Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 29 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italia, che ringraziamo per aver scelto di sostenere il nostro lavoro.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
Nello scorso numero di Sherwood abbiamo pubblicato un Focus intitolato: “Dopo Vaia e bostrico: costruiamo oggi i boschi di domani”. In questa occasione abbiamo intervistato i funzionari delle Regioni e Province Autonome coinvolte per comprendere quali azioni si stanno realizzando sui territori per ripensare e riprogettare le foreste colpite, anche nell’ottica di incrementare la loro resilienza ai cambiamenti climatici. Tra le domande poste, abbiamo chiesto anche della possibilità di piantare la douglasia, conifera esotica a rapido accrescimento che da oltre un secolo è stata sperimentata con successo nel nostro Paese, specialmente in Appennino.
Piantare la douglasia sulle Alpi potrebbe avere un significato economico e paesaggistico e rappresentare una valida strategia per promuovere un’arboricoltura montana di qualità laddove l’abete rosso è ormai in seria difficoltà. Questa conifera, infatti, potrebbe essere più adatta del peccio al futuro clima alpino, almeno in alcune situazioni, in quanto più resistente alla siccità e meno suscettibile a parassiti e schianti. Ovviamente, trattandosi di una specie esotica, che si rinnova bene ma che non è invasiva, andrebbe eventualmente diffusa in modo controllato, in aree specifiche e al di fuori, ad esempio, di Parchi e Aree protette.
Nelle nostre interviste, l’Amministrazione che si è rivelata più concretamente interessata alla sperimentazione della douglasia sulle Alpi è stata la Lombardia. I Funzionari Roberto Tonetti e Marco Bazzoli, sottolineando che ancora nessuna decisione politica era stata presa a riguardo, ci hanno spiegato che: “Si potrebbero sostituire i boschi di abete rosso distrutti dal bostrico e incapaci di rinnovarsi con nuovi boschi costituiti da due terzi di latifoglie autoctone e un terzo di douglasia, presente a macchie di leopardo. Si otterrebbero così boschi para-naturali, ma probabilmente più naturali di tanti boschi di abete rosso impiantati in passato, da dove ricavare in futuro legname di conifera. Il fabbisogno di tale legname è infatti in aumento a scala mondiale, mentre l'areale naturale delle conifere è previsto in contrazione a causa del riscaldamento globale. La douglasia potrebbe dare un contributo alle filiere corte e locali del legname di conifere, diminuendo quindi l’importazione di questo materiale, che talvolta nasconde una gestione ecologicamente discutibile svolta in altre parti del mondo”.
Ebbene, pochi giorni dopo l’uscita del numero di Sherwood, l’Assessore Regionale all’Agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, durante una visita in Val Brambana nelle aree colpite dal bostrico, ha annunciato che proprio in quel territorio, in particolare nel comune di Branzi, verrà avviata la prima area sperimentale in cui sarà piantata anche douglasia.
Si apre quindi un’interessante fase di sperimentazione sulle Alpi, che potrà stimolare riflessioni tra tecnici, amministratori, gestori e ovviamente ricercatori, anche in campo legislativo.
Come dimostrano gli ampi dibattiti in atto anche in tutti gli altri Paesi europei interessati dalla crisi dell'abete rosso, la doulgasia potrebbe rappresentare una delle tante possibilità (di certo non l'unica!), che sarà da valutare ovviamente con molta attenzione, con cautela ed equilibrio, ma senza pregiudizi.
Per approfondire:
Come avrete sicuramente appreso da TV e giornali, la proposta di modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata dal Governo italiano è stata integrata e infine approvata dalla Commissione europea.
All’interno del nuovo Piano, come ha immediatamente annunciato il Ministro Lollobrigida, sono raddoppiate le risorse destinate al settore agroalimentare. La dotazione finanziaria passerà infatti da 3,68 a 6,53 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i fondi del "Piano nazionale complementare", pari a 1,2 miliardi, per un totale di circa 8 miliardi di euro. In particolare, ha spiegato il Ministro, è stato riconosciuto un ulteriore finanziamento di oltre 2 miliardi, per i “Contratti di filiera” negli ambiti dell’agroalimentare, della pesca e delle foreste.
Come ricorderete (ne abbiamo parlato nella puntata 26 delle Pillole), il recente bando PNRR sui “Contratti di Filiera nel settore forestale” aveva suscitato molto interesse, con 62 progetti su 95 considerati ammissibili ma purtroppo solo 12 finanziabili. Il nostro settore aveva proposto progetti validi per circa 70-80 milioni di euro, a fronte di una disponibilità di soli 10 milioni.
Il Ministro Lollobrigida, in un’intervista al Sole 24 Ore, ha recentemente spiegato che i nuovi fondi saranno allocati laddove c’è stata più richiesta da parte del tessuto imprenditoriale: il settore forestale è sicuramente tra quelli che più ha registrato un ampio gap tra richieste e stanziamenti. Di conseguenza, ci immaginiamo (e auspichiamo fortemente!) che possano essere finanziati tutti e 62 i progetti ritenuti idonei: sarebbe davvero un ottimo segnale per lo sviluppo delle filiere forestali.
Il Ministro ha spiegato che i fondi saranno destinati a ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, che si occuperà di istruttoria tecnica e finanziamento. Inoltre, pare che il nuovo PNRR prevederà molta più attenzione ai cosiddetti “criteri DNSH” - Do No Significant Harm, creati per garantire di non arrecare danni significativi all'ambiente. Ma sul rispetto dei vincoli ambientali, come settore forestale, siamo già molto ben attrezzati rispetto ad altri ambiti afferenti al Masaf: motivo in più per spingere verso il finanziamento di tutti e 62 i progetti PNRR di filiera forestale risultati idonei!
Lo scorso 29 novembre, a Torino, si è svolto un convegno dal titolo: “Il clima del legno. Una risorsa per la sostenibilità ambientale ed economica”. L’evento era inserito nella terza edizione di “Orizzonte legno”, l’annuale momento di analisi degli scenari produttivi e di mercato del comparto produttivo organizzato dall’Associazione Legno dell’Unione Industriali Torino col supporto di Conlegno - Consorzio Servizi Legno Sughero e di Rilegno - Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi di legno.
Al centro di questa nuova edizione di “Orizzonte Legno” c’è stata l’emergenza climatica globale. La domanda trainante del convegno è infatti stata: “Che cosa può fare il “sistema legno” per aiutare a contrastare il cambiamento climatico?”
Tanti di voi, vista l’attualità e l'importanza strategica di questa domanda, staranno pensando: “Che peccato non esserci stati!”…
L’abbiamo pensato anche noi, appena prima però di scoprire un’iniziativa davvero lodevole degli organizzatori: la realizzazione di una pubblicazione, uscita il giorno stesso dell’evento, che raccoglie la sintesi di tutti i temi trattati. Si tratta di un PDF, di circa 80 pagine, che raccoglie punti di vista davvero molto interessanti, sia da parte di aziende del comparto legno che stanno sempre più investendo su innovazioni sostenibili, ma anche di divulgatori e scienziati, come Giacomo Bonan, Luca Mercalli e Giorgio Vacchiano, che spiegano il valore del legno nella transizione.
Vi consigliamo di scaricarla e leggerla e lo facciamo con un breve passaggio di Luca Mercalli: “La riflessione attorno a una gestione sostenibile delle risorse legnose diventa imperativa, per bilanciare la crescente domanda con la necessità di preservare l’integrità ecologica delle foreste”.
In fondo, questa è già oggi, e lo sarà sempre più, la grande sfida tecnica, scientifica e culturale del settore forestale, in cui tutti noi “addetti ai lavori” dobbiamo metterci in gioco, anche aprendoci maggiormente al confronto con la politica e la società.
Per approfondire:
Torniamo in Lombardia, per una notizia molto interessante che dimostra, ancora una volta, l’attenzione di questa Regione per la digitalizzazione dei dati forestali e per la loro pubblica condivisione.
Da pochi giorni infatti, ERSAF, per conto di Regione Lombardia, ha inaugurato sul proprio portale la prima “Biblioteca digitale dei Piani di assestamento forestale”, che contiene la versione digitale di tutti i Piani vigenti in Lombardia (si tratta ad oggi di 105 piani) e che, in prospettiva, conterrà anche i Piani da poco scaduti. Attraverso il portale è possibile analizzare tutti i dettagli dei Piani realizzati sul territorio e scaricare liberamente le relazioni tecniche e gli elaborati cartografici.
Lo scopo della Biblioteca, secondo il Dirigente della Struttura Sviluppo delle politiche forestali Francesco Brignone, è di: “Mettere a disposizione di tutti, in particolare dell'intera filiera bosco-legno, i Piani di assestamento forestale lombardi, per facilitare le utilizzazioni realizzabili dalle imprese forestali, per le istruttorie delle domande di finanziamento, per i controlli condotti da parte dei Carabinieri forestali, per le statistiche forestali e per studi e ricerche a livello universitario”.
È utile sottolineare che a questa biblioteca digitale si affianca, all'interno del Geoportale della Lombardia, il servizio informativo cartografico chiamato “Carta dei Piani di assestamento forestale della Lombardia”, con le mappe vettoriali del perimetro e delle particelle delle aree assoggettate a pianificazione.
In questa occasione, Regione Lombardia ha anche reso pubblico l'elenco inventariale di tutti i Piani e le rispettive revisioni realizzati sul territorio regionale. A titolo di curiosità, si tratta di 542 tra Piani e revisioni: il primo Piano, realizzato per il comune di Vione, in Valle Camonica, ha quasi un secolo: risulta essere entrato in vigore nel 1928; il piano con la più lunga serie storica di revisioni risulta invece essere quello di Borno, sempre in Valle Camonica, che a breve vedrà approvata la sua settima revisione.
Complimenti a Regione Lombardia per questa iniziativa, che oltre ad essere di importante supporto tecnico potrebbe dimostrarsi anche un utile strumento di trasparenza, per raccontare il lungo e costante impegno del settore forestale sulla strada della sostenibilità, che non può prescindere dalla diffusione della pianificazione.
Per approfondire:
Come curiosità finale di queste Pillole vi invitiamo ad ascoltare un’intervista podcast di circa 15 minuti che, come redazione di Sherwood, abbiamo realizzato alla vigilia del primo Forum Nazionale di Agroforestazione. L’evento, si terrà nei giorni 6 e 7 dicembre, a Roma, ed è organizzato da AIAF - Associazione Italiana di Agroforestazione, che a sua volta fa parte di EURAF - European Agroforestry Federation. Ad essere da noi intervistato è stato Alberto Mantino, presidente di AIAF, nonché ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa e ovviamente grande esperto di sistemi agro-forestali.
La chiacchierata parte delle basi: abbiamo chiesto che cosa si intende con agroforestazione e perché questa tecnica, un tempo molto diffusa nelle nostre campagne, può ancora avere un significato nel presente e soprattutto nel futuro. Siamo poi entrati nel merito del tema, facendo brevemente il punto della situazione e discutendo di com’è messa, oggi, l’agroforestazione in Italia. Abbiamo poi affrontato un tema spinoso, quello delle Misure PSR dedicate all’agroforestry, che in passato hanno visto pochi fondi allocati ma anche registrato una scarsa attrattività da parte delle aziende agricole. E ci siamo concentrati infine sulle 5 tematiche chiave attorno alle quali ruoterà il primo Forum Nazionale di Agroforestazione: carbon farming ed emergenza climatica, biodiversità e altri servizi ecosistemici, politiche e certificazioni, economia e sviluppo rurale, paesaggio e cultura del territorio.
Vi invitiamo ad ascoltare questa intervista e auguriamo buon lavoro a chi parteciperà al Forum: l’agroforestazione sarà indubbiamente uno dei grandi temi che riguarderà il nostro settore nel prossimo futuro, in cui l’agrcoltura dovrà affrontare un netto cambio di passo sui temi della sostenibilità, della resilienza e della conservazione della biodiversità.
Anche se questo “movimento” in Italia non è ancora così vasto, è importante a nostro avviso sostenerlo e seguirne i passi, creando fin da subito connessioni: ci sarà bisogno di tanti dottori e dottoresse forestali anche in questo ambito!
Inquadriamo le pratiche di terapia forestale nel contesto socioeconomico con un intervistata a Ilaria Doimo e Davide Pettenella che hanno approfondito questo tema attraverso studi e ricerche.
Rilievo di precisione della martellata con sistemi GNSS-RTK quale supporto alla progettazione di cantieri di utilizzazione forestale soprattutto in aree protette.
Il “silenzio del bosco”, condizione soggettiva di ascolto e attenzione contrapposto ad un ecologismo che spesso non tiene conto dei rapporti consolidati fra territori e residenti.
Su “Il Tascabile”, la rivista di approfondimento della Treccani, un articolo di Luigi Torreggiani dedicato ai "confini" della divulgazione scientifica.
Un dottore forestale piemontese ci ha segnalato un fatto interessante, che porta a numerose riflessioni: il no di una scuola ad una proposta di educazione ambientale dedicata alla selvicoltura e al
Un editoriale apparso sul sito di Mountain Wilderness Italia intitolato "Non ci sono più boscaioli ed è un problema per tutti" spinge a ulteriori riflessioni.
Il nuovo Manifesto di EUSTAFOR invita a riflettere sul ruolo di esempio dei demani forestali pubblici
L'umanizzazione edulcorante della natura fa davvero bene al rapporto tra esseri umani ed ecosistemi? Una riflessione a partire da un articolo del Guardian.
Per prolungare la fissazione di CO2 oltre la vita delle piante queste devono avere un fusto idoneo ad essere trasformato in manufatti di lunga durata.
Nell'editoriale del numero 253 di Sherwood (2021) Luigi Torreggiani si interroga sul fatto che nell'acceso dibattito tra conservazione e utilizzazione c'è sempre un grande assente: la selvicoltura
Recensione della serie televisiva "L'uomo dei boschi", una produzione francese con protagonista Simon Allix, un artista viaggiatore che applica il suo talento all’editoria e al cinema.
Recensione del podcast “Vicini e lontani” del Post, con Matteo Bordone si parla di specie alloctone che proliferano fuori dal loro territorio di origine.
Dicono che troverete più nei boschi che nei libri. E che gli alberi vi insegneranno cose che nessun maestro vi dirà. È vero! Ed è proprio questa la meraviglia del bosco.
Pascale ci consegna un diario, un itinerario all’interno del suo “giardino botanico”, dove vengono raccontati i traguardi, ma anche i fallimenti e le debolezze di una vita intrecciata alle pi
Un podcast di RAI Play Sound che, in cinque puntate, prova a raccontare altrettante storie scritte a partire dall’immaginario Archivio Dendrosonico: per parlare del presente e del passato.
Un video che ripercorre a ritroso il viaggio che ha per protagonista il legno di risonanza di un abete rosso trasformato in un clavicembalo artigianale di elevatissima qualità acustica.
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