Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
di Paolo Mori
La motosega è solo uno strumento. Le conseguenze del suo impiego non dipendono da chi la produce, ma da come la usano le persone. Diffondere la cultura della Gestione Forestale Sostenibile e impegnarsi nella decarbonizzazione è una strategia di lungo periodo che aiuterà non solo Stihl, ma tutti i produttori di motoseghe, a far distinguere lo strumento dall’uso che ne viene fatto.
Ogni anno, tra i milioni di acquirenti di auto ce ne sono alcuni che sono “distratti” o che conducono pericolosamente i loro mezzi. Tale fenomeno, in Italia, solo nel 2022, ha causato la morte di 485 pedoni e il ferimento di 19.062 (di cui alcuni molto gravi!). Si tratta di eventi tragici che si verificano quotidianamente, ma nessuno ne attribuisce la responsabilità a Stellantis, BMW, Mercedes o a qualsiasi altro costruttore di automobili.
Un’osservazione simile si potrebbe fare per chi fabbrica coltelli. Ogni anno decine di migliaia di persone vengono accoltellate in Italia, ma nessuno ne ritiene responsabili i produttori. Sia per le auto che per i coltelli prevale la percezione dell’utilità dello strumento e non quella dell’uso scorretto.
Lo stesso atteggiamento non si manifesta invece quando si tratta del rapporto tra specie umana e alberi. In questo caso, infatti, la motosega è stata spesso utilizzata come simbolo di distruzione da alcuni gruppi ambientalisti. Anche quando il tema riguarda in generale l’atteggiamento irresponsabile della nostra specie nei confronti del Pianeta, va a finire che, come nell’attuale campagna del WWF, si mostrano “simbolicamente” foreste distrutte con in primo piano tagliatori farlocchi, soddisfatti e “armati” di motosega messa bene in evidenza. Così nella mentalità di molti soggetti sensibili alla buona gestione delle foreste e alla conservazione della biodiversità, i costruttori di motoseghe vengono spesso, e ingiustificatamente, incasellati come promotori del taglio indiscriminato dei boschi. Eppure la motosega è solo uno strumento e, come l’auto o il coltello, può essere usata in modo da produrre benefici o da causare danni.
Questa rappresentazione distorta della realtà è chiara a tutti gli addetti alla gestione di alberi e foreste, compresi i costruttori di motoseghe. Averne coscienza è già il primo passo per affrontare un problema, il secondo è agire per risolverlo. La Andreas Stihl, in occasione dell’International Media Day del 2023, a Waiblingen, ha annunciato di aver avviato un percorso che potrà, se non superare del tutto l’associazione di idee motosega-deforestazione/distruzione, almeno ridurre tale distorta percezione sociale.
Il 13 settembre 2023, in occasione dell’International Media Day (con giornalisti da tutto il Mondo), la Andreas Stihl S.p.A. si è infatti assunta due impegni importanti che, oltre ad avere valore sul piano commerciale lo hanno anche su quello etico, poiché potrebbero aiutare a risolvere proprio il problema di come l’opinione pubblica percepisce lo “strumento motosega”.
Il primo impegno traguarda il 2035 quando, senza che alcuna norma lo imponga ai costruttori di motoseghe (al contrario di quanto avviene da parte dell’UE per quelli di auto), la Stihl si è posta l’obiettivo di passare dall’attuale produzione del 20% di macchine a batteria all’80%. Si tratta di una trasformazione industriale importante, rischiosa, che necessita di molti anni, poiché richiede l’adeguamento degli stabilimenti e la formazione di migliaia di dipendenti. Eppure è una sfida avviata che, già da oggi, dovrebbe riguardare non solo Stihl, ma anche tutti cloro che sono impegnati nella gestione di alberi e foreste. C’è da aspettarsi che molti operatori facciano resistenza e continuino a preferire i vecchi modelli, nonostante ce ne siano a batteria ormai del tutto paragonabili per efficacia a quelli con motore endotermico più comunemente utilizzati (vedi articolo su Tecniko&Pratiko 168). A causa di queste resistenze culturali, quello di Stihl si configura come un percorso che dovrà essere costruito non solo con la qualità degli strumenti prodotti, ma anche con la cultura della sostenibilità da trasmettere a chi li userà. Una comunicazione pervasiva, non solo mirata agli utilizzatori, potrà aiutare a far comprendere l’importante impegno verso la riduzione dell’impatto ambientale nella gestione di alberi e foreste. Questa però è solo la prima parte della soluzione proposta da Stihl, ma non basterà da sola.
Proprio da questa consapevolezza nasce il secondo impegno: promuovere la Gestione Forestale Sostenibile - GFS (un po’ come se i costruttori di auto investissero ingenti risorse per promuovere la guida sicura). Il percorso è già iniziato. L’International Media Day del 2023 è stato l’occasione per presentare il nuovo Museo “Stihl Markenwelt” di Waiblingen, organizzato su 3 piani (www.markenwelt.stihl.de/de).
Il secondo e il terzo piano narrano la storia della motosega e in particolare, come ovvio che sia, di quelle della Andreas Stihl. Tutto il primo piano del museo è invece dedicato alla Gestione Forestale Sostenibile. In questo spazio, ricco di video, pannelli e strumenti interattivi, si propone una visione di GFS a tutto tondo. Non dovrebbe essere necessario specificare “a tutto tondo”, ma purtroppo non è raro incontrare chi ha una visione parziale del concetto di sostenibilità in tema di foreste e alberi. Ci sono comuni cittadini interessati ai temi ambientali così come soggetti influenti nel giornalismo e nella politica, che tendono ad assimilare la sostenibilità ai soli aspetti più importanti per loro: per i conservazionisti la biodiversità, per gli imprenditori la produzione legnosa, per i politici la possibilità di ottenere immediati benefici sociali. Nello “Stihl Markenwelt” non è così. Grazie alla collaborazione con il Prof. Jürgen Bauhus, docente di selvicoltura all’Università di Friburgo, nel primo piano del Museo il filo conduttore è l’equilibrio tra ogni aspetto che può interessare la specie umana; da quelli più prosaicamente materiali a quelli culturali e immateriali.
Così l’aspetto della produzione, pur essendo descritto con immagini e testi molto chiari, è solo uno dei tanti a cui deve far attenzione la GFS. Il tema della produzione di legno nel Museo non ha più spazio di quello riservato al contrasto alla crisi climatica o alla conservazione della biodiversità. Inoltre, c’è un filo conduttore nei messaggi rivolti a chi possiede foreste gestite con finalità produttive ed è frequente il richiamo alla responsabilità nel cercare soluzioni capaci di trovare un equilibrio tra attività “commerciali” e conservazione della Natura. Alcuni esempi sono riportati nelle immagini che seguono.
Secondo Stihl il Museo è uno spazio destinato ai turisti e agli studenti di varie età, ma in sostanza non è solo questo. Basti pensare che solo durante l’International Media Day ne hanno fruito i giornalisti, e sarà visitato anche dai dipendenti e dai rivenditori di Stihl che a loro volta potranno trasmettere il messaggio ai loro clienti. A supporto della presentazione del Museo è stato organizzato un seminario del Prof. Jürgen Bauhus, ad uso dei giornalisti, sulle relazioni tra crisi climatica, Servizi Ecosistemici (SE) e Gestione Forestale Sostenibile.
Stihl è una multinazionale importante, con sedi operative in ogni continente. Giusto per rendersi conto del livello basti sapere che a Settembre 2023 ha presentato un bilancio provvisorio da 3,84 miliardi di euro, paragonabile al Prodotto Interno Lordo di un paese come la Repubblica Centrafricana, che si colloca intorno al 165° posto sui 187 considerati dal Fondo Monetario Internazionale.
Insomma Stihl, come ogni grande struttura organizzata, deve muoversi con gradualità, ma ha risorse per mantenere gli impegni.
Il fatto che abbia dichiarato di fronte a giornalisti provenienti da ogni continente che intende orientare la propria produzione verso macchine alimentate a batteria, la vincola moralmente a perseguire tale obiettivo. Certo la dirigenza si è presa 12 anni per raggiungerlo, ma si tratta di una riconversione industriale importante che non può essere completata in poco tempo. Nel frattempo però, affinché quell’80% di macchine alimentate a batteria possa essere assorbito dal mercato sarà necessario aumentare anche la promozione di tali macchine e con essa la diffusione anche sul territorio italiano. Se l’operazione avrà successo, e non è scontato, con il passare degli anni potranno ridursi gli effetti delle vibrazioni del motore a combustione interna sulle mani degli operatori, poiché le motoseghe a batteria vibrano meno. Ci saranno meno problemi per l’udito (soprattutto per gli operatori che non usano otoprotettori), poiché il motore elettrico è meno rumoroso e si aziona solo durante il taglio, mentre in fase di pausa o di spostamento è completamente silenzioso. Si ridurrà il rischio di malattie polmonari poiché chi lavora con queste macchine non respirerà i gas di scarico espulsi a meno di 1 metro di distanza dalle proprie vie respiratorie.
Potranno poi esserci anche benefici per il clima, poiché se sarà possibile ricaricare le batterie con pannelli solari, si abbatterà notevolmente il livello di emissioni di CO2 dovuto al taglio e all’allestimento degli alberi, non solo per la produzione di legno, ma anche per quelli pericolosi o da eliminare per conservare un habitat o una specie.
L’altro impegno, quello della promozione della Gestione Forestale Sostenibile, è la reazione ai pregiudizi di cui soffrono i produttori di motoseghe. Il primo motivo che viene in mente per questa iniziativa è quello, legittimo, di valorizzare il marchio Stihl. Si tratta di una classica azione culturale che può avere riflessi positivi sulla commercializzazione dei prodotti e sulla riconoscibilità del marchio. Se però si vuol vedere anche l’altro “lato della medaglia”, è evidente che tale scelta rappresenta una significativa, e non obbligata, assunzione di responsabilità sociale e ambientale che Stihl intende portare avanti.
Sarebbe stato meglio non avere a che fare con i pregiudizi e con le campagne di comunicazione che denigrano indiscriminatamente chi usa motoseghe per gestire alberi e foreste, ma evidentemente non è solo un fenomeno italiano, bensì planetario. Dobbiamo e dovremo fare i conti con tale pregiudizio, ogni volta che dovremo abbattere un albero. Tuttavia se le scelte industriali e le iniziative culturali che intende sviluppare Stihl avranno successo, il vantaggio non sarà solo per chi produce motoseghe, ma tutto il settore che si occupa di selvicoltura, con qualunque fine questa debba essere applicata, vedrà crescere la propria autorevolezza.
Autori:
Paolo Mori, Compagnia delle Foreste E-mail:
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