Pillole forestali dall’Italia #23 - Una spinta al legno locale e altre notizie di luglio

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 23 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italia, che ringraziamo per aver scelto di sostenere il nostro lavoro.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
L’ITALIA HA UN CLUSTER NAZIONALE SUL LEGNO
Non possiamo che iniziare questa nuova edizione delle Pillole con una grande notizia che ha avuto giustamente molto risalto, negli scorsi giorni, anche sui media generalisti. Il 20 luglio scorso, a Roma, presso il Masaf e alla presenza del Ministro Lollobrigida, è stato infatti firmato il protocollo di intesa che ha dato il via al primo Cluster italiano del legno.
Creare e strutturare un Cluster nazionale del legno era una delle “azioni strumentali” della Strategia Forestale Nazionale, come ha ricordato, alla giornata di presentazione di questa iniziativa, Alessandra Stefani, Direttrice della Direzione Generale Economia Montana e Foreste del Masaf. “Oggi è un grande giorno per il sistema foresta legno italiano”, ha spiegato Stefani, “che con la creazione del Cluster Italia Foresta Legno si allinea alle migliori esperienze europee. Si attua il primo degli obiettivi della Strategia forestale, con la collaborazione di mondo dell'industria, della trasformazione, della ricerca nel segno della sostenibilità delle foreste e della bioeconomia circolare”.
Ma che cos’è un Cluster? Sintetizzando al massimo possiamo definirlo come un insieme di portatori d’interesse legati ad uno specifico tema o prodotto di riferimento che lavora per fornire servizi utili alle istituzioni e alle aziende di quel determinato comparto.
Il nuovo Cluster nazionale avrà tre obiettivi principali. Innanzitutto, promuovere e sostenere iniziative di networking tra mondo forestale e mondo della prima e seconda lavorazione del legno, collegamento che sappiamo essere non sempre così consolidato nel nostro Paese. Il secondo obiettivo sarà invece di rafforzare i legami tra le imprese, le istituzioni territoriali e gli enti di ricerca, per sostenere il trasferimento tecnologico, un tema ovviamente centrale che si lega tanto alla produttività quanto all’innovazione di processo e di prodotto. Il terzo obiettivo sarà infine di valorizzare la risorsa legno presente nei boschi e nelle piantagioni da legno italiane, non solo per fornire l’industria nazionale di materia prima il più possibile italiana (vi ricorderete la dichiarazione, decisamente esagerata, della Presidente Meloni sull’obiettivo di arrivare al 100% di legno “made in Italy” per l’industria dell’arredo), ma anche per favorire la buona gestione e la manutenzione dei territori rurali.
Davide Pettenella mentre firma il Protocollo che dà il via al nuovo Cluster
Al vertice del Cluster Italia Foresta Legno sono stati posti due soggetti dal curriculum decisamente interessante, che fanno ben sperare per l’avvio delle attività: come Presidente è stato nominato il prof. Davide Pettenella, noto economista forestale dell’Università di Padova e coordinatore della Strategia Forestale Nazionale; come Direttore generale, invece, Carlo Piemonte, manager e direttore del “Cluster Legno Arredo Casa FVG”. Al Cluster, inoltre, hanno già aderito tante realtà operanti nella filiera bosco-legno come associazioni di categoria, schemi di di certificazione, Università ed Enti di ricerca.
Proprio Carlo Piemonte, che abbiamo contattato telefonicamente, ci ha rilasciato una breve dichiarazione sulle priorità che vorrà dare al neonato Cluster: “la sfida, fin da subito, sarà orientata al coinvolgimento di quanti più soggetti possibile interessati alla Gestione Forestale Sostenibile, al legno e alle relative filiere locali. Poi guarderemo all’Europa, dove il nostro Paese, per quanto riguarda il settore foresta-legno, è ancora troppo debole e poco rappresentato. Vogliamo puntare a diventare un interlocutore credibile e a promuovere un approccio gestionale, quello contenuto nella Strategia Forestale Nazionale, a cui crediamo e che vediamo come un modello replicabile”.
Piemonte ha utilizzato la parola “sfida” e, in effetti, si tratta proprio di questo. Non sarà certo facile avviare un Cluster nazionale su questo tema in Italia, ma al tempo stesso questo nuovo strumento potrebbe rappresentare una chiave di volta che attendiamo da tempo. Auguriamo quindi buon lavoro al nuovo Cluster nazionale che ovviamente seguiremo, passo passo e con grande attenzione, raccontandovi poi tutte le novità.
Per approfondire:
UN FONDO PER COSTRUIRE IN LEGNO
Continuiamo sul tema della valorizzazione del legno con una notizia che arriva dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che ha recentemente presentato il nuovo “fondo per le costruzioni in legno”. Si tratta di 1,2 milioni di euro all’anno, dal 2023 al 2030, stanziati con l'obiettivo di promuovere un maggiore utilizzo di legno locale e lo stoccaggio di carbonio a lungo termine, contribuendo così alla sostituzione di altri materiali da costruzione con elevate emissioni di anidride carbonica.
I finanziamenti verranno erogati esclusivamente per edifici di nuova costruzione e opere a uso pubblico in legno o misto legno con una superficie lorda minima di 300 m2 o per ampliamenti di almeno 100 m2 di superficie lorda aggiuntiva. Potranno accedere al fondo gli enti pubblici territoriali e una regola fondamentale sarà che almeno l'80% del legno utilizzato deve essere stato abbattuto e lavorato entro una distanza non superiore a 500 km dal cantiere, misura che quindi racchiude non solo l’Alto Adige ma anche i territori limitrofi.
Interessante notare che è stato scelto di condizionare il contributo alla quantità di carbonio immagazzinato negli elementi costruttivi, calcolata attraverso uno specifico strumento chiamato "CO2-Tool Wood". Il contributo ammonta a 500 euro per ogni tonnellata di carbonio sequestrato a lungo termine e il finanziamento massimo ammonta a 200.000 euro per ogni singola costruzione.
Si tratta di un piccolo esempio che tuttavia è interessante collegare alla notizia precedente. Avere un Cluster nazionale dedicato al legno potrà servire anche a raccogliere iniziative di questo tipo, analizzarle e magari poi, eventualmente, riproporle e replicarle in altri territori. I buoni esempi di promozione di uso del legno locale, così come di buona gestione forestale esistono, anche in Italia! Metterli in rete è una sfida, prima di tutto culturale, che vale la pena di affrontare.
Per approfondire:
UN “PONTE FORESTALE” TRA ITALIA E CANADA
Dopo due notizie sul legno dobbiamo ricordare che la produzione di questa materia prima può provocare anche conflitti… ma per fortuna esistono persone e istituzioni impegnate in prima linea per tentare di risolvere le problematicità nel nome della Gestione Forestale Sostenibile.
La notizia è che in questi giorni, tra i boschi di Toscana e Abruzzo e nelle sedi istituzionali di Firenze e Roma si sono tenuti importanti incontri istituzionali, creando un “ponte forestale” tra Italia e Canada. Si tratta della visita in Italia di Patrick Wylie, funzionario dell’ufficio per le risorse naturali e delle foreste del Governo canadese nonché parte del Segretariato della Rete Internazionale delle Foreste Modello.
Patrick Wylie e Stefano Berti, Presidente Foresta Modello Montagne Fiorentine
Come molti di voi sapranno l’idea di “Foresta Modello” è nata proprio in Canada, circa trent’anni fa, per cercare di risolvere grandi conflitti tra popoli nativi, associazioni ambientaliste, comunità locali e industria del legno. Il concetto di “Foresta Modello” si fonda su un ampio partenariato che lavora sulla sostenibilità della foresta: una forma di partecipazione e progettualità dal basso e condivisa che è considerata strategica per l'incremento, attraverso l'innovazione e la governance, della qualità della vita nelle aree rurali. Le Foreste Modello sono quindi dei territori forestali (ma non solo!) amministrati secondo i principi della Gestione Forestale Sostenibile, dove tutti i possibili conflitti tra i diversi soggetti, che interagiscono fra loro, vengono risolti con incontri a partecipazione volontaria. In questo modo si realizzano scelte gestionali il più possibile trasparenti, condivise e rappresentative di tutti gli interessi in gioco, esaltando il ruolo multifunzionale delle foreste.
Le Foreste Modello sono unite in una rete internazionale, con sede in Canada, e da più reti collocate in macro-regioni geografiche. In Italia da più di dieci anni, è presente la Foresta Modello delle Montagne Fiorentine e, da alcuni anni, la Foresta Modello “candidata” - quindi in attesa di accreditamento - della Valle dell’Aterno, in Abruzzo. Inoltre, l’Italia, e più nello specifico Regione Toscana, ospita da 4 anni anche il segretariato della Rete Mediterranea delle Foreste Modello, formata da 11 Foreste Modello di Italia, Francia, Croazia, Spagna, Grecia, Marocco, Turchia e Algeria.
Gli incontri in corso sono strategici proprio nell’idea di Rete che sta alla base del concetto di Foresta Modello. Patrick Wylie ha dialogato con gli attori territoriali così come con gli Assessori regionali e i rappresentanti delle Istituzioni nazionali. Anche questa visita, come auspicava il neodirettore del Cluster Italia Foresta Legno nella prima notizia, serve per portare il nostro settore oltre i confini, in uno scambio continuo di esperienze, idee, conoscenze, sensibilità e contatti fondamentale per diffondere il tema della buona gestione forestale in un’ottica di sostenibilità. Fare rete, come abbiamo sottolineato nelle notizie precedenti, è quantomai necessario per affrontare la sfide di questo tempo.
Per approfondire:

GIORNI CHE NON DIMENTICHEREMO
E a proposito di sfide di questo tempo cambiamo completamente argomento spostandoci su una serie di fatti di cronaca legati alle condizioni meteo estreme che da circa dieci giorni hanno investito l'Europa e l'Italia. Condizioni innanzitutto di caldo anomalo: una forte ondata di calore che il World Weather Attribution, massima istituzione mondiale nel cercare legami tra eventi estremi e riscaldamento globale, ha stabilito essere impossibile senza crisi climatica.
Questa ondata di calore è stata accompagnata da violenti temporali, in particolare al nord, che hanno provocato grandinate eccezionali, allagamenti e fortisime raffiche di vento, con la conseguente caduta di numerosi alberi, sia in bosco che in contesti urbani.
Segnaliamo in particolare alcuni eventi significativi.
Innanzitutto un evento meteorologico caratterizzato da forti raffiche di vento che martedì 18 luglio ha investito duramente l’ampia area geografica delle Dolomiti, provocando schianti nei boschi già colpiti dalla tempesta Vaia e dall’infestazione di bostrico, andando così a sommarsi a numerosi problemi che da anni ormai affliggono questi territori. Su questo evento abbiamo pubblicato un articolo su Rivistasherwood.it.
Come non segnalare poi anche i violentissimi temporali che hanno investito la Brianza, la città di Milano e le province di Bergamo e Brescia il 25 luglio, provocando la caduta di molti alberi lungo i viali e i parchi delle città, causando molti danni a mezzi e ifrastrutture e purtroppo anche vittime.
Al Sud invece esplodono gli incendi: 55 roghi attivi nella sola Sicilia, dove l'aeroporto di Palermo è stato chiuso al traffico e il sistema AIB è il tilt, tanti altri in Calabria, Puglia e Sardegna. Tornando al caldo, occorre sottolinearlo, in Sicilia è stata toccata la temperatura record mai registrata nella città di Palermo: 47 gradi.
Si tratta di una serie di eventi davvero intensa, eventi singoli, ma strettamente collegati tra loro dalla stessa condizione meteorologica generale che è a sua volta correlata al riscaldamento globale. Ennesimi campanelli d'allarme, drammaticamente ormai sotto gli occhi di tutti, che dovebbero spingerci ad accellerare la transizione ecologica ma anche a trovare il più possibile nuove forme di adattamento. Sia in ambito forestale che in ambiente urbano il nostro settore ha il dovere di promuovere attività di progettazione, pianificazione, gestione e prevenzione che tengano conto di queste nuove condizioni.
C'è davvero bisogno più che mai di scienza e tecnica: occorre darsi da fare!
Per approfondire:

QUATTRO “FIGLI” PER UN ABETE
Come curiosità finale di queste Pillole, per augurarvi buone vacanze nel migliore dei modi, vi raccontiamo una bella storia di legno e musica. La vicenda parte dall’Avez del Prinzep, un abete bianco storico e monumentale degli Altipiani Cimbri, nel Comune di Lavarone, in provincia di Trento, purtroppo caduto nel 2017 a seguito di una perturbazione con forti raffiche di vento. L’abete aveva circa 250 anni di vita, un diametro di 1,6 metri e un’altezza era di ben 52 metri, misura che lo faceva ritenere molto probabilmente l’abete bianco più alto d’Europa.
L'Avez del Prinzep dopo lo schianto (foto tratta da www.alpecimbra.it)
Da questo schianto che ha scosso la comunità locale, dato che l’albero era molto conosciuto sul territorio, è nato un progetto davvero curioso e interessante. Dal legno dell’Avez del Prinzep sono state infatti ricavate delle tavole armoniche utilizzate poi per la costruzione di ben quattro strumenti musicali: due violini, una viola e un violoncello che saranno i protagonisti di un quartetto d’archi.
Il progetto, denominato “Anima”, è stato ideato dal maestro Giovanni Costantini, violoncellista e direttore d’orchestra, in collaborazione con Damiano Zanocco, custode forestale. La realizzazione degli strumenti è affidata al maestro liutaio trentino Gianmaria Stelzer.
Il progetto ha raccolto l’interesse e l’adesione del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, che realizzerà un percorso espositivo, previsto per la primavera 2024, in cui questa storia sarà l’espediente per parlare di alberi monumentali ma anche di legno, di liuteria e, lo speriamo, di Gestione Forestale Sostenibile.
Anche gli strumenti saranno pronti per la primavera del 2024 e saranno utilizzati per attività concertistiche, ovviamente, ma soprattutto di divulgazione scientifico-ambientale, anche attraverso uno spettacolo teatrale che avrà come autore dei testi il grande scrittore di montagna Marco Albino Ferrari. Ed è proprio con le sue parole che chiudiamo questa curiosità: “C'è un prima e un dopo in questa storia. Ci sono secoli da raccontare e istanti da fermare. Soprattutto, bisogna trovare le parole per raccontare il silenzio. E poi c'è una prospettiva che taglia il futuro attraverso i fori delle f di un violino, portando una nuova luce. Non più filtrata dai rami degli alberi, ma intervallata da un arco che danza sulle corde”.
Per approfondire:
Vi ricordiamo che ad agosto questa rubrica non uscirà, l'appuntamento è a settembre, con nuove notizie in pillole su foreste e legno in Italia da leggere o ascoltare in versione podcast.
Buone vacanze e buone foreste!
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