Pillole forestali dall’Italia #07 - Il futuro della professione e altre notizie di ottobre

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti alla settima edizione di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
AGRONOMI E FORESTALI: 5 PUNTI PER IL FUTURO DELLA PROFESSIONE
Si è svolto a Firenze, negli scorsi giorni, il 18° Congresso Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali, che ha visto la partecipazione di oltre 450 persone tra i congressisti e i tanti ospiti esterni coinvolti.
I lavori dell’ultima giornata si sono conclusi con la sintesi delle 5 tesi congressuali, che porterà alla redazione della “Carta di Firenze”, un documento programmatico che delineerà l’azione dell’Ordine nei prossimi anni. Ci sembra utile e interessante sottolineare, tra le tesi presentate nel breve documento chiamato di sintesi del Congresso intitolato “Immaginare il futuro del Paese”, i temi più interconnessi alle foreste e la loro gestione.
Innanzitutto, nel primo punto si parla di migliorare l’offerta formativa a livello di corsi professionalizzanti e lauree abilitanti, ma anche di incrementare la formazione post-laurea. Sappiamo quanto questo sia fondamentale, visto il talvolta scarso collegamento tra accademia e mondo operativo, e aggiungiamo che per il nostro settore sarebbe fondamentale anche omogenizzare i programmi di base dei corsi di laurea forestali, garantendo un adeguato insegnamento di alcune materie essenziali per la professione.
Nel secondo punto viene affrontato il tema del verde urbano, un ambito di sempre maggiore interesse che coinvolge direttamente anche le conoscenze forestali e che a nostro avviso dovrebbe vedere sempre più riconosciuto il ruolo di Agronomi e Forestali da parte delle altre categorie professionali coinvolte, a partire dagli Architetti. Collegandosi al punto precedente però, anche su questo tema occorrerebbe un maggiore investimento in formazione.
Il terzo e quarto punto toccano temi centrali sia per l’agricoltura che per il mondo della gestione forestale: agroenergie, economia circolare e strumenti finanziari. Interessante e più che condivisibile la visione della figura del Dottore Agronomo e Forestale come raccordo di esperienze e opportunità, in pratica come “animatore territoriale”, una figura che spesso con Sherwood abbiamo cercato di raccontare e valorizzare.
Il quinto punto infine è quello più strettamente forestale e lo leggiamo per intero perché non ha bisogno di ulteriori commenti: “La gestione delle foreste sarà sviluppata tramite i piani forestali ed i piani di indirizzo territoriale. Per questo motivo diventa impellente fare rete tra i professionisti e aprire un dialogo con le amministrazioni affinché si sviluppi un linguaggio comune, oltre che si proceda allo snellimento burocratico ai fini autorizzativi”.
Per approfondire:
VAIA: IL REPORT FINALE DELLA P.A. DI TRENTO
Il Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento ha pubblicato il Report finale sullo stato di attuazione del Piano d’Azione per la gestione degli interventi di esbosco e ricostituzione dei boschi danneggiati dalla Tempesta Vaia.
Il Report, di oltre 170 pagine, è molto approfondito, interessante e completo e non rappresenta a nostro avviso solo un “contenitore di informazioni” ma anche un “metodo”, da analizzare e studiare per prepararsi ad altre situazioni di criticità che purtroppo, a causa della crisi climatica, potrebbero ripresentarsi sui territori forestali di tutta Italia. Per questo consigliamo la visione e la lettura non solo ai tecnici trentini ma anche a tutti coloro che si occupano di gestione forestale.
Riportiamo alcuni numeri di sintesi dal Report trentino.
Sono stati 4.098.722 i metri cubi tariffari di legname abbattuto dalla tempesta, per una superficie complessiva danneggiata di 19.800 ettari. Di questo volume, il 76% è stato utilizzato e venduto, si tratta però del 95% del volume potenzialmente utilizzabile data viabilità e orografia. Sono stati poi realizzati interventi di ripristino, adeguamento e nuova realizzazione di infrastrutture forestali per una spesa totale di quasi 22 milioni di euro: quasi 2.500 km di strade ripristinate e 23 ha circa di piazzali. Più di 8 milioni di euro soso stati invece investiti con incentivi a favore di proprietari e imprese, anche attraverso il PSR, e la capacità vivaistica è passata da 150.000 piantine prodotte nel 2020 a 480.000 previste per il 2023.
Questi sono solo una piccolissima parte dei numeri presenti in questo Report davvero interessante, che vi invitiamo a scaricare.
Per approfondire:
FILIERE LEGNO-ENERGIA IN ABRUZZO?
“C’è speranza per lo sviluppo di una filiera forestale in Abruzzo? Poche, visto come il settore è ormai schiacciato e soffocato da burocrazie ed ottuso conservatorismo”. Con queste parole nette e amare si apre l’ultima newsletter del progetto “Filiere Energetiche del GAL Terre d'Abruzzo”.
Si tratta di un progetto finanziato dal PSR che si è prefissato di elaborare uno studio di fattibilità per la creazione di una filiera locale legno-energia sui territori del GAL. L’area del GAL Terre d’Abruzzo è caratterizzata da oltre 68.000 ettari di superficie forestale, pari al 48% circa del territorio, con prelievi che, secondo i responsabili del progetto, non raggiungono il 5% dell’incremento. Per questo la proposta del progetto, sulla base di uno studio presentato in conclusione delle numerose attività messe in campo, è quella di incrementare la gestione di queste superfici forestali per attivare filiere locali, in particolare a fini energetici, riducendo così la dipendenza dei territori rurali dalle fonti fossili e facendo fronte all’attuale crisi energetica.
Come evidente dalla frase letta in apertura di questa notizia, la proposta del GAL si scontra nettamente con una politica regionale molto volta alla conservazione e con una legge regionale, quella abruzzese, che viene definita come “fuori dal tempo” dai promotori del progetto finanziato dalla Regione stessa.
Non vogliamo entrare nel merito, né prendere posizione, su una situazione locale che meriterebbe pagine e pagine di analisi e commenti, ma è interessante conoscere l’esistenza di questo aspro conflitto in atto in Abruzzo, perché è specchio di uno scontro più ampio che coinvolge direttamente il nostro settore in tante aree e che merita, a nostro avviso, profonde riflessioni dall’una e dall’altra parte.
Sul sito del progetto è possibile visionare e scaricare, oltre che il materiale del webinar conclusivo, anche lo studio territoriale realizzato dal GAL Terre d’Abruzzo.
Per approfondire:
LE NUOVE SFIDE DI AIEL
AIEL - Associazione Italiana Energie Agroforestali, ha concluso l’assemblea annuale dei soci ricapitolando le tante azioni messe in campo negli ultimi mesi e dichiarando importanti obiettivi per il prossimo futuro. In questa notizia ci concentriamo proprio su questi ultimi.
Innanzitutto, proseguirà l’attività del Gruppo di lavoro sul tema “Sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”, coordinato proprio dall’Associazione presso il Ministero delle politiche agricole e della sovranità alimentare. Si tratta di un’importante opportunità per puntare ad una maggiore integrazione di tutta l’economia forestale, in particolar modo nell’ottica dell’applicazione del principio dell’uso a cascata del legno e per evitare storture nell’utilizzo delle biomasse legnose a scala nazionale.
AIEL si concentrerà poi sul ripristino dell’IVA agevolata sul pellet al 10%, proponendo di inserire questa misura in modo strutturale già dalla legge finanziaria 2023.
Infine, l’Associazione seguirà con attenzione anche l’auspicato aggiornamento del PNIEC, il Piano Energia e Clima, un documento fondamentale per la programmazione degli obiettivi energetici nazionali al 2030 la cui revisione è finora purtroppo rimasta al palo. AIEL intende riconfermare la propria richiesta di portare a 16,5 Mtep il livello obiettivo di energia termica prodotta da bioenergie contro gli attuali 7,7 Mtep, quindi più che raddoppiare il valore previsto. Attenzione però, non si tratta affatto di raddoppiare i prelievi legnosi! Bensì di valorizzare maggiormente gli scarti legnosi agricoli e quelli urbani puntando contestualmente sull’efficientamento energetico degli edifici.
Delle 16,5 Mtep previste, 8,5 dovrebbero derivare da biomasse legnose. Secondo questa proposta le bioenergie potrebbero arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da rinnovabili nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali lordi al 2030. Un valore decisamente importante che dimostra quanto le biomasse legnose siano importanti nel mix della transizione ecologica.
Per approfondire:
FORESTAZIONE URBANA E PNRR: A CHE PUNTO SIAMO?
Lo scorso 11 ottobre il Ministero per la Transizione Ecologica ha aggiornato la pagina relativa all’Avviso per la presentazione di proposte di intervento di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana, con un budget da 330 milioni di euro di fondi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di cui 30 milioni relativi a progetti in essere già precedentemente avviati.
L’avviso, già pubblicato in precedenza, era destinato alle 14 città metropolitane italiane che hanno già presentato i progetti per l'annualità 2022. Per ogni città era fissato un importo complessivo, distinto per annualità, e un numero prefissato di alberi da mettere a dimora. L’obiettivo totale del Ministero è di piantare almeno 1.650.000 piante nel 2022, altrettante nel 2023 e 3.300.000 nel 2024. Questi numeri derivano da un “Piano di forestazione” che appare molto approfondito e che è allegato all’Avviso.
I 35 progetti ritenuti ammissibili per l'annualità 2022 vanno addirittura oltre le aspettative: si parla di 2.083.680 piante da mettere a dimora in questa prima fase.
Le cifre in gioco e i numeri target sono davvero imponenti per un piano di lavoro dell’orizzonte così breve; come già ricordato in un numero precedente di questa rubrica, relativamente al Bando PNRR sulla riqualificazione del Po, ci auguriamo che queste importanti e rare risorse non siano sprecate e che, come sottolineato dalla prima notizia sul Congresso di Agronomi e Forestali, le figure professionali e le esperienze virtuose già presenti nel nostro settore, che in Italia certo non mancano, siano direttamente coinvolte e valorizzate al massimo anche in questo progetto.
Per approfondire:
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