Il Consiglio Ambiente UE approva la proposta di nuovo regolamento sulla deforestazione
Il Consiglio Ambiente dell’Unione Europea del 28 giugno scorso ha approvato il testo per una proposta di nuovo Regolamento relativo alla messa a disposizione sul mercato dell'Unione e all'esportazione dall'Unione di determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale. Della proposta ne avevamo parlato qui, con un contributo di Angelo Mariano (Conlegno - Monitoring Organisation EUTR), pubblichiamo adesso un aggiornamento sugli ultimi sviluppi a cura di Enrico Pompei (Direttore Ufficio DIFOR II - Politiche forestali nazionali ed internazionali. Direzione Generale Economia Montana e Foreste – Mipaaf)
Un regolamento contro la deforestazione importata
La nuova proposta di Regolamento, avanzata dalla Commissione europea alla fine del 2021, mira a vietare che vengano immessi sul mercato dell'UE o esportati dall'UE, prodotti che abbiano causato deforestazione o degrado forestale durante la loro produzione, con particolare riferimento a prodotti agricoli quali olio di palma, cacao, caffè, soia, legno e carne bovina (inclusi i derivati come ad es. il cuoio, i mobili, ecc.).
L’obiettivo è quindi quello di controllare il commercio dei prodotti sopra citati, azione che avrà un impatto molto forte sul sistema agrifood in quanto include un numero enorme di prodotti agroalimentari (si pensi, tra gli altri, alla presenza della soia e dei suoi derivati, anche nell’alimentazione del bestiame). Da sottolineare inoltre che il nuovo regolamento abrogherà il precedente Regolamento legno (EUTR n. 995/2010) le cui prerogative saranno integrate nel nuovo articolato, con i controlli di dovuta diligenza (due diligence) sia sulla merce importata che su quella messa in commercio sul territorio europeo, quindi anche prodotta in Italia.
Elementi fondamentali della proposta sono le definizioni di “deforestazione” (definizione FAO unanimemente riconosciuta) e di “degrado forestale”. Quest’ultimo nel testo finale è stato individuato come il passaggio di una foresta primaria a piantagione forestale o ad altre terre boschive (Other Wood Land – OWL, definizione FAO), definizione sulla quale sono sorti molti contrasti tra i Paesi membri. Alcuni dei firmatari dell’Amsterdam Declaration Partenrship (ADP), Italia compresa, hanno spinto per includere nel Regolamento anche le foreste a rigenerazione naturale tra quelle oggetto di possibile “degrado forestale”; chiedendo allo stesso tempo che altri prodotti (in particolare la gomma) venissero inclusi nella lista di quelli oggetto dei controlli. Tali proposte, che hanno trovato lo sbarramento degli altri Paesi membri, verranno ridiscusse alla fine del primo periodo di valutazione del Regolamento, due anni dopo la sua entrata in vigore.
I controlli si baseranno su una classificazione dei Paesi di produzione in classi di rischio: basso, standard ed elevato, con controlli su base percentuale solo nelle ultime due classi. Anche su questo tema i Paesi ADP hanno chiesto di inserire percentuali fisse di controlli su tutte le classi di rischio, anche quella a rischio basso, ma senza ottenere successo, almeno in questa fase.
Attenzione particolare è stata dedicata agli adempimenti a carico delle piccole e medie imprese (PMI) che beneficeranno di particolari agevolazioni, mentre uno specifico riguardo è stato posto nell’ evitare duplicazioni nella presentazione delle certificazioni di due diligence lungo la filiera di produzione e commercio dei beni oggetto del regolamento.
Un importante riconoscimento, richiesto con forza anche dall’Italia, è stato quello dei diritti umani e delle popolazioni indigene (secondo i riferimenti delle Nazioni Unite), ripresi in diverse parti dell’articolato.
A livello nazionale i lavori sono stati coordinati e realizzati dal Mite, Ministero competente per materia, in stretta collaborazione con il Mipaaf - Direzione Foreste.
I prossimi passi per contrastare la deforestazione
I prossimi passi vedranno la discussione del testo in sede di Parlamento europeo che dovrebbe adottare la sua posizione sulla tematica nella plenaria del 12 settembre 2022, per poi passare in sede di “trilogo” (Parlamento, Consiglio e Commissione europea) per la definizione del testo finale, che potrebbe essere definito per la fine dell’anno. In queste fasi si spera che potranno essere apportati importanti miglioramenti del testo in particolare per la definizione degli ecosistemi esclusi, del “degrado forestale” e del livello minimo obbligatorio di controlli sulla due diligence, da effettuare su tutte le categorie di rischio.
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