Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
In molti già la chiamano “piccola Vaia”, a causa dei danni che ha provocato, in una manciata di minuti, nelle aree già devastate dalla nota tempesta mediterranea di fine 2018.
Questa volta si è trattato probabilmente di una tromba d’aria, o meglio di un “downburst”, fenomeno meteorologico caratterizzato da forti raffiche di vento discensionali in uscita dal fronte di un temporale che, dalle 17.30 di martedì 18 luglio e per circa mezzora, ha colpito duramente l’ampia area geografica delle Dolomiti.
Le raffiche di vento sono state di 100-150 km/h e a farne le spese, oltre ad alcuni tetti, molti alberi isolati e ampie porzioni di bosco, proprio come accaduto nel 2018 anche se in scala per fortuna ridotta.
In una nota il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha spiegato che: “Su gran parte dell'area dolomitica bellunese si è scatenato un vento violento, accompagnato da grandine. Alcuni versanti di bosco colpiti dal vento sono stati quasi completamente abbattuti. Immagini che ricordano, con le dovute proporzioni, quanto accaduto con Vaia".
Anche da Veneto Strade SPA una dichiarazione che rende l’idea della gravità del fenomeno: “Oggi pomeriggio una grandinata molto violenta accompagnata da fortissime raffiche di vento ha di nuovo colpito il bellunese, nel Comelico, Agordina, Cadore, Valbelluna. Situazione che ha riportato il pensiero ai tragici momenti di Vaia del 2018. Oggi agli occhi dei cittadini si è riproposta quella stessa situazione, con alberi caduti su case, strade, automobili. Ancora una volta tetti scoperchiati, pali dell’elettricità divelti e boschi devastati”.
Il fenomeno meteorologico estremo non ha colpito però solo il Cadore e il Comelico, come sembrava dalle prime notizie, ma anche le Valli di Fiemme e Fassa e il Primiero in Trentino, ampie aree dell’Alto Adige e il Friuli.
In queste prime ore dopo l’evento si stanno contando i danni, che sembrano molto ingenti anche se concentrati in determinate fasce maggiormente colpite.
Abbiamo contattato telefonicamente Luca Canzan, tecnico forestale e anima del CIFORT - Consorzio Imprese Forestali del Triveneto, che ci ha spiegato le sue impressioni a caldo: “Dalle prime notizie che arrivano dalle imprese delle valli dolomitiche si parla di danni a macchia di leopardo, con porzioni di bosco abbattute e soprattutto tante punte di abeti spezzate. Tra le imprese boschive c’è una sensazione di amarezza diffusa, ci sentiamo inermi di fronte a questo genere di eventi sempre più frequenti. Probabilmente dal punto di vista sia numerico che visivo l’impatto sarà molto meno pesante di Vaia, ma la paura è che i danni siano piccoli e sparsi, con evidenti difficoltà a recuperare il materiale e la paura di nuove successive ondate di bostrico. L'aspetto che più ci preoccupa è che questo nuovo evento estremo si somma ad una situazione già fuori controllo, soprattutto per quanto riguarda l'infestazione di bostrico. La sensazione è di non riuscire a stare al passo con la gestione dell'emergenza e questo, oltre alle problematiche ambientali e paesaggistiche, si ripercuote anche sull'economia delle imprese e dei territori. Ci sarebbe un enorme bisogno di supporto da parte della politica, anche a livello nazionale: stiamo ormai operando giornalmente in una situazione emergenziale".
Condividiamo alcuni video che stanno girando sul web e rendono l'idea della violenza dell’evento.
Foto: Dolomiti Meteo
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