Le foreste nel metaverso
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di Andrea Barzagli - Redazione di Sherwood
Una recente pubblicazione, curata dal CREA Foreste e Legno assieme all’Accademia Italiana di Scienze Forestali, ha raccolto i contributi di oltre 40 esperti per tracciare “Prospettive e potenzialità della digitalizzazione del settore forestale in Italia”. Si parla di precision forestry, precision harvesting, di algoritmi, di strumenti laser per il monitoraggio dei soprassuoli, di sistemi informatici di supporto alle decisioni o alla tracciabilità dei prodotti legnosi. Tutti temi che un tempo potevano sembrare lontani dal settore, ma che ormai da anni rappresentano la normalità della gestione e delle utilizzazioni forestali.
Una delle avanguardie di questo processo di digitalizzazione è quella relativa all’uso della realtà virtuale, dei Digital Twin e delle tecnologie di simulazione per la formazione, la didattica e la fruizione da remoto.
Di norma, chi studia o lavora nel settore forestale ha fatto questa scelta mosso anche da un desiderio di passare del tempo all’aria aperta, di fare del bosco il proprio ufficio, la propria aula. Per chi, come me, ha studiato scienze forestali a Firenze, quelli dei giorni spesi al Paradisino, immersi nella Foresta di Vallombrosa, restano infatti i ricordi migliori di tutto il percorso universitario. Ma oggi qualcosa sta cambiando e anche il nostro settore, storicamente reticente all’innovazione, si sta proiettando nel futuro. È possibile, infatti, passeggiare in un bosco, esplorare un cantiere forestale, imparare a guidare un harvester o ad usare una motosega, il tutto comodamente seduti in aula, o anche a casa.
Gli applicativi forestali al momento disponibili sembrano ancora soffrire di alcune lacune, ma lo sviluppo del metaverso sta procedendo in tutti i campi e anche quello forestale farà sicuramente molto presto ulteriori passi in avanti.
Quindi, per la formazione universitaria o professionale non si andrà più in bosco?
Questa è la prima domanda che viene in mente trattando l’argomento e, fortunatamente la risposta è “no”. Quello su cui i vari laboratori stanno investendo è un’esperienza virtuale che, integrandosi ad esempio con la normale didattica in presenza (in aula e ... in bosco!), permetta agli studenti di aumentare il numero di situazioni con le quali confrontarsi e che, a causa di spazio o tempo limitato, non riuscirebbero a condensare nelle poche occasioni di esercitazione in bosco. Ma le potenzialità di questi strumenti non si fermano certo alla didattica universitaria, gli applicativi dedicati alla formazione degli operatori forestali permettono di fare esperienza nell’uso dei macchinari e delle attrezzature, sperimentando situazioni di particolare stress, ad esempio legate al tipo di soprassuolo o alle condizioni meteo, annullando al contempo il rischio legato a lavorare fisicamente in questi contesti e raccogliendo dati utili a rendere più efficiente e sicuro il lavoro.
Lo scopo di questo Focus, insufficiente per esplorare a fondo la materia, è quello d’incuriosire i lettori sulle potenzialità del metaverso e della realtà aumentata. Oltre agli esempi riportati, ci sono infatti laboratori che stanno lavorando alla modellizzazione di alberi, singoli o a gruppi, da vendere alle aziende che creano ambienti digitali, applicativi per far godere dei benefici legati alla forest therapy anche a coloro che non posso uscire dall’ospedale e tanti altri ancora.
Gli alberi e le foreste, nel mondo digitale, sono sempre stati un pattern di sfondo, piatto e a bassa risoluzione: che sia arrivato il momento di farli emergere e diventare parte integrante anche del nuovo metaverso?
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