietari privati. Questa della costruzione del Cluster Nazionale Foresta-legno italiano potrebbe essere l’occasione giusta per iniziare a svolgere tale ruolo. In Italia, per quanto isolati e pochi rispetto al quadro nazionale, esistono già dei casi virtuosi di buona gestione, sia nel privato che nel pubblico. Da quelli si può iniziare e proprio loro non devono tirarsi indietro, poiché per quanto siano già efficienti, la partecipazione al Cluster potrà migliorare i loro risultati di gestione e al tempo stesso la loro esperienza farà crescere tutti, sia sul piano della produzione di beni che su quello dei servizi alla collettività.
Bene quindi che ci sia stata l’apertura del MASAF alla costruzione del Cluster Nazionale Foresta-legno italiano, ma è importante fare attenzione e partecipare attivamente alla prima fase della road map, poiché iniziare con il giusto livello di collaborazione e consapevolezza potrebbe rivelarsi determinante per una pre-progettazione in grado di vincere una sfida che purtroppo abbiamo già perso molte volte.
1 Micro polemica: chissà perché si sceglie di usare sempre questi inglesismi quando al posto di road map di potrebbe scrivere “il piano” oppure “la strategia” o altro ancora, per esprimere lo stesso insieme di azioni finalizzate a raggiungere un risultato. Diverso l’uso nel documento e in questo articolo dell’inglesismo “cluster” che potrebbe essere necessario per allinearsi alla nomenclatura europea e facilitare la riconoscibilità di ciò che ci accingiamo a fare da parte del sistema ECCP (European Cluster Collaboration Platform).
2 https://reporting.clustercollaboration.eu/zone/in-europe#
3 Sistema di gestione e sviluppo delle reti nel quale le connessioni si realizzano, usando per analogia un’espressione riferita alla ruota della bicicletta, dallo spoke («raggio») verso l’hub («perno») e viceversa. Tale modello viene utilizzato, per es., nella gestione delle reti di telecomunicazione e di trasporti aerei.
4 Gruppo ancora non meglio identificato o numericamente quantificato, sarà necessario il completamento della prima fase della road map per la definizione del primo gruppo di cluster locali connessi alla filiera foresta-legno italiano che potranno e vorranno entrare a far parte del Cluster Nazionale.
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