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Il futuro “forestale” delle città

Sherwood #268 - Futuro verde delle città

Questa è l'introduzione al FOCUS pubblicato sul numero 268 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.

di Andrea Barzagli - Redazione di Sherwood

Una rapida ricerca su Internet, con parole chiave “città” e “alberi”, ci dà subito un’idea di quanto (ma anche di come) sia attenzionato al momento attuale il tema del verde urbano. Tra i primi risultati troveremo le classifiche delle città più “verdi” del mondo, varie call to action per contribuire a piantare alberi e liste dei benefici derivanti dalla loro presenza in città. Una grande sensibilità ed interesse anche da parte del grande pubblico, interesse che spesso, però, si ferma in superficie: ci basti pensare a quanto veloce si cambia idea sull’importanza degli alberi quando questi, per cause delle più disparate, iniziano a cadere.

Fortunatamente: sotto questo strato di informazione più o meno “acchiappa like”, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un concretizzarsi dei progetti legati alla gestione e alla pianificazione dell’infrastruttura verde delle città. Gruppi di esperti, riunendo competenze trasversali che vanno dall’architettura alla sociologia, passando per le scienze forestali, lavorano per immaginare, disegnare e creare il futuro verde delle nostre città. Missione fondamentale se pensiamo che già oltre la metà della popolazione mondiale vive in contesti urbani, territori che pur rappresentando nel mondo solo il 3% dell’uso del territorio, consumano gran parte dell’energia e contribuiscono per il 70% alle emissioni di gas serra. La crisi ambientale attuale è in larga parte causata dai sistemi urbani come li abbiamo concepiti e realizzati fino ad oggi e che necessitano di un cambio di paradigma che metta gli alberi, le foreste e il legno al centro del dibattito sul futuro delle città.

Uno dei contesti nei quali questo dibattito viene portato avanti da anni è quello del World Forum on Urban Forests (WFUF), la cui seconda edizione si è svolta a Washington D.C. ad Ottobre 2023. Partecipanti da tutto il mondo si sono riuniti per ribadire il valore delle foreste urbane come risorsa strategica per rendere le città più sane, inclusive e resilienti. Nel contributo che apre questo Focus, Fabio Salbitano ed Elena Di Pirro ci riportano le principali sfide trattate durante l’evento e i concetti chiave della Washington Declaration, il documento di indirizzo prodotto dai partecipanti e del quale forniscono una traduzione dei contenuti.

Altro punto nevralgico del Forest Based Thinking è la sede Biocities inaugurata a Roma dall’European Forest Institute (EFI). Il contributo firmato da Giuseppe Scarascia-Mugnozza e Livia Podestà è dedicato a questa nuova facility che nasce con l’obiettivo di sviluppare attività di ricerca, di comunicazione e di divulgazione riguardanti il contributo che alberi, foreste, legno e altre materie prime rinnovabili possono fornire per trasformare le nostre città. Abbiamo approfittato per chiedere loro anche quale può essere il ruolo dei tecnici forestali in questa “rivoluzione urbana” e (spoiler) le loro competenze sono fondamentali.

A chiudere il Focus due esempi di progetti italiani, Parco Italia e Forestami, firmati rispettivamente da Marco Marchetti e Maria Chiara Pastore, e una riflessione sul passato, presente e futuro del WFUF con le parole Di Simone Borelli, Michela Conigliaro E Luca Lombi della FAO.

A colpire di più è come il fervente dibattito che si sta sviluppando coinvolga tutti gli ambiti in modo interdisciplinare; ne sono un esempio gli studi su quanto una gestione inadeguata del verde urbano può portare all’adozione di approcci guidati dal mercato che portano a fenomeni di gentrificazione, alla riduzione dell’accesso, allo spopolamento di alcuni quartieri e all’aumento delle disuguaglianze sociali. Tutto questo mescolarsi di competenze e punti di vista non può che giovare anche alle foreste vere e proprie. Le città possono infatti diventare laboratori in cui i tecnici forestali portano le proprie competenze e apprendono da altri settori nozioni utili ad innovare la gestione anche negli ambiti rurali e forestali, ma anche una “vetrina” attraverso la quale gli abitanti delle città possono avere l’occasione per entrare in contatto con “quella sconosciuta” che è per molti la Gestione Forestale Sostenibile.

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